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Sessant’anni in cooperativa. Sempre e comunque con un’unica missione: fare in modo che gli allevatori possano restare in montagna e avere un’adeguata remunerazione per i sacrifici che fanno ogni giorno. Un simbolo per il Bellunese che produce, e non solo. Perché Lattebusche da tempo ha allargato i propri confini, alimentando occupazione e indotto anche a Chioggia, Sandrigo e a San Pietro in Gù. La cooperativa è oggi una realtà dinamica con un fatturato stimato in oltre 90 milioni di euro, in linea con quello precedente, con una gestione di 1.088.402 ettolitri di latte.

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Nata nel 1954 per tutelare i piccoli produttori di montagna, Lattebusche rappresenta oggi una moderna realtà produttiva che lavora esclusivamente latte locale, raccolto quotidianamente nelle stalle dei ca. 400 soci conferenti. Dislocata su 4 stabilimenti produttivi (Busche Bl, Chioggia Ve, Sandrigo Vi e San Pietro in Gù Pd), conta 207 dipendenti, 60 agenti, 10 depositi, 7 agenzie di distribuzione e 6 punti di vendita diretta (Bar Bianco). Lattebusche lavora giornalmente oltre 2.800 hl di latte che danno vita ad un’ampia gamma di prodotti; dal latte fresco Alta Qualità, allo yogurt, al gelato, fino ai formaggi, sia freschi che stagionati, il più noto dei quali è il Piave.

La vasta gamma di prodotti che Lattebusche offre sul mercato permette di incontrare i gusti di tutti i consumatori, anche quelli con i palati più esigenti. Gli sforzi aziendali, da sempre orientati alla soddisfazione del Cliente e ad unire il rispetto delle tradizioni casearie con l’aggiornamento tecnologico degli impianti di produzione, sono stati riconosciuti ed apprezzati dai consumatori. Un’incisiva politica commerciale orientata al mercato ha inoltre permesso di allargare il campo di azione dell’azienda, che da semplice realtà locale è riuscita ad affermare la presenza del proprio marchio anche nelle altre regioni d’Italia e, con i formaggi stagionati, in tutto il mondo. Tra i prodotti di Lattebusche, oltre al latte (fresco e UHT), yogurt, burro panna e formaggi freschi, va segnalata la Dop Piave, un formaggio a pasta cotta che dal 1974, anno del suo primo brevetto, ha rosicchiato il mercato arrivando alle 350mila forme prodotte annualmente, un quinto delle quali destinate al mercato estero. Ma il vero salto di qualità, Lattebusche lo ha compiuto agli inizi degli anni ’80. Antonio Bortoli, che a Busche era arrivato nel 1974, aveva capito che bisognava farsi conoscere anche altrove, portando i potenziali acquirenti del prodotto Lattebusche direttamente in azienda ed avviando l’espansione delle vendite della cooperativa al di fuori delle provincia bellunese.

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