La miscelazione del caffè è un’opera di ingegno e creatività che porta ad una sintesi profumata al fine di allietare il maggior numero di palati e in questo processo, che può essere vissuto in maniera molto simile alla strutturazione di una piramide olfattiva di un profumo, si può riscoprire come le singole note olfattive si combinano per creare sinestesie aromatiche.
La vera sfida consiste nel capire come mantenere la coesione tra l’aspetto gusto-tattile e olfattivo per caratterizzare la miscela e conferirle una personalità unica. In tutto ciò, affinare le proprie percezioni può essere davvero utile, quindi avrebbe senso prendere spunto da altri mondi sensoriali per poter apprezzare maggiormente queste combinazioni che derivano dall’unione sapiente di più origini di caffè.
“Ecco allora che approcciarsi alla strutturazione di una miscela come un profumiere, che si appresta a creare una fragranza, può essere un supporto per il lavoro di ricerca e selezione delle materie prime ideali”, spiega Marco in qualità di profumiere nonché creatore del miglior profumo naturale per l’anno in corso.
Mercoledì 20 novembre ore 18.00 in un’occasione più unica che rara si è svolta la cerimonia di premiazione di uno dei contest di profumeria naturale più importanti al mondo noto come “New Luxury Awards” indetto da una federazione di profumeria francese, che ha visto la partecipazione ma più che altro la presentazione al concorso di centinaia di profumi creati da profumieri di ogni provenienza che si sono sfidati dietro valutazione di una giuria di esperti composta da designer, giornalisti, esperti profumieri e cultori del mondo del profumo, e attraverso diverse fasi di selezione per proclamare i nuovi campioni in profumeria naturale per quest’anno. Infatti, le categorie erano molteplici e variegate includendo quelle riguardanti gli studenti e graduati provenienti da scuole di profumeria, come anche brand, scented spaces, designer di flaconi e per finire la più ambita categoria ovvero quella di profumiere; non per altro una delle più complesse anche per il numero di partecipanti che in questo caso provenivano da ogni parte del mondo e soprattutto da paesi dove il fascino per la cosmesi è indiscutibile come ad esempio Stati Uniti, Taiwan, Cipro, Australia e Francia. In questa cornice internazionale era presente anche l’Italia con un profumiere polivalente e multisensoriale (come a lui piace definirsi) che oltre al suo paese rappresentava anche la sua città: Trieste.
Dopo mesi di valutazioni e attese snervanti, la giuria ha decretato per ogni categoria un vincitore, prossimi a far parte del gotha della profumeria naturale e portavoce di un movimento che diventa sempre più seguito dagli appassionati della cultura e della sostenibilità olfattiva. E proprio nella categoria più ambita, quella di profumiere, Marco ha ottenuto il premio per il miglior profumo presentando un elaborato, avvalorato dal concept/brief creativo che ha prevalso su quello degli altri partecipanti.
Marco è un profumiere atipico perché non concorre per nessuna casa profumiera, se non per la sua azienda familiare che appartiene però al mondo del caffè, cosa che rende il profumiere ancora più particolare e lo differenzia dagli altri partecipanti come lui stesso dichiara:
“Pensare un profumo come ad una miscela di caffè e viceversa, mi dà modo di esplorare non solo l’aspetto olfattivo della fragranza ma anche il collegamento potenziale a livello gustativo, tattile e aromatico che sta dietro alla sua ideazione; questo perché sebbene per motivi ovvi non possiamo che soffermarci sull’aspetto olfattivo di un profumo, avere un’idea di come avvenga una sinestesia o interazione tra sistemi somatosensoriali, può rendere il lavoro di formulazione molto più bilanciato e armonico; quindi permette di discendere nelle profondità aromatiche del profumo per esaltarlo ai nostri sensi. Ecco perché mi definisco un profumiere multisensoriale: semplicemente perchè non limito la valutazione del profumo al semplice aspetto olfattivo ma lo completo in tutte e sue parti, immaginando come tutti i sensi possano venir stimolati nella sua valutazione”.
