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Dopo una crescita ininterrotta cala leggermente il numero dei Tre Bicchieri assegnati alle Marche. Una flessione fisiologica, dovuta a cause specifiche. Il Verdicchio è scevro di colpe. Anzi, cresce nel numero e in personalità. Nel bicchiere l’appassionato può contare su una molteplicità d’etichette che trasmettono la lucida visione di chi le ha create.Non è un caso che i nostri massimi riconoscimenti intercettino una molteplicità di stili, territori, sensibilità: c’è il senso elegantissimo e sussurato del Riserva Villa Bucci di Ampelio Bucci; il passo cadenzato, regolato dal sapiente uso del legno del Riserva Stefano Antonucci di Santa Barbara e del San Sisto di Fazi Battaglia; si esprime la potenza e la tipicità che la riva destra dell’Esino (Capovolto de La Marca di San Michele, Il Cantico della Figura di Felici, San Michele di Bonci) e al contempo la raffinata impronta della riva sinistra (Podium di Garofoli, Crisio di Casalfarneto, Vecchie Vigne di Umani Ronchi Montesolaro e Pallio di San Floriano, quest’ultimo unico dei 2011 premiato grazie a una freschezza e una vitalità da manuale).

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Vi è l’uso perfetto della surmaturazione delle uve che dona sfumature aromatiche accattivanti e grande ricchezza di sapore (Vigna Novali di Moncaro e Mirum de La Monacesca). Il primo alloro alle bollicine dell’Ubaldo Rosi di Colonnara è il sigillo della versatilità del vitigno. Matelica incoccia in due annate meno fortunate – 2011 e 2009 – e ne esce con le polveri bagnate ma la qualità media dei vini assaggiati punta decisamente verso l’alto. Bocca asciutta per l’Offida Pecorino, la cui qualità si diluisce e fraziona nel solito coacervo d’interpretazioni, alcune molto distanti tra loro. Chi esce malconcio è il rosso marchigiano che perde due Tre Bicchieri, passando dai 6 del 2012 ai 4 del 2013. Sembra che i produttori abbiano perso il bandolo della matassa e non riescano a infondere quella finezza aromatica e quella qualità dei tannini per reggere il passo con altre realtà nazionali. Gioverebbe alleggerire il quadro aromatico che gira intorno al vitigno principale, il montepulciano. Recuperare integrità fruttata e il valore della bevibilità con maturazioni meno spinte. Leggere meglio l’effetto conciante dei piccoli legni. Si salvano solo i soliti: i campioni di personalità (Kurni di Oasi degli Angeli e Barricadiero di Aurora) o di perfetta confezione internazionale (Roggio del Filare di Velenosi e il Pollenza dell’omonima cantina). Il Lacrima di Morro d’Alba, specie nelle tipologie Superiore e Passito, gode di ottima salute. Non pare lontano il giorno in cui qualcuno potrà aver accesso al club dei Tre Bicchieri.

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I TRE BICCHIERI GAMBERO ROSSO 2013 DELLE MARCHE
Barricadiero 2010 Aurora
Il Pollenza 2009 Il Pollenza
Kurni 2010 Oasi degli Angeli
Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2009 Velenosi
Verdicchio dei Castelli di Jesi Brut Ubaldo Rosi Riserva 2006 Colonnara
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Crisio Riserva 2010 Casal Farneto
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Il Cantico della Figura Riserva 2009 Felici Andrea
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico San Sisto Riserva 2009 Fazi Battaglia
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Stefano Antonucci Riserva 2010 Santa Barbara
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Capovolto 2010 La Marca di San Michele
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Pallio di San Floriano 2011 Monteschiavo
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Podium 2010 Garofoli
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore San Michele 2010 Vallerosa Bonci
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Vecchie Vigne 2010 Umani Ronchi
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Vigna Novali Riserva 2009 Terre Cortesi Moncaro
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Villa Bucci Riserva 2009 Bucci
Verdicchio di Matelica Mirum Riserva 2010 La Monacesca

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