L’ultimo report dell’ufficio studi Mediobanca sul settore vini d’Italia riporta anche un breve focus sul mercato italiano dei vini aggiornato al 2023 con i dati di riferimento sulla produzione, i consumi, le esportazioni e le giacenze. Riportiamo di seguito le informazioni fondamentali.
PRODUZIONE
Per il 2023 l’OIV stima per l’Italia una produzione di vino pari a 38,3 milioni di ettolitri facendo registrare un calo del 23,2% sul 2022 e del 23,9% sulla media degli ultimi cinque anni. Dopo otto anni, l’Italia ha perso la leadership come produttore mondiale cedendola alla Francia (48 milioni di ettolitri). Ad incidere negativamente sono state le condizioni climatiche avverse: inverno secco, grandinate, inondazioni e abbondanti piogge primaverili che hanno favorito l’insorgere di malattie della vite, soprattutto la peronospora nel Centro e Sud e Isole, dove si sono registrate flessioni, rispettivamente, del 20% e 30%, a differenza di quanto accaduto al Nord che ha sostanzialmente confermato i volumi dell’anno precedente
A valore la produzione è stimabile intorno ai 12 miliardi di euro di cui oltre 7 miliardi di produzione destinata all’estero e in resto relativo alla produzione destinata ai consumi interni. Il 62% delle quantità prodotte si riferisce al vino bianco, il 32,2% è rosso: l’inversione di tendenza tra le due tipologie di vino è iniziata nel 2014 quando i primi hanno imboccato una dinamica ascendente, spinta soprattutto dagli spumanti che nel 2023 hanno raggiunto il 18% della produzione nazionale, mentre i secondi hanno iniziato a declinare. I vini rosé sono fermi al 2,8%.
CONSUMI INTERNI
Il consumo interno rappresenta
- il 43% della disponibilità complessiva di vino,
- il 46% va a costituire le esportazioni,
- il restante 11% viene utilizzato per usi industriali, di cui il 30% per la produzione di aceto.
La domanda interna nazionale è in flessione: i consumi sono passati da 24,4 milioni di ettolitri nel 2020 a 22 milioni nel 2023, quelli pro-capite da 40,5 litri agli attuali 37,4 litri annui. Il settore vini è quello che ha subito negli anni un vero e proprio tracollo dei consumi che nell’immediato dopoguerra erano ancora oltre i 100 litri/anno. Si suol dire che “si beve meno ma si beve meglio” e tuttavia il vino sta per perdere il primato storico nei consumi di bevande alcoliche nel nostro Paese. Secondo Assobirra i consumi pro-capite di birra in Italia sono cresciuti nel tempo ed ora sono arrivati a 36,1 litri/anno. Tenuto anche conto che i consumi di birra sono più concentrati sulle fasce giovanili mentre quelli del vino sono più concentrati sui consumatori più adulti e anziani, è probabile un sorpasso della birra sul vino a breve termine.
ESPORTAZIONI
Il saldo commerciale del settore vinicolo italiano è in attivo e negli ultimi vent’anni è cresciuto a un tasso medio annuo del 5,5%, passando da 2,5 miliardi di euro del 2003 ai 7,2 raggiunti per il 2023, in calo del 2,3% rispetto al 2022. Nel 2023 le esportazioni italiane di vino nel continente europeo, pari al 62,3% del totale, hanno registrato un aumento del 3,6% sull’anno precedente. In calo, invece, l’export verso gli altri mercati: quello americano (-6% sul 2022), la cui incidenza è stata del 29,6%, asiatico (-12,1%) che pesa il 6,7% e anche verso l’Oceania (-12%) e l’Africa (-8,7%) che risultano ancora marginali (rispettivamente l’1,1% e lo 0,3% del totale). Per quanto riguarda le bollicine, le vendite nel 2023 sono cresciute del 9,5% sul mercato europeo, che rappresenta i due terzi del totale, mentre sono state in calo nel continente americano (-5,9% sul 2022), dove si concentra il 26,8% dell’export complessivo, e in quello asiatico (-13,3% per un valore pari al 4,7% del totale). In calo anche in Oceania (-9,6% sul 2022, 1,7% sul totale) e Africa (-6,6%, incidenza dello 0,5%).
Circa un quarto del quantitativo esportato è destinato alla Germania (+8,8% sul 2022) che si colloca in seconda posizione nella classifica a valore (+2,7%). In questo caso la prima posizione è occupata dagli Stati Uniti che, invece, hanno fatto registrare un calo del 5,3% a valore e una contrazione del 9,1% a volume occupando la seconda posizione. In entrambe le graduatorie la terza posizione è occupata dal Regno Unito, con quote di poco superiori al 10% dell’export complessivo, che, a fronte di una riduzione dei quantitativi dell’1,8%, ha registrato una crescita a valore del 4%.
SCORTE
Dopo anni caratterizzati da una situazione di invarianza di scorte nelle cantine italiane, nel 2022 le giacenze sono cresciute del 5% sull’anno precedente, passando da 61,9 milioni di ettolitri a 64,9 milioni. Più che la ripresa del mercato, è stato il calo produttivo del 2023 a ridurre il livello delle giacenze, scese a fine anno a 59,3 milioni di ettolitri con una contrazione dell’8,7% sul 2022. Anche le ultime stime relative ai primi tre mesi del 2024 confermano l’ulteriore calo delle scorte di vino fino a 53,2 milioni di ettolitri
Il 59,3% del vino è conservato nelle regioni del Nord, prevalentemente nel Veneto (26,2%), il 18,6% al Sud dove primeggia la Puglia con l’11,1% delle giacenze complessive, il 14,9% al Centro, con la Toscana che si attesta al 10,3%, e il 7,2% nelle Isole. Il 55,3% del vino detenuto è Dop, il 26% IGP, i vini varietali costituiscono l’1,2% delle giacenze e il restante 17,5% è costituito da altri vini. Le prime 20 denominazioni costituiscono il 62% delle giacenze di vino IG e i quantitativi maggiori riguardano il Prosecco (13,3% del totale IG)
Fonte: www.areastudimediobanca.com/it/product/il-settore-vinicolo-italia-ed-2024