Il 18 per cento degli italiani può tirare un sospiro di sollievo. Perché da oggi le persone che soffrono di calcoli renali e coliche avranno un rimedio in più, e anche naturale, per combattere le enormi sofferenze provocate dalla patologia: bere mezzo bicchiere di succo di limone ogni giorno. Uno studio clinico dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Bergamo rivela: “si avvia a certificare che le coliche si possono prevenire bevendo mezzo bicchiere di succo di limone al giorno. Meglio dei farmaci perché non ha controindicazioni”. Lo studio, condotto con il sostegno del Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa Igp, è stato illustrato oggi nei dettagli a Bergamo nella sede del prestigioso Istituto di Villa Camozzi. Il lavoro avviato nel 2008 ha coinvolto medici, ricercatori, scienziati e per la prima volta direttamente gli agricoltori, per dimostrare le proprietà del limone nella prevenzione e nella cura di questa particolare malattia, ancora meglio dei farmaci comunemente utilizzati, che mostrano effetti collaterali non tollerati da quasi un terzo dei fruitori.
Il fatto che il consumo di agrumi, accompagnato da una dieta specifica, fosse benefico per prevenire il formarsi di calcoli renali non rappresenta certo una scoperta. La novità da registrare, invece, è che tra gli agrumi è proprio il limone a dimostrasi il più performante per combattere la nefrolitiasi. Infatti il suo contenuto in citrato è di 42,9 grammi per chilo, ovvero 5 volte superiore rispetto all’arancia. Quindi è sufficiente la spremuta di 2/3 frutti per ottenere l’analogo risultato ottenuto da una medicina a base di citrato di potassio. Tra l’altro il succo è naturale. E, a differenza di alcuni medicinali, non presenta controindicazioni. Insomma “siamo di fronte a una notizia molto interessante -spiega il Dott. Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri- considerando che la calcolosi renale è molto diffusa nel nostro Paese, con milioni di persone affette da questa patologia”. Tra l’altro “si tratta di un disturbo ad altissimo coefficiente di ricadute: i calcoli si riformano in un paziente su tre in un arco temporale che va dai 2 ai 5 anni. Questo impone ai pazienti un continuo monitoraggio della situazione e, soprattutto, una particolare attenzione alla dieta”.
+info. www.italiasalute.it/copertina.asp?Articolo_ID=9936