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In Franciacorta si è aperta la stagione della vendemmia che quest’anno ha dovuto fare i conti con la siccità ed i cambi di temperature con le gelate che ridurranno la produzione almeno di un 30%. Ma a riportare il sorriso tra i viticoltori delle “bollicine” è il nuovo disciplinare di produzione approvato dal ministero dell’Agricoltura che dà il via libera ad un vecchio vitigno: l’Erbamat.


Per fare il quadro di come è andata la stagione 2017 bisognerà però attendere la prossima primavera quando ci sarà la creazione degli assemblaggi.

Il recupero delle piante è stato quindi estremamente diversificato, alcune hanno infatti ripreso il loro corso vegetativo, anche se con una produzione più scarsa rispetto al normale e comunque in ritardo rispetto ai vigneti non intaccati dal freddo. Sul piano fitosanitario la stagione è stata piuttosto tranquilla: i mesi di maggio e giugno sono stati molto più caldi nelle massime e più freddi nelle minime, con escursioni termiche mediamente maggiori al 2016. A Luglio l’alternarsi del caldo e dei fenomeni piovosi ha favorito la maturazione delle uve. Le principali patologie fungine, peronospora e oidio, non hanno destato particolare preoccupazione.

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Quindi, specie sui vigneti passati indenni alla gelata, sembra essere un’annata scorrevole e potenzialmente qualitativa. Anche il forte caldo degli ultimi giorni non inciderà in modo negativo sulle rese: “la vite è una pianta mediterranea che sopporta bene caldo e scarsità di piogge. Il 2015 è stato un anno più complicato per quanto riguarda le temperature, non il 2017” – sottolinea Silvano Brescianini, Vice Presidente del Consorzio Franciacorta.

I primi vigneti a raggiungere la giusta maturazione sono, come ogni anno, quelli localizzati sul versante esposto a Sud del Monte Orfano grazie ad un microclima più caldo.

Nota positiva è, dunque, l’entrata in vigore dal 1 agosto del nuovo Disciplinare di Produzione approvato dal Ministero. Con la sesta modifica al disciplinare di produzione, la Franciacorta si avvicina ad una svolta importante, che apre nuovi ed interessanti scenari. Dopo molti anni di sperimentazioni condotte in sordina si è giunti finalmente all’inserimento di un nuovo vitigno nella base ampelografica (identificazione della varietà di vitigni), oltre allo Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero. Si tratta dell’Erbamat, un vecchio vitigno a bacca bianca originario della provincia di Brescia, da molto tempo dimenticato ma di cui si ha notizia fin dal ‘500. L’Erbamat entra al momento nella base ampelografica del Franciacorta nella misura massima del 10%, per tutte le tipologie ad eccezione del Satèn, così da permettere di testare le sue potenzialità in modo graduale e valutarne eventuali incrementi in futuro.

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Le modifiche al disciplinare, che si riconferma il più restrittivo al mondo fra i vini rifermentati in bottiglia, restano quindi vocate all’obiettivo di perseguire l’eccellenza in ogni singolo passaggio produttivo ed aprono la strada a nuove possibilità di differenziazione. In un mondo spumantistico che prevede pressoché ovunque l’impiego di Chardonnay e Pinot Nero, infatti, l’uso dell’Erbamat può diventare un fattore di esclusività importante, capace di ripercuotersi anche sull’interesse dei consumatori internazionali.

Fonte: www.primapress.it/ del 3.08.17

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