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L’Assemblea di Federalimentare ha eletto Luigi Scordamaglia alla Presidenza della Federazione per il quadriennio 2015-2018. Scordamaglia succederà a Filippo Ferrua Magliani a partire dal 1° gennaio 2015. Scordamaglia, 48 anni, sposato con due figli, vanta un’importante e consolidata esperienza presso aziende ed istituzioni del settore alimentare, in particolare, nel comparto delle carni. Dal 2006 è Amministratore Delegato di Inalca Spa, Gruppo Cremonini. Dal 1995, ha maturato una prolungata esperienza professionale in Assocarni, prima come Direttore e Segretario Generale, quindi assumendo la carica di Vice Presidente. Già membro del Consiglio Direttivo dal giugno 2014, è attualmente Vice Presidente dell’IMS – International Meat Secretariat, associazione che riunisce le più importanti organizzazioni del settore della carne in tutto il mondo. In seno a Federalimentare, come Consigliere Incaricato, Scordamaglia ha largamente contribuito alle linee politiche della Federazione, a tutela dell’Industria alimentare italiana, in sede nazionale ed estera, su tematiche strategiche come agricoltura, internazionalizzazione e ambiente.

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“E’ stato un quadriennio difficile – ha dichiarato Ferrua – caratterizzato da una crisi economica senza precedenti dal dopoguerra che ha colpito duramente anche un settore tradizionalmente anticiclico come quello alimentare. E’ diminuita la produzione, sono crollati i consumi, solo l’export ha tenuto grazie alla forza del Made in Italy. Un contesto esterno che ha reso necessario operare sull’emergenza piuttosto che sullo sviluppo organizzativo della Federazione; penso che la nuova Presidenza saprà cogliere il momento dell’auspicata ripartenza del Paese per avviare un processo di crescita federativa a cominciare dalla straordinaria opportunità, che lascio in eredità, della partecipazione all’’Expo con un Padiglione Federalimentare per ospitare le eccellenze del sistema industriale alimentare italiano.”

 

Nel ringraziare per la fiducia accordatagli, il neo Presidente Scordamaglia ha assicurato che ”tutti i suoi sforzi saranno finalizzati a ridare centralità, rilevanza e visibilità all’industria alimentare italiana come asse portante della nostra economia e motore di rilancio del nostro Paese. La nostra Federazione, afferma Scordamaglia, dovrà essere percepita come organizzazione di rappresentanza unica ed unitaria dell’industria alimentare, quasi un emblema, un marchio identificativo in cui far riconoscere con orgoglio i tanti imprenditori che hanno contribuito alla straordinaria immagine che il food and beverage made in Italy ha nel mondo” . “Per quanto riguarda l’attività della nostra Federazione – conclude Scordamaglia – non è più tempo di disperdersi su mille attività: pochi, chiari e condivisi devono essere gli elementi su cui concentrarsi: rappresentare con orgoglio e determinazione il nostro mondo industriale nei confronti delle istituzioni, comunicare incessantemente l’enorme valore aggiunto che l’alimentare italiano rappresenta per questo Paese, partecipare attivamente al sempre più importante processo di internazionalizzazione delle nostre aziende, essere punto di riferimento concreto ma realistico nelle relazioni industriali”.

 

INFOFLASH FEDERALIMENTARE 

Federalimentare è la Federazione di Confindustria che riunisce le 18 Associazioni di categoria dell’Industria alimentare, secondo settore manifatturiero del Paese, con 132 miliardi di fatturato, 26 miliardi di export, oltre 6.800 imprese e 385.000 addetti. Alla fine del 2013 il fatturato complessivo del settore ha raggiunto i 132 miliardi di euro, con un’occupazione globale di 405.000 addetti distribuiti in 6.850 piccole, medie e grandi aziende. L’Industria alimentare italiana – che insieme ad agricoltura, indotto e distribuzione rappresenta la prima filiera economica del Paese – acquista e trasforma circa il 72% delle materie prime nazionali. Inoltre è ambasciatrice del made in Italy nel mondo, dal momento che il 78% dell’export alimentare è costituito da prodotti industriali di marca. L’export ha raggiunto complessivamente i 26.2 miliardi di euro mentre l’import si è fermato a 19.2 miliardi di euro con un saldo positivo della nostra bilancia commerciale di ben 7.0 miliardi di euro, cresciuto di quasi il 35% nel 2013. (Banca Dati)

 

+info: www.federalimentare.it

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