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Il Barolo è uno dei rossi italiani più costosi e più apprezzati in tutto il mondo, caratterizzato da un’estrema finezza. È il tempo che trasforma questo vino in un prodotto importante ed esclusivo, da stappare nelle ricorrenze speciali.


Ottenuto da uve Nebbiolo in purezza, il Barolo nasce nel cuore delle Langhe, le colline che sorgono a sud della città di Alba, nel territorio dei comuni di Cuneo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba e parte dei comuni di Cherasco, Diano d’Alba, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Roddi, Verduno, paesi nati intorno a castelli medievali.

Tra gli altri vini DOC e DOCG prodotti in questa zona, il vino Barolo è il più adatto a raccontare l’arte dei vignaioli langaroli e l’unicità di questo territorio.

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Come nasce il vino Barolo

Il vitigno del Barolo ha una maturazione tardiva, che inizia nella seconda metà del mese di ottobre. Le uve hanno una forma appuntita e lunga e sono di colore blu tendente al grigio, per via degli acini presenti all’interno del chicco. La conformazione del terreno è di tipo calcareo-argilloso di origine elveziana, o marnoso e sabbioso di tipo tortoniano.
Il Barolo deve invecchiare almeno 38 mesi (a decorrere dal 1 novembre dell’anno di produzione delle uve) e, durante questo periodo, per 18 mesi, il vino deve essere lasciato a riposare in botti di legno. Dopo 5 anni di affinamento può chiamarsi “Riserva”. Per il Barolo e per il Barolo Riserva la gradazione alcolica è di 13%.

I grandi amanti del Barolo si dividono i due gruppi, dall’approccio completamente diverso: i più tradizionalisti sono per un Barolo robusto e tannico, affinato in botti grandi; gli innovatori invece apprezzano un vino più morbido e gentile, affinato in piccole botti barrique.

Le conformazioni geologiche e microclimatiche delle diverse zone delle Langhe donano a questi vini sfumature particolari, che si sovrappongono alla caratteristica trama robusta e tannica. Le varietà provenienti da Bussia (Monforte d’Alba), Villero (Castiglione Falletto) e Cannubi (Barolo) sono tre esempi di questa perfetta unione di sapori.

 

Le caratteristiche inconfondibili del Barolo, il “Re dei vini”

Dallo stretto legame fra le caratteristiche intrinseche del vino Barolo e i gusti nobiliari del XIX secolo è nato l’appellativo di “Re dei vini” o “vino dei Re”, tuttora usato per identificare un prodotto pregiatissimo, riservato alle grandi occasioni.

Degustare un vino Barolo è un’esperienza unica, ed è necessaria una buona preparazione all’arte della degustazione vini per eseguirla nel modo corretto.
Il colore è rosso rubino, fresco e vivo, tendente all’arancio per via della lunga permanenza nelle botti di legno. Nonostante sia un vino di grande consistenza, si presenta brillante e abbastanza trasparente.

Il profilo olfattivo del Barolo è ampio e complesso. Nelle sue migliori interpretazioni si percepiscono note floreali di rosa e viola; Sentori fruttati di frutti rossi, soprattutto fragoline di bosco, lamponi e confettura di ciliegia; Note speziate, cioccolato, chiodi di garofano, noce moscata, funghi secchi, pepe nero. Questi aromi pungenti si accompagnano a quelli boisé, richiamando note più calde di tabacco tostato e vaniglia.
Il Barolo si presenta al palato con tutta la forza del tannino in giovane età. Un’intensa freschezza di frutta cotta, unita ad aromi di sottobosco, donano un retrogusto caldo e deciso, in cui permangono le note floreali e balsamiche.

Come tutti i grandi vini, il Barolo si esprime in modo eccellente da solo. In cucina si abbina a piatti di carne, come il tradizionale brasato al Barolo e il filetto al pepe o, piatti tipici della regione del Piemonte, come la bagna cauda alla finanziera, la lepre in civet e formaggi stagionati.

Il Barolo va servito a una temperatura ambiente di 18-20°C, avendo cura di aprire la bottiglia almeno un’ora prima della degustazione, o diverse ore prima, nel caso di un Barolo di lungo affinamento. Per la degustazione si utilizza un calice di grandi dimensioni, a luce ampia per permettere la diffusione dei profumi.

