Pinterest LinkedIn

“La Cina rappresenta una grande opportunità per il comparto vitivinicolo italiano, che sta già investendo ingenti risorse in attività di promozione e sensibilizzazione per mettere le basi utili a creare la cultura del vino italiano in loco. Un mercato che, solo per noi, vale oggi circa 75 milioni di euro, che potrebbero aumentare notevolmente se riusciremo a superare gli handicap dovuti agli elevati dazi doganali e alla burocrazia imponente. Chiediamo ai Ministeri dell’Agricoltura e dello Sviluppo Economico e alla Commissione Europea di accelerare la firma di accordi bilaterali per sbloccare questa situazione”.

vini-cina

Con queste parole Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini, interviene oggi a margine dell’evento organizzato dal Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV) in collaborazione con Unione Italiana Vini (UIV) e China Alcoholic Drinks Association (CADA) per fare conoscere ad esperti e operatori del settore, oltre che alla stampa, i vini cinesi. Questo evento fa parte delle azioni previste per dar seguito all’accordo denominato Memorandum of Understanding firmato nel 2014 proprio da CEEV e CADA con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione commerciale tra i settori del vino europeo e cinese, migliorando la conoscenza reciproca delle potenzialità offerte dai due mercati e consolidando la collaborazione internazionale.

Databank excel xls csv Dati Indirizzi e-mail Aziende Beverage Bevande Tabella Campi records

“Altro fattore fondamentale che la Commissione Europea sta negoziando con la Repubblica Popolare Cinese – conclude Domenico Zonin – è un accordo sulla protezione delle Indicazioni Geografiche relative ai prodotti alimentari e ai vini comunitari. Durante l’ultimo incontro tra le delegazioni cinesi ed europee è stata confermata l’intenzione di giungere alla conclusione dell’accordo nei prossimi mesi, per garantire diretta protezione delle Indicazioni Geografiche europee, fra le quali 22 nomi dei principali vini a Denominazione di Origine e a Indicazione Geografica italiani. Auspichiamo che tale accordo avvenga in tempi brevi e confido che il Ministro Martina – come ha confermato di recente in occasione del Forum agroalimentare Italia-Cina svoltosi ad Expo – lavorando in stretta sinergia con la Commissione Europea, riesca a colmare questa lacuna laddove molti suoi predecessori hanno fallito, per il bene di tutto il comparto vitivinicolo italiano”.

Contatti email Aziende Beverage And Food Distribuzione Ingrosso Alimentari Banchedati CSV Excel

Le 22 Indicazioni Geografiche italiane contenute nell’accordo sono: Chianti, Asti, Bardolino (superiore), Barolo, Brunello di Montalcino, Vino nobile di Montepulciano, Montepulciano d’Abruzzo, Soave, Toscano/a, Franciacorta, Dolcetto d’Alba, Brachetto d’Acqui, Barbaresco, Conegliano- Valdobbiadene- Prosecco, Marsala, Bolgheri Sassicaia, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Campania, Sicilia, Prosecco. L’obiettivo dell’Unione Europea è di arrivare a un livello di protezione delle proprie indicazioni geografiche sul territorio cinese che sia più “tutelante” rispetto a quello previsto dagli accordi TRIPS in materia di proprietà intellettuale. Ciò significa che il Paese che accetta di proteggere le IG europee si impegna a impedirne l’uso per vini (o altri prodotti alimentari) non originari del luogo di origine dell’indicazione geografica in questione (anche se la vera origine dei prodotti è indicata o se l’indicazione geografica è tradotta o è accompagnata da espressioni quali “genere”, “tipo”, “stile”, “imitazione” o simili) e ad assicurare tale protezione anche contro qualsiasi tipo di “evocazione” della indicazione geografica stessa.

+info:

Tu cosa ne pensi? Scrivi un commento (1)

Gruppo Meregalli - Specialisti di vini e distillati dal 1856

Resta sempre aggiornato! Iscriviti alla Newsletter


1 Commento

  1. Porporella Reply

    Bene così!!! Pochi giorni avevo letto che il console d’Italia a Shanghai vuole portare il padiglione del Vino in Cina a fine Expo e che ha l’obbiettivo di raddoppiare l’export del vino in Cina durante il suo mandato. D’altronde ci sono Cileni e Australiani che godono di accordi speciali e quindi sono avvantaggiati. Speriamo che con il tempo e con campagne di far capire ai cinesi che i vini italiani sono prestigiosi e alla pari dei francesi che sono entrati prima nel mercato asiatico.

Scrivi un commento

18 − 3 =

Per continuare disattiva l'AD Block

La pubblicità è fondamentale per il nostro sostentamento e ci permette di mantenere gratuiti i contenuti del nostro sito.
Se hai disattivato l'AD Block e vedi ancora questo messaggio ricarica la pagina