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Il Vulture mantiene ancora il primato. Ma la Basilicata del vino è pronta per fare emergere nuovi territori, ne abbiamo avuto prova nelle batterie di assaggio e nelle finali della guida Vini d’Italia 2017.

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La Basilicata del vino è un giacimento prezioso finora sfruttato solo in parte. La maggior parte dei consumatori è familiare con la più importante denominazione regionale, l’Aglianico del Vulture, che recentemente ha ottenuto, per la tipologia Superiore e Superiore Riserva, la denominazione d’origine controllata e garantita.

Ed è proprio l’Aglianico che nasce dai contrafforti del Vulture fino a Venosa che vengono le etichette più rappresentative della regione. Quest’anno sono quattro i vini premiati, tre di questi, quelli di Terre degli Svevi, Cantine del Notaio e Titolo sono degli habitué dei Tre Bicchieri, mentre l’ottimo Gricos ’14 di Grifalco di Lucania debutta felicemente nel club dei vini premiati.

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Il dato importante emerso dalle degustazioni è che nelle nostre finali erano ben 18 i vini lucani. Tutti Aglianico del Vulture, con l’unica stimolante novità del Vulcano 800 di Terre dei Re, un elegante pinot nero che nasce in alta quota e che ci dà la percezione delle potenzialità di questo straordinario terroir.

L’epopea dei vini etnei forse sta contagiando anche la tranquilla Basilicata? Vedremo nascere nuove aziende e affermarsi nomi della tradizione sul mercato internazionale nei prossimi anni? Sinceramente ce lo auguriamo, perché gli ingredienti per una storia di successo qui ci sono tutti. Mentre chiudiamo quest’edizione della Guida la notizia che un marchio storico come Paternoster sia stato acquisito da un gruppo importante come la veneta Tommasi Viticoltori – che si affianca alle acquisizioni recenti della Feudi di San Gregorio (Basilisco) e del gruppo Farnese (Vigneti del Vulture), per non parlare di una realtà ormai consolidata come Terre degli Svevi del GIV, non fa che avvalorare quest’ipotesi. Uva, territorio e clima sono tra i più felici del meridione per una produzione di vini di classe, e il successo del brand Paternoster (che inanella ben due vini alle nostre finali) è emblematico di queste potenzialità.

Ma la Basilicata del vino non si limita al comprensorio del Vulture. Ci sono denominazioni che stanno lavorando per emergere. Grottino di Roccanova, Terre dell’Alta Valdagri e soprattutto la denominazione Matera danno incoraggianti segnali di attività. Soprattutto quest’ultima, che si declina in varie tipologie, tra le quali Moro e Primitivo sembrano le più promettenti, siamo sicuri che in un immediato futuro potranno affiancare il Vulture nell’esprimere in modo più articolato il grande potenziale qualitativo dell’enologia lucana.

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Ecco l’elenco dei Tre Bicchieri

Aglianico del Vulture Gricos 2014 Grifalco della Lucania

Aglianico del Vulture Il Repertorio 2014 Cantine del Notaio

Aglianico del Vulture Re Manfredi 2013 Re Manfredi – Cantina Terre degli Svevi

Aglianico del Vulture Titolo 2014 Elena Fucci

 

fonte: www.gamberorosso.it/it/vini/1025381-anteprima-tre-bicchieri-2017-basilicata

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