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Franciacorta grande alleato delle Ostriche. In un Festival Franciacorta d’estate dove tutte le cantine della zona hanno proposto qualcosa di particolare, a Ricci Curbastro hanno puntato al binomio ostriche e Franciacorta.

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Tre provenienze principali per le ostriche, che sono state abbinate a tre Franciacorta della storica cantina, giunta alla sua diciottesima, si avete letto bene, generazione. Azienda tra gli undici soci fondatori della doc nel 1967 e tra i firmatari del Consorzio Franciacorta negli anni ’90. Oggi gli associati al Consorzio sono circa 120, gli ettari vitati sono aumentati così come i produttori, ma a Ricci Curbastro troviamo ancora forte il valore della tradizione. Famiglia originaria di Lugo di Romagna, dove producono ancora una piccola produzione di Sangiovese. Lo sbarco in Franciacorta quando il bisnonno Riccardo Ricci Curbastro sposa Evelina Lantieri de’ Paratico, che dà il nome anche alla villa all’interno del quale si trova l’azienda vitivinicola nel comune di Capriolo.

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LE OSTRICHE

Una francese, una irlandese e un’italiana. Non è una barzelletta, ma sono le provenienze delle ostriche proposte in abbinamento. L’ostrica francese è una Utah Beach, il nome evoca un luogo simbolo. “Huitres” che si riconoscono molto bene visto che sono allevate nei pressi della foce di un fiume vicino alla storica spiaggia dello lo sbarco del D-Day. La vicinanza all’acqua dolce conferisce un gusto di nocciola quasi dolce. L’ostrica irlandese proviene da un allevamento con uno spazio di 18 metri quadrati, vicino alla foce di un fiume che anche qui genera una cremosità e volumi maggiore polpa. Di San Teodoro invece l’ostrica made in Italy, stile concava e piatta, prodotta con una crescita regolare, un rapporto perfetto tra polpa e guscio, un gusto delicato e persistente, in cui la salinità è ammorbidita da una lieve tendenza dolce.

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VINI IN ABBINAMENTO

Il primo vino in abbinamento è un Franciacorta Ricci Curbastro Gualberto 2006, il vino dedicato al nonno, che si chiama come il nipote, il relatore di questa degustazione che sta entrando a tempo pieno in azienda dopo gli studi in economia, affiancando papà Riccardo. Un vino il Gualberto che appena si era affacciato sulla scena ha registrato un en plein di riconoscimenti, un dosaggio zero 60 % Pinot Nero e 40 % Chardonnay. Un vino che rispecchia la filosofica di Ricci Curbastro, fare vini in Franciacorta con una forte complessità ma con una struttura e una lunga persistenza. “Devo essere sicuro che il nostro consumatore finale possa stappare queste bottiglie anche a distanza di anni senza correre nel rischio di difetti”– spiega Gualberto Ricci Curbastro. Vini che non sanno che cosa sia l’ossidazione, come l’Extra Brut 2007 abbinato alla seconda ostrica e il Saten 2007. Sorge spontanea una domanda: ma un Saten come si sposa con le ostriche? La risposta non è solo sì, ma dei tre abbinamenti proposti a detta di tutti si tratta del binomio più azzeccato. Merito dell’ostrica di San Teodoro, ma anche del Saten. Una delle migliori espressioni del territorio, mineralità e complessità, equilibrio tra acidità e morbidezze. “Un vino che ci rappresenta molto– continua Gualberto per una realtà storica come la nostra che a differenza di altre aziende continua a puntare sulla linea di vini fermi, molto richiesti soprattutto all’estero. Mio padre in questi giorni è fuori dall’Italia per promuovere i nostri vini, solo andando a fare degustazioni si possono raccogliere i frutti dell’export, magari in mercati di nicchia come Illinois o altre Stati dell’America più vera”.

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MUSEUM RELEASE

Ricci Curbastro quest’anno festeggia i 30 anni del museo agricolo, anche questa scelta lungimirante del nonno Gualberto che aveva capito che c’era bisogno di iniziare a raccontare la tradizione anche alle generazioni future. Ma Museum è anche la linea di Ricci Curbastro che punta alla longevità del Franciacorta. Una capacità evolutiva, vini che non invecchiano, nel tempo non perdono le loro caratteristiche di freschezza ma rimangono in equilibrio. Una nicchia, produzione di 1.500 bottiglie per ognuna delle cinque etichette proposte lavorando anche con gli uvaggi che stanno scomparendo dalla Franciacorta, leggi Pinot Bianco. Un posizionamento medio alto per questa gamma, che come anticipato fa dell’export una bandiera anche con i vini fermi, una quota pari al 36% delle vendite e una presenza in Italia, tolte le zone limitrofe, con le province di Roma e Frosinone le piazze di riferimento per i vini di Ricci Curbastro in Italia. Cose che non ti aspetti, ma del resto non ci aspettavamo nemmeno una freschezza di vini che hanno compiuto dieci anni e sono pronti ancora a stupire.

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+INFO: www.riccicurbastro.it

 

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