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Non è un fulmine a ciel sereno, in quanto nel territorio marchigiano e tra gli addetti ai lavori, erano noti i problemi della cantina Moncaro. Quello che è certo che la con sentenza n.95/2024 del Tribunale di Ancona, si scrive una pagina triste nella storia della più grande cantina marchigiana. Un default in cui pesano 38,5 milioni di debiti, che ha aperto la strada alla liquidazione giudiziale della Terre Cortesi – Moncaro Società Cooperativa Agricola, con sede a Montecarotto in provincia di Ancona.

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Il Tribunale ha nominato come giudice delegato Giuliana Filippello, mentre sono stati designati curatori giudiziari Fabio Pettinato, Marcello Pollio e Salvatore Sanzo che hanno accettato l’incarico. E’ stato autorizzato l’esercizio provvisorio, la cooperativa vinicola marchigiana ha accusato una situazione debitoria di 38,5 milioni di euro, inclusi 19,5 milioni verso le banche, 7,8 milioni verso i fornitori e 2,4 milioni verso i soci.

Come riporta il Corriere dell’Adriatico, si tratta di un fallimento a tutti gli effetti, che comporta la parola fine della cooperativa che però potrà continuare a lavorare, sotto la supervisione dei curatori. C’è ancora in ballo la vendemmia dell’annata 2024 da terminare, oltre ad una serie di ordini a cui far fronte e i conferitori da pagare, a cui erano state date garanzie lo scorso mese di agosto. A settembre il giudice aveva dato l’ok al concordato preventivo con riserva, da quella data sono state concesse varie proroghe per la presentazione di un piano di risanamento che non è mai arrivato.

Sulla base delle annotazioni del commissario governativo, Giampaolo Cocconi, il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha rilevato una situazione di grave illiquidità, oltre all’impossibilità di definire un adeguato piano di concordato. Senza nessun piano, secondo il giudice la gestione della Cooperativa avrebbe mostrato disinteresse nel voler proseguire il percorso di risanamento.

Un passivo reso ancora di più pesante con l’acquisizione non andata in porto della cantina abruzzese Villa Medoro di Federica Morricone, una vicenda che negli scorsi mesi aveva portato a un cambio nella presidenza e alle dimissioni della stessa socio Morricone all’interno del Cda di Moncaro. Ma la crisi della cantina marchigiana fondata nel 1964 e specializzata nel Verdicchio e nei rossi Conero e Piceno, secondo il custode giudiziario, Marcello Pollio durerebbe da oltre un decennio.

L’azienda non si fermerà, per scongiurare l’impoverimento del patrimonio aziendale a ridosso della vendemmia, una continuità operativa per non interrompere il processo produttivo in corso con irrimediabile danno e dispersione delle uve. L’obiettivo dei curatori è quello di fare cassa con la vendita dell’azienda, all’orizzonte non mancherebbero investitori interessati a rilevare un brand comunque importante come quello di Moncaro per il patrimonio vinicolo delle Marche.

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