Non è un caso aver vinto un contest tra i più importanti avendo già ottenuto diverse medaglie in altri concorsi internazionali d’altra parte, soprattutto dopo aver recentemente vinto anche un premio come creatore della miglior linea di miscele proveniente da caffè di selezione ai Luxury Food & Beverage Awards.
Tra creatività e costanza: il percorso unico del “Profumiere atipico” Marco Bazzara
- Come si possono spiegare questi ottenimenti conseguenti alla tua polivalenza in diversi settori o campi sensoriali?
“La risposta è molto semplice: duro lavoro e costanza. Sono le armi migliori per rendersi conto che i risultati arrivano prima o poi a prescindere dall’aver vinto una medaglia o un premio internazionale, oltre ad affinare continuamente la propria sensibilità e percezione volte all’elaborazione di un profumo. L’approccio al mio lavoro di creazione è simile a quello che seguivo come ex agonista per la preparazione ad una competizione internazionale. Lo schema è sempre quello, si cambia solo il campo di gara o forse dovrei dire gioco, perché è importante divertirsi ne procedere verso il proprio traguardo”.
- Cosa vuol dire essere creatore di un profumo da primo premio?
“Vincere un contest deve essere solo uno stimolo per continuare la ricerca, lo studio e la sperimentazione con riferimento alle tecniche e gli ambiti di applicazione; io per esempio non sono il tipico profumiere, per come possiamo intenderlo, diplomato a Grasse in Francia che fa la sua gavetta in qualche casa profumiera per poi aprire una sua boutique o produrre profumi di massa e auspicabilmente venir annoverato tra i grandi compositori della nostra storia; il mio expertise si rifà ad una continua contaminazione tra mondi sensoriali e avendo affrontato un percorso accademico che contempla diverse scienze sociali tra cui quello della formazione professionale, mi è stato possibile progettare sistemi di formazione da traslare anche alla profumeria ed unire quindi la mia conoscenza delle materie prime e dei profumi a quella della comunicazione efficace in un contesto di apprendimento dedicato ad appassionati e professionisti”.
- Qual è la strada per diventare profumiere?
“Sicuramente frequentare più corsi e workshop possibili se non si ha la possibilità di ottenere un background tecnico frequentando percorsi universitari. Nel corso degli anni ho avuto modo di partecipare sia a corsi universitari che corsi di specializzazione erogati da alcune delle più famose associazioni di settore per apprendere le tecniche di composizione tipiche del profumiere; anche se la maggior parte dell’apprendimento avviene nell’intimità del proprio laboratorio dando spazio alla propria immaginazione che deve pur sempre essere seguita da uno studio costante in materia”.
Al contest Marco ha partecipato come profumiere ma non dimentichiamoci che alle spalle, oltre ad avere la sua accademia di profumeria (Italian Perfumery Academy), è sempre presente la realtà di famiglia che supporta i programmi formativi fornendo i propri spazi a corsisti provenienti da tutto il mondo e di ogni nazionalità per frequentare i corsi di Marco.
- A tal proposito che tipologia di corsisti si ritrova durante ei tuoi corsi?
“Di base per semplificare il soggiorno al corsista che viene per lo più dall’estero e sempre di più dal Medio Oriente, concentriamo la formazione durante il nostro più che consolidato perfumery camp che copre tutti i temi legati alla profumeria, includendo anche l’analisi sensoriale come materia di studio e quindi fornendo una panoramica completa sui sensi umani focalizzati alla creazione e valutazione di materie prime e profumi”.
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- Quali saranno i tuoi prossimi passi nel mondo della profumeria?
“Continuare a presentare nuove fragranze ai contest senza per forza dover avviare una produzione e sicuramente dar maggior spazio a tutta una serie di servizi su misura presenti nell’offerta di Academy, dato che la parte relativa alla formazione è ormai definita e in un certo senso viaggia da sola, i quali si orientano all’appassionato e alle aziende che mirano a definire la loro identità olfattiva. Inoltre dall’anno scorso ho avviato un progetto dedicato alle coppie di promessi sposi che desiderano scoprire l’essenza della loro unione attraverso la creazione di un profumo da concretizzare successivamente in una bomboniera e presentarlo il giorno del matrimonio con la guida del profumiere”.
+ INFO: www.bazzara.it/