Su questa semplice formula si basa la produzione dei vini dell’Azienda Agricola Le Bertille di Montepulciano. “Il nostro vino ha bisogno di tempo per maturare. Come le persone”. Il primo vino prodotto è stato commercializzato nel 2007. Era il Nobile di Montepulciano 2003, messo in bottiglia nel 2006.
Olimpia e Saverio Roberti hanno capito fin da subito che, rispetto ad una tipica produzione locale, il loro vino aveva bisogno di più tempo di affinamento in bottiglia per svelarsi. Lo hanno verificato anno dopo anno: “Abbiamo capito che se diamo ai nostri vini la possibilità di riposare a lungo in bottiglia, arrotondano le loro spigolosità lasciando emergere il frutto, che sarà nitido e preciso, ottimamente composto. Noi vogliamo che nel nostro vino si senta il vitigno e se ne riconoscano i caratteri, e che possa affermare tutte le caratteristiche del territorio. Possiamo pretenderlo perché abbiamo un territorio meraviglioso. Non dobbiamo far altro che prendere il meglio che ci da. Lo mettiamo in cantina e aspettiamo”.
Per questo motivo nell’attuale edizione del Vinitaly Le Bertille porterà il Nobile di Montepulciano della vendemmia 2009 e il suo primo Nobile di Montepulciano Riserva 2008. “Abbiamo imparato a conoscerlo” continua Olimpia “e il 2009, secondo noi, comincia solo ora a raccontare veramente quello che è. Lo avevamo presentato alle guide lo scorso anno, ma abbiamo capito che è stato troppo presto. Per il 2010 c’è ancora tempo. D’altra parte non possiamo snaturare il vino delle sue caratteristiche, altrimenti è come se togliessimo un dolce dal forno a metà cottura o se ci fermassimo a metà di un viaggio. Il nostro è un vino che ha bisogno di stare molto in bottiglia, è la sua natura e non faremo mai niente per modificarla”.
Le vigne de Le Bertille, che si estendono per 15 ettari in 4 zone diverse intorno a Montepulciano, consentono una produzione di 60/70 mila bottiglie. La ventilazione è garantita dalla posizione collinare a oltre 300 metri circa di altezza media sul livello del mare con varie esposizioni. Le uve sono raccolte e lavorate a mano. L’approccio ai vigneti da parte della famiglia Roberti è di assoluto rispetto per i suoi ritmi e per l’ambiante che li contiene, convinti che la pianta che vive in equilibrio con la natura non può dare che frutti sani e unici, dai quali ottenere un vino non omologato.
Press: Rosanna Ferraro