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A cura di: Agence Vallonne A L’esportation

Fonte: da Annuario Birre Italia 2003 – 2004 BEVERFOOD SRL

SOMMARIO: Le Birre Stagionali – Birre Regionali E Birre D’abbazia – Le Mitiche Trappiste

Rif. Temporale 03/2003

Le birre belghe possiedono una storia ricca e lunga. Già nell’antichità, la predilezione dei Galli per la “cervogia” era un fatto noto a tutti. Più alcolica delle nostre attuali birre, questa birra era ottenuta a partire da un’infusione di grani d’orzo germinati, con l’aggiunta di grano, segale e avena. Molto più tardi i monaci benedettini ebbero l’ingegnosa idea di aggiungervi del luppolo. Grazie alla loro disponibilità di tempo, di terra e alla loro perizia, questi ultimi si affermarono, con il passare del tempo, come “i maestri della produzione di birra”.

E’ vero che le abbazie hanno giocato un ruolo di pionieri e di grandi protagonisti nello sviluppo di questa attività, ma è alla fine del 19° secolo che la scoperta della pastorizzazione, associata ai progressi tecnici, ha favorito l’apparizione e lo sviluppo di una moltitudine di piccole fabbriche di birra, un po’ ovunque e in special modo nella regione vallone.

Conviviale per eccellenza, la birra ha sempre allietato la vita di tutti i giorni. Sia in aperta campagna che nel caffè, nei pasti dei monaci o nelle feste patronali, nelle grandi feste popolari o nelle riunioni familiari. La birra è associata da secoli alla storia, al paesaggio naturale e culturale di queste terre. Le birre valloni sono caratterizzate in primo luogo dalla loro grande diversità. Sia a livello del colore che del sapore e del modo di fabbricazione. Ogni birra presenta un carattere unico e autentico, in quanto essa riflette la storia e il gusto della terra che l’ha vista nascere.

Eredi delle tradizioni regionali più antiche, sono certamente le birre ad alta fermentazione a ricoprire il ruolo più rappresentativo del patrimonio vallone in questo settore di attività. Chiamate anche “birre speciali”, esse sono fabbricate in modo tradizionale ed artigianale.

Spesso vengono aggiunte spezie, piante aromatiche o zucchero (ma nessun additivo chimico). In funzione del tipo di malto, esse presentano un gradevole color giallo chiaro, ambrato oppure scuro, e un grado alcolico più elevato delle birre a bassa fermentazione. E’ possibile apprezzare totalmente queste birre, bevute con saggezza e senno, nel pieno della loro maturità in momenti di piacere intenso, in cui la sete trova la sua esaltazione nella pura degustazione! Ambasciatrici di una certa arte di vivere e di una indiscussa perizia, queste birre sono sempre più apprezzate anche sul mercato internazionale.

In funzione della loro storia e del loro modo di fabbricazione, è possibile distinguere:

  • le birre stagionali e le birre bianche
  • le birre regionali e le birre di abbazia
  • le birre trappiste.

 

LE BIRRE STAGIONALI

All’inizio del secolo, tutti i villaggi valloni contavano almeno una fattoria-malteria-birreria. Tradizione rurale e popolare, la fabbricazione di birra si svolgeva in inverno. E quando giungeva il momento della mietitura, questa birra stagionale, (Bière de Saison), servita freschissima in piccole brocche di gres, rappresentava il mezzo più apprezzato per calmare la sete dei lavoratori stagionali.

Queste fattorie-birrerie si svilupparono principalmente nell’Hainaut occidentale, provincia in cui le aziende agricole erano meno vaste. Oggi, questo tipo di birra viene ancora prodotta da alcune “famiglie” che salvaguardano la tradizione artigianale. Nell’Hainaut vi sono la Brasserie de Silly, la Brasserie de Blaugies, la Brasserie Dupont e la Brasserie à Vapeur di Pipaix. Citiamo inoltre la Brasserie du Bocq nella provincia di Namur e la Brasserie Lefèbvre a Quenast, nel Brabante vallone.

Le caratteristiche di questa birra? Di colore ambrato o scuro, si tratta di una birra “puro malto” ad alta fermentazione che presenta un contenuto in alcool, secondo i fabbricanti , compreso fra il 5 e il 6,5% del volume. Essa può essere cremosa, fruttata, leggermente amara o acidula, con talvolta l’aggiunta di un piccolo gusto di caramello. Rinfrescante e facilmente digeribile, questa birra viene degustata idealmente fra 3 e 6 gradi. La “Saison” migliora con il trascorrere del tempo…Inoltre, a condizione di disporre di una buona cantina e di resistere alla tentazione, è possibile conservarla facilmente quattro anni o più!

 

BIRRE REGIONALI E BIRRE D’ABBAZIA

E’ alla fine del secolo scorso che si sviluppò in Vallonia un gran numero di piccole fabbriche di birra. E anche se queste furono meno numerose che in altri tempi, alcune esistono ancora, malgrado lo sviluppo dei grandi gruppi produttori di birra.

Inoltre, numerosi artigiani-birrai sono impegnati a riportare al gusto di oggi le birre di una volta, nel pieno rispetto dei processi di produzione artigianali.

Le “birre regionali” e le “birre d’abbazia”, comprendono in realtà una grande varietà di birre, di gusti e di ricette. Ma, in ogni caso, si tratta di birre ad alta fermentazione, il più spesso rifermentate in pieno rispetto delle tradizioni antiche e locali, in passato messe a punto dai monaci.

Scure, chiare o ambrate, tutte queste birre, dal sapore molto tipico, sono eccellenti. Proseguendo la tradizione delle malterie-birrerie del secolo scorso, le birre regionali sono dei “prodotti vivi che raccontano la ricchezza della terra e la diversità della nostra cultura di fabbricanti di birre”. Forti del loro successo grazie alla loro qualità e autenticità le fabbriche di birra artigianale oltrepassano facilmente le frontiere regionali per partire alla conquista degli orizzonti più lontani.

 

LE MITICHE TRAPPISTE

Autentico regalo dal cielo, le birre trappiste sono ancora fabbricate in modo assolutamente tradizionale all’interno delle abbazie cistercensi. Esistono solo sei birre trappiste al mondo. Una nei Paesi Bassi e cinque in Belgio. In Vallonia, la Rochefort, l’Orval e la Chimay sono gemme di questa perizia ancestrale. Si tratta nello stesso tempo di birre singolari, originali e diverse tra di loro, anche se sono tutte ad alta fermentazione, rifermentate in bottiglie e non pastorizzate.

A seguito di alcuni tentativi di falsificazione, l’associazione internazionale “Trappiste” ha deciso di apporre sulle bottiglie il label monastico “Authentic Trappist Product”. Una denominazione rigorosamente controllata. Sotto questo aspetto, per chiamarsi “trappista”, la birra deve assolutamente essere fabbricata all’interno di un’abbazia cistercense, sotto il controllo della Comunità Trappista, la quale le produce senza alcuna finalità di crescita o di lucro! I redditi originati dalla fabbricazione di birra permettono “di assicurare il sostenimento dei monaci e la manutenzione degli edifici conventuali, di partecipare al mutuo soccorso sociale, fornendo nello stesso tempo delle possibilità di occupazione e di contribuire allo sviluppo economico regionale”.

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