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Da Sabato 8 Settembre in anteprima al Villaggio della Birra e poi successivamente presso i migliori beershop, Pub ed enoteche, rivenditori, librerie oppure online, sarà disponibile questa novità editoriale, al prezzo di una bottiglia di birra. Quindi un nuovo prodotto dell’Amiata, che non è da bere o da mangiare, ma da leggere. Le autrici sono Fiora Bonelli e Rachele Ricco, due affermate giornaliste e profonde conoscitrici della storia e delle tradizioni del Monte Amiata. Di cosa tratta dunque questo libro, ricco di iconografia e di informazioni? Non è la storia, di Birra Amiata, troppo giovane per averne una veramente interessante da raccontare, ma di cui ovviamente gli autori a otto mani con i fratelli Cerullo raccontano gli esordi , non è un catalogo delle birre prodotte, visto che se ne menzionano “solo” 10, non è un manuale su come aprire un microbirrificio, anche se all’interno ci sono degli aneddoti e degli spunti interessanti anche su questo.

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E’ semplicemente la testimonianza di una scelta di amore verso un prodotto, la birra “viva” artigianalmente prodotta e verso un territorio, il Monte Amiata e la volontà di descriverlo, non con penna o pennelli, ma con una tavolozza diversa, composta da acqua, orzo, luppolo e prodotti locali. Non solo questo, ma anche il desiderio di raccontare questo territorio attraverso i nomi e le etichette delle birre. Da qui infatti il titolo, piuttosto fuori dagli schemi classici. Chi ha apprezzato la Contessa e la Drago della Selva potrà conoscerne la leggenda, chi è interessato alla birra di castagne troverà diverse informazioni ed una pregevole sintesi della storia della castanicultura sull’Amiata, così come le informazioni sull’antica e potente famiglia degli Aldobrandeschi a cui è dedicata una birra o sulle quasi dimenticate Miniere di Cinabro, decisive non solo per l’impatto economico sul territorio, ma anche per la costituzione di una coscienza sociale tra gli abitanti della montagna. Perché la birra di Segale si chiama Zancona? E cos’è la Dea Madre? In cosa consiste la dimensione “spirituale” dell’Amiata ben rappresentata dai templari, da predicatori, da profeti autoctoni e da comunità tibetane? Ogni birra di Amiata nasce per avere un’anima e raccontare una storia ben precisa. Per coloro ai quali piace conoscere queste storie o sono soliti raccontarle durante le degustazioni o la vendita delle birre, un libro utile, di facile lettura, per offrire al cliente il maggior numero di informazioni. Per gli appassionati una lettura divertente, in cui si racconta anche uno spicchio di storia del movimento brassicolo italiano intorno al quale ruotano personaggi ben noti e problematiche comuni. Di grande impatto, nella sua sintesi ed al tempo stesso completezza, la prefazione di Lorenzo Dabove, in arte Kuaska, precursore, custode, censore e cronista della birra artigianale italiana.

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Effigi Editore
Edizioni Effigi, conosciuta e apprezzata per le pubblicazioni di libri che “partono dal microcosmo per aprirsi al mondo”. Mario Papalini che con queste parole definisce la sua casa editrice, si adopera costantemente per “valorizzazione le particolarità culturali della Maremma e dell’Amiata. Oltre ad un interessante e variegato catalogo librario (www.cpadver-effigi.com/blog/grafica/edizioni-effigi/) la casa editrice pubblica anche il periodico Nuovo Corriere dell’Amiata

Birra Amiata
Dal 2006 produce birra “viva” perché non pastorizzata e non microfiltrata, con metodi artigianali, ma soprattutto con passione ed ispirazione. Mira all’eccellenza qualitativa e quindi al costante miglioramento dei propri processi, sempre però nell’ottica della genuinità e della tradizione. Le birre prodotte, tutte equilibrate e gradevoli, hanno un anima che racconta il territorio da cui provengono e la passione di chi le produce. Tra le materie prime l’acqua della sorgente del Fiora è talmente pura che non necessita di particolari trattamenti ed è una risorsa fondamentale con la quale si può produrre qualsiasi tipologia di birra. Grazie ad alcune collaborazioni con importanti aziende agricole sul territorio nazionale, produce anche con orzi di provenienza toscana e marchigiana. Tra le specialità di Birra Amiata la linea di birre alle castagne del Monte Amiata (Bastarda Rossa, vincitrice di una medaglia d’oro al Mondial de la biere nel 2011, Bastarda Doppia, Vecchia Bastarda). Nell’ultima Guida alle birre d’Italia di Slow Food 2013 sono menzionate 4 birre: Bastarda Doppia (birra slow) Contessa (birra quotidiana) Cinabro e Drago della Selva (grandi birre). Birra Amiata produce anche in conto terzi ed è presente con i propri marchi Birra Amiata e Birra del Buttero e con la linea di ricerca e sviluppo “Amiata Lab”. Birra Amiata è distribuita in Italia da Vino & Design che su Roma è affiancata da Garo Alimentare e Domus Birrae. Birra Amiata è importata anche in Giappone, USA, Svezia e Canada. Maggiori info su www.birra-amiata.it

+info.

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