C’era una volta la torrefazione, storica realtà di ogni piccola città e cittadina italica, sprigionante aromi e sapori da terre lontane. Del resto, il panorama italiano è caratterizzato proprio da un portfolio storico di realtà di piccole dimensioni: oltre 800 in totale, l’80-85% delle quali sono piccole.
Questo scenario sta vivendo una profonda evoluzione sotto la duplice spinta delle sofferenze sul mercato interno e dell’evoluzione nei gusti dei consumatori. Accanto alle piccole torrefazioni storiche, che trovano il loro punto di forza nell’artigianalità, stanno crescendo quelle di nuova generazione, i micro-roaster, che portano avanti una nuova cultura del caffè. E non è solo un fenomeno italiano.
Secondo Patrick Hoffer, Presidente di CPC – Consorzio Promozione Caffè “il consumatore è sempre più sensibile all’origine e, per le varietà più pregiate, si può dire che si stia imponendo quasi un concetto di ‘terroir’, come per i grandi vini. Negli ultimi anni la diffusione di questa tendenza tra il grande pubblico si è accentuata anche grazie alle operazioni di marketing portate avanti dalle multinazionali del porzionato e delle catene di caffetterie come Starbucks. Un altro trend emergente riguarda l’integrazione dell’offerta di una materia prima di qualità con competenze tecniche e con una gamma di servizi per permettere ai baristi di offrire un’esperienza di qualità a tutto campo al consumatore finale”.Oggi più che mai diventa quindi essenziale condividere, tra gli operatori, conoscenze e informazioni, mettendo insieme torrefattori e produttori di macchine, “perché se nel mondo del caffè, soprattutto espresso, l’italianità rimane un forte fattore trainante per vendere all’estero, per mantenere la sua leadership in questo mercato in continuo cambiamento il Made in Italy deve sempre più integrare la qualità del prodotto in un’esperienza di qualità totale. In questo scenario, per le piccole torrefazioni storiche come per i nuovi micro-roaster di tendenza, il SIC di Host rappresenta un’opportunità unica per farsi conoscere ai mercati internazionali e per dialogare e confrontarsi tra loro e con le altre filiere. E l’aumento degli spazi espositivi di quest’anno indica che le aziende italiane e non solo stanno comprendendo l’importanza di questa opportunità” conclude Hoffer.
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