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ASSOBIBE, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, ha lanciato un appello congiunto insieme a 14 altre associazioni di rappresentanza per chiedere al Governo di bloccare la nuova Sugar Tax, prevista per il 2025. L’iniziativa sottolinea le gravi conseguenze economiche e occupazionali che questa tassa potrebbe generare.

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Un fronte comune contro la Sugar Tax

Oltre ad ASSOBIBE, l’appello è stato firmato da Confagricoltura, Federalimentare, Federdistribuzione, CGIL, CISL, UILA Nazionale, Centromarca, Unione Italiana Food, Italgrob, Confida, Anfima, Federazione Carta e Grafica, Federazione Gomma Plastica e Assovetro. La filiera agroalimentare, dall’agricoltura alla distribuzione, si è unita per chiedere un intervento urgente che eviti l’introduzione di questa imposta, definita come una “gabella” che minaccia di danneggiare oltre 5.000 posti di lavoro, con pesanti ricadute economiche sulle imprese e sulle comunità locali.

Le criticità economiche e occupazionali

Giangiacomo Pierini, Presidente Assobibe

Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBE, ha dichiarato: “L’industria italiana merita una strategia di crescita che supporti il Made in Italy, tuteli il mercato e promuova gli investimenti. Il rinvio della Sugar Tax è cruciale per proteggere un comparto già colpito da inflazione e aumenti delle materie prime. Questa tassa avrebbe un impatto diretto su milioni di famiglie italiane, già provate dagli effetti dell’inflazione.”

Secondo i dati forniti da ASSOBIBE e NOMISMA, le conseguenze della Sugar Tax sarebbero disastrose:

  • Incremento del 28% della fiscalità su un litro di bevande analcoliche.
  • Contrazione delle vendite del 16% nei due anni successivi, con una perdita di 275 milioni di euro di gettito IVA.
  • Taglio del 10% del fatturato nel settore, frenando investimenti per oltre 46 milioni di euro e riducendo gli acquisti di materie prime per più di 400 milioni di euro.

La Sugar Tax, inoltre, aumenterebbe la pressione burocratica sulle aziende, richiedendo centinaia di nuove procedure amministrative, e ridurrebbe la liquidità aziendale a causa del pagamento mensile del 10% del fatturato.

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I dubbi sull’efficacia salutistica

Sul fronte della salute pubblica, i risultati della Sugar Tax nei Paesi dove è stata introdotta non sono stati incoraggianti. Secondo i dati dell’OMS, l’incidenza dell’obesità non ha subito variazioni significative, mentre diversi Paesi come Norvegia, Islanda, Danimarca, Australia e Israele hanno eliminato questa tassa negli ultimi anni. Anche la Commissione Europea ha sottolineato che la Sugar Tax potrebbe non essere efficace nel ridurre i problemi legati a sovrappeso e obesità.

Richiesta al Governo

Le associazioni firmatarie chiedono al Governo italiano di avviare un dialogo aperto con tutte le parti coinvolte per valutare le conseguenze della Sugar Tax e trovare soluzioni alternative che non penalizzino le imprese e i consumatori. La posta in gioco è alta: proteggere un settore strategico per il Made in Italy e garantire la sostenibilità economica e sociale dell’intero comparto.

+ info: www.assobibe.it/

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