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“Domani vado ad Adelfia”. E che cosa ci vai a fare? Questa la risposta di amici pugliesi al mio programma estivo di visite in cantina. In effetti a prima vista, questa tappa non sembrerebbe rientrare negli itinerari classici del vino. “Siamo conosciuti più in Olanda e Belgio che in Puglia, sembra assurdo ma questa è la realtà”. A parlare è Vincenzo Latorre, titolare insieme alla moglie Sonia di Cantine Imperatore.

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Un’avventura nata circa una decina di anni fa. Oggi Cantine Imperatore è riuscita a entrare nelle migliori carte dei vini della Regione Puglia, una delle regine indiscusse del turismo in questa estate 2016. “Vogliamo farci conoscere anche qui in casa nostra, anche se è più facile vendere all’estero che in Italia”.

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Vigneto contrada Castello di Cantine Imperatore

STORIA DI FAMIGLIA

La storia di Cantine Imperatore nasce da lontano, la famiglia Imperatore è sempre stata impegnata nel mondo del vino. Ancora oggi nel punto vendita di Adelfia è un via vai di persone che suonano il campanello di Sonia e Vincenzo per fare il pieno di vino sfuso, ma di qualità. Ma la vera sfida è stata puntare subito su un target medio alto per i vini in bottiglia, con una produzione complessiva di circa 20.000 bottiglie. Vincenzo ha una formazione giuridica, quando ci accompagna nel vigneto in contrada Castello viene fuori il valore dell’autoformazione. Parla dei terreni, della terra, degli inizi in cui in tanti lo prendevamo per matto, cercare di produrre Primitivo su terreni calcarei, marnosi, argillosi. Ci racconta del segreto di trovare quel giusto equilibrio in vigna tra rese e sofferenza, con la pianta costretta ad andare in profondità alla ricerca di sali minerali. Siamo nel cuore della Denominazione Gioia del Colle, una zona dove il Primitivo rispetto a Manduria ha un tannino più elegante e raffinato con un taglio finale secco.

VIGNETI VICINI E DIVERSI

La particolarità a Cantine Imperatore è quella di avere dei vigneti vicini con caratteristiche diverse. Merito del clima, ad Adelfia piccolo paese alle porte di Bari, situato ai pendi delle Murge centrali a 180 metri sul livello del mare, l’agricoltura è di casa. Grande tradizione nella viticoltura, poi piano piano il dilagare dell’uva da tavola stava prendendo il sopravvento. Per fortuna oggi siamo tornati alle origini. Vigneti ad alberello, vigne con piede americano per sperimentare che cos’era il lavoro prima della fillossera. Peccato non poter visitare la grotta di affinamento, in fase di restyling, dove il Primitivo di Cantina Imperatore affina con le tecniche di una volta. “Ci vuole molta attenzione e umiltà, credo che il vino sia una sostanza viva che bisogna rispettare”. Discorsi di chi pensa in maniera biologica, manca solo la certificazione, poi c’è la parte commerciale. “Quello è un altro lavoro ancora– ammette Vincenzoquando siamo partiti io ho detto sin subito che volevo la critica, perché solo con dei confronti costruttivi ti puoi migliorare”. E i giudizi lusinghieri non si sono fatti attendere.

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Vigneto sperimentale ad alberello all’Americana

 

VISIONE E PASSIONE

Siamo all’interno di un giardino del vino che si illuminerà per un evento notturno. Vino e cibo per la serata, al mattino all’alba un pianoforte a riscaldare l’atmosfera. Parliamo anche di export e di vendite, della visione di Cantina Imperatore tra dieci anni. “Voglio essere riconosciuto per la qualità dei miei vini, arrivare a un livello quali-quantitativo importante e fare in modo che ci conoscano in Italia e all’estero per i nostro prodotti, c’è spazio per fare molto”. Dopo l’Europa si sta aprendo il mercato nord americano, in attesa anche di aggredire la piazza milanese per rimanere nei nostri confini. In cantiere un metodo classico che starà tre anni sui lieviti, oggi bisogna accontentarsi, per modo di dire, di Attimi, un Brut Charmat di Minutolo in purezza dalla freschezza immediata, in bocca leggermente abboccato ma comunque ben bilanciato. Ma è arrivato il momento di parlare di Orange Wine.

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IL QUARTO COLORE

È la seconda volta che assaggio un Orange Wine made in Puglia, anche la prima era stato sempre Il Quarto Colore di Cantine Imperatore. Cambiamo le regole recita l’etichetta. E in effetti con questo Orange stanno cambiando molte cose nella viticoltura pugliese. Ci hanno pensato alcuni produttori più a nord ad aprire la strada. La mano inconfondibile dell’enologo Tommaso Pinto. Pampanuto in purezza, uno di quei vitigni dimenticati che solo in Italia siamo in grado di esprimere e valorizzare. Colore tendente all’aranciato scarico, quasi torbido, capiamo subito che siamo di fronte a un vino cosiddetto naturale. Naturalità che percepiamo anche al naso, si sente ancora il frutto, macerazione lunga, tre settimane a contatto con le bucce. In bocca ci sorprende per il suo corpo elegante. Sembra di baciare una bella ragazza appena uscita dall’acqua, sapidità e freschezza. Abbinamento provato con una Fregola Sarda con Arselle. Dovevamo cambiare le regole, allora ci siamo spostati di regione, esame superato.

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+INFO:
www.cantineimperatore.com

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