Alla luce di quanto emerso durante la trasmissione Report, andata in onda su Rai3 il 15 dicembre 2024, la Bazzara intende inviare un commento.
«Finalmente si parla di caffè a livello nazionale, purtroppo non solo per il costo della tazza, ma questa volta perché veniamo definiti la “Repubblica della ciofeca”. No, ci dispiace, non è assolutamente così. Andare a Napoli (e non solo) a criticare il loro modo di vivere il caffè, andandolo a cercare nelle periferie della città, nei bar di quartiere, dobbiamo dire che non aiuta a far crescere il comparto, che ricordiamo porta lavoro ad un’infinità di aziende e famiglie, oltre a rappresentare un fiore all’occhiello della Great Beauty italiana. Il controcanto è stato rappresentato dall’aver intervistato personaggi di alta levatura, di cui una buona parte triestini, amici quali Edi e Francesca Bieker, il presidente dei torrefattori italiani Omar Zidarich, il triestino caffesperto Andrej Godina, la nostra presidente dell’associazione caffè Trieste, Arianna Mingardi, e tanti altri, che hanno in maniera precisa ed esemplare, spiegato modi e regole per godere al massimo di una tazzina di caffè espresso.
Il punto è, a nostro parere [n.d. Bazzara], che la trasmissione sia partita dalla A per arrivare alla Z, o viceversa, dimenticando le tante altre lettere dell’alfabeto. Se è vero infatti, che è compito nostro divulgare il più possibile, quanto di importante ci sia dietro a una tazzina di caffè e come è corretto degustarla, è anche vero che i media parlano in abbondanza ogni giorno di tantissimi bravissimi chef ma del caffè molto meno, quasi niente, ritenendolo un prodotto coltivato ai tropici e per questo quindi meno italiano. Così non è. Il mondo ci invidia la qualità delle nostre miscele, la bellezza delle nostre macchine da caffè, la maestria dei nostri costruttori dell’industria di caffè, e non meno la nostra infinita passione italiana. Certo, c’è tanto ancora da fare…
Tornando al servizio, come si fa a chiedere a un piccolo bar (e questo vale non solo per Napoli ma anche per tutte le città italiane) la perfezione? Ci vuole tempo, pazienza… e investimenti. Qui sono le istituzioni che devono entrare in gioco, rendendosi conto di quanto possa venire in aiuto al paese più desiderato al mondo una maggiore istruzione caffeicola. Il servizio nella critica ai tanti bar che non vogliono, o non si possono permettere, una maggiore qualità di attenzione nel servire il caffè, dimentica però, nel caso evidenziato dei bar napoletani, di quanto sia importante un servizio che loro danno sempre e a gratis, un sorriso, un’umanità, un farti sentire di famiglia che non ha prezzo.
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Fondamentale è quindi il lavoro sia del professionista, che deve essere adeguatamente preparato attraverso corsi di formazione certificati, sia del cliente che frequenta il bar, il quale deve sapere cosa chiedere, come ottenerlo e comprendere la complessità che lo circonda.»
+ INFO: www.bazzara.it/
1 Commento
A me piace il caffè amaro. Lo bevo principalmente per il suo effetto, e per esempio l’arabica, tanto osannata da molti, non mi entusiasma perché contiene meno caffeina e quindi non percepisco l’effetto. Anche il gin tonic è amaro, ma piace a molte persone, forse più di cocktail analcolici dove si esaltano fragranze e sapori.
Riguardo alla preparazione, capisco l’importanza di pulizia e del macinare il caffè al momento, ma bisogna anche considerare la realtà di certi bar, soprattutto quelli napoletani, che servono un numero elevato di clienti ogni giorno. In questi contesti, la velocità del servizio è essenziale. Se la mattina sono di fretta, aspettare cinque minuti per un caffè non è l’ideale.
So che esistono molte varietà di caffè e metodi di estrazione, e a volte mi piace provarli per curiosità. Tuttavia, in Italia, la maggior parte delle persone ama il caffè con questa tostatura caratteristica. Secondo me, la gente non cerca tanto le note particolari, come quelle di “copertone”, ma beve il caffè per ricaricarsi e per il piacere di stare in compagnia. Magari con persone simpatiche, che non fanno i saccenti e non criticano gli altri per i loro gusti.