La storia lunga e avvincente del “Re dei vini”

La storia del vino Barolo ha inizio all’epoca dei Greci, che portarono in Liguria i vigneti di Nebbiolo. Nei secoli a venire, la coltivazione fu continuata dai Romani e dai Galli. In epoche più recenti, grandi personaggi della storia sono stati catturati dai famosi vini piemontesi, come Re Sole e Camillo Benso Conte di Cavour. Quest’ultimo ordinò di piantare duecentomila viti di Nebbiolo nelle terre intorno al suo castello, nel paese di Grinzane. Quando il Conte chiamò l’enologo francese Alexandre-Pierre Odart per creare da queste favolose uve una bevanda eccezionale, i processi di produzione migliorarono. Fu da quel momento che il “Re dei vini” iniziò la propria ascesa al successo.

Nel 1873 il Barolo vinse 7 medaglie d’oro al concorso di Vienna e venne identificato come “vino adatto all’invecchiamento”. La zona di origine del Barolo fu delimitata per la prima volta nel 1909 dal Comitato Agrario di Alba. Nel 1933 il Barolo fu riconosciuto come “vino tipico di pregio” e l’anno successivo fu fondato il Consorzio dei vini tipici di Barolo e Barbaresco. Il 1966 vide l’assegnazione della DOC.

Negli ultimi anni si sono intraprese due importanti iniziative a favore del Barolo: l’avvio del Piano Controlli per la Certificazione richiesta dall’Unione Europea nel 2005 e l’ufficializzazione nel Disciplinare delle Menzioni Geografiche Aggiuntive nel 2009.

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Perché il vino Barolo è costoso?

Il Barolo è il vino rosso italiano più rinomato a livello internazionale, di altissima qualità e dalla lunga storia, perciò generalmente è molto costoso, uno dei vini più cari al mondo, e perciò il suo consumo è riservato a occasioni speciali.

Si trovano in commercio bottiglie di Barolo di tutti i prezzi, anche se i più accessibili restano comunque abbastanza alti. Vi sono poi anche quelli di eccezionale qualità, dal costo decisamente elevato.

I prezzi di bottiglie di discreta qualità partono in genere da almeno 15 euro, come nel caso del Grimaldi Barolo San Biagio, un vino del 2008, intenso e pieno. Allo stesso prezzo si può acquistare il Barolo del 2004 di Mainerdo, un vino di grande personalità, con profumi di sottobosco, goudron, tartufo bianco, liquirizia, caffè e scatola di sigari con fondi speziati.

Ma perché il prezzo del vino Barolo è così alto? Il primo motivo è la qualità della materia prima. Infatti, il prezzo dell’uva incide sempre su quello del prodotto finale, e l’uva Nebbiolo è una delle più costose d’Italia. Il prezzo della bottiglia è poi determinato anche dall’annata in cui è stato prodotto il vino e dall’invecchiamento.

Il miglior prezzo per una bottiglia di vino Barolo di buona qualità è di 25 euro, come per esempio il Barolo Ravera di Marziano Abbona, del 2008 o 2009, caratterizzato da un ottimo profumo di fiori appassiti e fragole, sapido e tannico.

 

Le bottiglie più pregiate (e anche le più care)

Tra le bottiglie di Barolo più costose troviamo il Barolo Voghera Brea Riserva, invecchiato 8 anni, a 65 euro; Il Barolo Le Rocche del Falletto Riserva di Bruno Giacosa, a 120 euro; Il Barolo Montorfino Riserva del 1999 di Conterno, a 210 euro;

La bottiglia in assoluto più costosa e ricercata al mondo per via della qualità straordinaria è il leggendario Barolo di Bartolo Mascarello. Oggi sua figlia Maria Teresa porta avanti la tradizione di famiglia con grande abilità e passione, mantenendo lo stesso approccio del padre: in particolare, l’uso di uve mature provenienti solo dai propri vigneti e l’uso di grandi botti di rovere di Slavonia per l’affinamento dei vini.

Il prezzo per una bottiglia di questo vino parte dai 420 euro!

Articolo a cura di
Degustibuss | Accademia Nazionale | Sommelier | Pizzaioli | Barman
www.degustibuss.it

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