Jack Daniel’s, l’iconico marchio di Tennessee Whiskey di proprietà di Brown-Forman, rivaluterà e ridimensionerà il suo impegno in diverse iniziative dei suoi programmi DEI (diversity, equity, and inclusion).
A far trapelare queste informazioni è stato uno screenshot pubblicato su X dall’attivista di destra Robby Starbuck, che mostra come Brown-Forman abbia informato i dipendenti che l’azienda smetterà di collegare la retribuzione dei dirigenti ai progressi nelle iniziative di diversità, equità e inclusione (DEI). Il gruppo Brown-Forman, ha deciso, inoltre, di ritirarsi dal Corporate Equality Index della Human Rights Campaign e di annullare diversi programmi correlati.
For those who doubt we had the evidence to sink @JackDaniels_US, here’s a taste…
We had more than 15GB of this stuff. It’s insane. Their employees are largely Republicans. They hated this stuff. Execs there woke up to the threat we pose by exposing the wokeness and ended it. pic.twitter.com/IS77W00Edz
— Robby Starbuck (@robbystarbuck) August 22, 2024
x.com/robbystarbuck/status/1826620435355893863
Nella sua email, Brown-Forman ha dichiarato: “Abbiamo lanciato la nostra strategia di diversità e inclusione nel 2019. Da allora, il mondo è cambiato, il nostro business è cambiato, e il contesto legale ed esterno si è trasformato profondamente, in particolare negli Stati Uniti. Con queste nuove dinamiche in gioco, dobbiamo adeguare il nostro lavoro per assicurarci che continui a generare risultati aziendali, riconoscendo al contempo l’ambiente attuale in cui ci troviamo.”
Attualmente, la pagina DEI sul sito web di Brown-Forman non è più disponibile.
Robby Starbuck, noto critico delle politiche aziendali considerate “woke”, che ha già portato sotto i riflettori aziende come Harley-Davidson, ha affermato di aver avuto un ruolo significativo in questa vicenda. Anche Harley-Davidson ha recentemente abbandonato i suoi programmi di DEI in seguito alle proteste di molti motociclisti e della base dei suoi clienti.
La decisione di Brown-Forman potrebbe essere stata influenzata anche dal caso Bud Light, che ha visto il marchio di birra di AB InBev subire un forte boicottaggio da parte dei clienti a causa della partnership con l’attivista transgender Dylan Mulvaney.
Questo ha portato a una riduzione del 17% delle vendite di Bud Light, al crollo del titolo di AB InBev in borsa e alla perdita del primato come birra più venduta negli Stati Uniti, una posizione che il marchio non è mai riuscito a recuperare, nonostante il successivo dietrofront dell’azienda.