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Nomen omen dicevano i latini, il nome è un destino. Ci avviciniamo alla visita alla cantina Bellavista all’interno del Festival Franciacorta d’Estate carichi di aspettative. Si tratta di una delle realtà più importanti della Franciacorta, un profilo quali-quantitativo significativo che negli anni ha fatto crescere questa zona portandola a essere uno dei territori vinicoli più importanti d’Italia.

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La stradina che da Erbusco sale sino all’accesso di Bellavista ci fa capire l’origine di questo nome. Da qui su in alto si gode di una vista magnifica su tutta la zona, una posizione dominante che si traduce anche in una guida per l’itera filiera. Vittorio Moretti, deus ex machina di Bellavista, da aprile è alla guida del Consorzio Franciacorta come Presidente. Negli anni ’70 decise di costruire una cantina adiacente alla sua abitazione per una produzione di etichette destinate al consumo con gli amici. Ma è stato subito amore con il mondo del vino, negli anni Bellavista è diventata una realtà leader del territorio, oggi le redini della cantina sono in mano alla figlia Francesca Moretti, che insieme all’enologo Mattia Vezzola porta avanti la tradizione di una delle etichette più celebri della Franciacorta.

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BOTTI E VINO

Ogni singolo dettaglio in Bellavista è curato. Nella zona di vinificazione c’è molto acciaio, qui i vini fanno parte della prima fermentazione, ma vengono utilizzate anche le botti per la fase di fermentazione che quindi si suddivide tra acciaio e legno. Solitamente i vini base fermentano per il 35% in botti e per il restante 65% in acciaio. Questo per creare il gusto unico e inconfondibile di Bellavista, mediante un approccio tradizionale e naturale, il vino riposa nelle barrique per stabilizzarsi durante la fase di micro-macerazione, non vengono assorbiti i tannini ed i profumi tipici del legno se non in modo molto delicato. Il risultato ottimale lo troviamo nelle bottiglie di Bellavista, unite alle lenta rifermentazione sui lieviti in bottiglia con un reumage fatto a mano, produzione di vini dalle caratteristiche e dalle proprietà veramente particolari. Il fascino delle 1700 botti francesi, selezionate appositamente da Bellavista in Francia con una tonnellerie di fiducia, legni nuovi che vengono utilizzati sino a un massimo di 6 e 7 anni. Botti che restano piene per 9 mesi all’anno, con un controllo ogni due settimane per verificare che i livelli di igienizzazione non producano dei difetti alla produzione di Bellavista.

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VINO DELL’AMICIZIA

Dal 2008 a Bellavista non producono più vini fermi, la produzione si è concentrata sulle bollicine, anche perché il Gruppo Terra Moretti può presentare alla propria clientela prodotti delle altre cantine, come Contadi Castaldi sempre in Franciacorta, Petra e la Badiola in Toscana. Ma una micro-produzione viene destinata anche a Bellavista per il rosso, si tratta del “Vino dell’amicizia”, dedicato da Vittorio Moretti al suo amico il grande giornalista sportivo Gianni Brera, appassionato soprattutto di vini rossi. Così nasce “Zuan”, vino proveniente dal vigneto della Santissima Annunziata, dato in concessione dai monaci alla cantina Bellavista. Un Merlot in purezza, 100 magnum prodotte solo per occasioni selezionatissime.

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ANNATE SELEZIONATE

Francesca Moretti insieme all’enologo Mattia Vezzola è alla guida dell’azienda. Tra grandi formati, il bambino di nove litri come lo chiamano qui, con test sull’utilizzo di vetri provenienti da Murano e cuvée selezionate, non mancano gli esperimenti, tra tradizione e innovazione. Di qualche anno fa un cambio anche a livello di comunicazione sul prodotto, con Bellavista che dopo anni ha ridisegnato la grafica di tutte le etichette sulle bottiglie. “Si notano meglio sullo scaffale con questi colori”- il commento attento di un osservatore. Ma forse il regalo più bello che Vittorio Moretti ha voluto fare a tutti i wine lovers, è il vino che porta il suo nome. Viene prodotto solamente in annate selezionate, solamente cinque volte negli ultimi vent’anni, segnale di quanto sia importante il profilo qualitativo in casa Bellavista. L’ultima annata sul mercato il 2008. Blend di Chardonnay 58% e Pinot Nero 42%. Un vino che può reggere anche i vent’anni di invecchiamento, così consigliano da Bellavista che continua a essere una delle realtà che hanno fatto grande la Franciacorta.

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+INFO: www.bellavistawine.it/

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