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Presto potrebbe nascere anche la capsula de caffè ecologica. La lettera aperta che alcune settimane fa il Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori ha inviato alla Lavazza con la richiesta di avviare un confronto per la ‘riprogettazione’ delle capsule di caffè ‘usa e getta’, attualmente non riciclabili, sembra dare i primi risultati. L’Aiipa, che rappresenta il gruppo merceologico chiamato in causa da Capannori e quindi anche altre aziende del comparto caffè, ha creato un gruppo di lavoro su questi temi da tempo impegnato, così come la stessa Lavazza, sul fronte della ricerca di innovazioni tecnologiche che riducano sensibilmente l’impatto ambientale di tutti i materiali di imballaggi e quindi anche delle capsule in questione.

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Presto gli amministratori capannoresi e i rappresentanti del team del centro di ricerca sui rifiuti che ha compiuto lo studio sulle capsule, coordinato da Rossano Ercolini, potrebbero incontrarsi con l’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari (Aiipa) di cui fa parte anche la Lavazza, nella sede dell’Innovation Center di Torino realizzato dalla Lavazza come centro nevralgico dei tutte le sue attività di ricerca, in primis la ricerca ambientale. L’importante azienda torinese ha accolto con grande disponibilità la sollecitazione giunta da Capannori con una lettera indirizzata al sindaco, Giorgio Del Ghingaro, all’assessore all’ambiente Alessio Ciacci e a Rossano Ercolini.

“Sarebbe un’opportunità davvero molto importante per l’amministrazione comunale e per tutta la nostra comunità, che con così tanto impegno ha collaborato all’ottima riuscita della raccolta ‘porta a porta’ e alla riduzione dei rifiuti – commenta il sindaco, Giorgio Del Ghingaro -. Il nostro centro di ricerca sta continuando a lavorare su questa questione e alcuni giorni fa il responsabile internazionale della strategia ‘Rifiuti Zero’ Paul Connet è venuto a Capannori proprio per darci il suo prezioso e imprescindibile contributo. Nel ringraziare la Lavazza per la disponibilità dimostrata, ci auguriamo quindi di poter incontrare quanto prima l’Aiipa e che possa nascere una collaborazione proficua per la salvaguardia dell’ambiente e la qualità della vita di tutti noi”.

Il caso studio sulle capsule di caffè

Da alcuni mesi con l’istituzione del Centro di Ricerca “Rifiuti Zero”, coordinato da Rossano Ercolini, l’azione dell’amministrazione comunale di Capannori si sta concentrando sul rifiuto residuo, quello cioè non differenziabile proprio come le capsule del caffè, sulle quali il centro ha realizzato un ‘caso studio’ dal quale emerge che ogni anno in Italia si consuma 1 miliardo di capsule da caffè ‘usa e getta’ (il 10 % di quante ne vengono consumate nel mondo) e che a Capannori, ipotizzando che rientri nella media nazionale, ogni anno se ne consumano 750 mila, corrispondenti a 9 tonnellate di rifiuto indifferenziato. “Rifiuti Zero” ha deciso così di scrivere a Lavazza per chiedere “di aprire un percorso condiviso per un suo ‘ripensamento’ in grado di superare le criticità attualmente evidenziate dai sopralluoghi”. Indicate nello studio anche alcune alternative all’attuale capsula da caffè usa e getta: le cialde biodegradabili (impiegano 3-4 anni a degradarsi), oppure le capsule ricaricabili o ancora le cialde in carta che possono essere compostate. Questo sarebbe un risparmio importante per l’ambiente, considerando che per realizzare un kg di capsule di caffè usa e getta occorrono 4 kg di acqua, 2 kg di petrolio e 22 Kw di energia elettrica
+Info: www.comune.capannori.lu.it

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