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Il settore vitivinicolo è una delle colonne portanti della produzione e dell’esportazione agroalimentare italiana e i vigneti sono una delle com­ponenti principali del paesaggio agrario del nostro paese. Oggi più che mai i produttori, spinti da un consumatore sempre più interessato all’impatto ambientale dei prodotti che porta sulla propria tavola, sono chiamati a prestare attenzione all’ambiente in cui operano, anche per continuare a competere sui mercati internazionali. Promuovere la sostenibilità nella gestione e nella protezione dell’ambiente rurale e del paesaggio agrario in ambito vitivinicolo diventa quindi un elemento fondamentale del lavoro delle aziende e dei Consorzi di Tutela.

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Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino è da sempre in prima linea nel proteggere e preservare un territorio che dal 2004 è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’UNESCO “questo appuntamento vuol essere un contributo fattivo, positivo e concreto al dibattito sul Piano di Indirizzo Territoriale della Toscana, che ha visto alcuni malintesi e forzature sul concetto di sviluppo economico e tutela del paesaggio – ha commentato il Presidente Fabrizio Bindocci. Il territorio di Montalcino è in connubio viscerale ormai da secoli con quello paesaggistico e i suoi produttori lavorano alacremente per preservare e difendere questa terra poiché sanno che la forza della loro economia è data dall’unione di due elementi: il rispetto del territorio e lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile. L’essere riusciti nel tempo a mantenere e tutelare questo equilibrio ha fatto sì che crescesse un sistema virtuoso che ha contribuito alla rinascita economica nel rispetto e valorizzazione del paesaggio”.

 Proprio per questo il Consorzio ha deciso di organizzare un seminario sul tema insieme all’ente di certificazione DNV GL, che con il Ministero dell’Ambiente e un pool di università e centri di ricerca, ha sviluppato il progetto V.I.V.A. (Valutazione dell’Impatto della Vitivinicoltura sull’Ambiente), mettendo a punto indicatori di misurazione della performance di sostenibilità specifici per il settore, a cui le aziende possono far riferimento per valutare il proprio impatto ambientale e socioeconomico e pianificare di conseguenza azioni riduttive e correttive. “Gli indicatori sono quattro: aria, acqua, vigneto e territorio” – spiega Franca Ballaben, Food & Beverage Sales Responsible Area Firenze di DNV GL. “Per ciascuno è stato predisposto un disciplinare tecnico che definisce le metodologie di monitoraggio e i sistemi di controllo che le aziende vitivinicole devono adottare per mantenere livelli qualitativi in linea con i principi della sostenibilità. Solo quelle che rispettano i valori stabiliti dal disciplinare per ciascun parametro possono, dopo verifica di terza parte, fregiarsi dell’etichetta VIVA direttamente in bottiglia, informando i consumatori che quello che si apprestano a stappare è un vino sostenibile”.

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