A cura di Ettore Fortuna, Presidente Mineracqua
Pubblicato su Bevitalia 2010-11
SOMMARIO: Una vera e propria campagna mediatica contro l’acqua minerale, basata su affermazioni scientificamente non corrette, risibili e, soprattutto, ingannevoli per il consumatore, ci ha indotto, a prendere carta e penna per comunicare ai cittadini consumatori che paragonare l’acqua del rubinetto all’acqua minerale è un non senso scientifico oltre che potenzialmente ingannevole per il consumatore.
Riferimento temporale: dicembre 2010
Si tratta, infatti, di due acque diverse, per origine, per caratteristiche, per proprietà e, non ultimo, per disciplina di legge.L’acqua minerale proviene da un giacimento profondo, protetto, incontaminato; è pura all’origine; è imbottigliata alla sorgente in contenitori sicuri e riciclabili; può avere effetti salutari.Inoltre, e non da sottovalutare, l’acqua minerale , che è per legge tenuta a rispettare limiti ben precisi su alcuni contaminanti ed inquinanti, nel caso in cui li superi non può più essere commercializzata.
L’acqua potabile può provenire, invece, da falde superficiali, ma anche da laghi, fiumi e perciò, è soggetta a trattamenti di potabilizzazione e disinfezione.La disinfezione avviene normalmente attraverso l’aggiunta di derivati del cloro (ipoclorito di sodio). L’acqua potabile, inoltre, se supera i limiti di legge con riguardo a certi contaminanti ed inquinanti può essere lo stesso erogata in quanto beneficia di un regime di deroghe (deroghe che non sono uno scandalo di per sé in quanto lo Stato deve poter comunque garantire l’acqua per gli usi igienici).
L’origine ed i trattamenti delle acque potabili fanno si che in esse si trovino normalmente tracce di contaminanti di origine antropica (tetracloroetilene e tricloroetilene) e tracce di aloformi (boro formio e cloroformio)) quali sottoprodotti generati dall’immissione di cloro. Affermare, pertanto, che l’acqua minerale si può sostituire con l’acqua di rubinetto, non ha quindi senso, né ha senso giustificare l’alternativa all’acqua minerale a tutela della sostenibilità ambientale.
Sono molteplici gli interventi fatti dall’industria dell’acqua minerale a favore della sostenibilità: i risparmi di acqua (sia acqua minerale in sede di prelavaggio e imbottigliamento, sia acqua industriale); la riduzione del peso della bottiglia in plastica (esclusivamente pet) e l’impegno della categoria che ha portato il Ministero della Salute a varare un Decreto, in vigore dal 5 agosto scorso che consente di utilizzare pet riciclato fino al 50% nella fabbricazione di nuova bottiglie (superando un divieto risalente a 37 anni fa).
Così come forte è stato l’impegno verso il trasporto eco-sostenibile: l’acqua minerale viaggia su ferrovia per il 15% della produzione contro una media nazionale del 5% di altri prodotti.Questi sono stati e sono tutti interventi concreti, fattivi che potranno ulteriormente migliorare anche se la sostenibilità è un valore così importante che non può essere oggetto di responsabilità di una sola categoria, ma deve essere un impegno di più soggetti che insieme perseguono questo obiettivo: la distribuzione in primis.
I toni della campagna contro l’acqua minerale, peraltro, sono anche superficiali e se vogliamo antistorici: si fa quasi una colpa agli italiani di essere tra i più grandi consumatori di acque minerale (magari ignorando o facendo finta di ignorare che lo sono anche tedeschi e francesi) dimenticando la nostra origine mediterranea di amore per le terme e le acque termali e, soprattutto, dimenticando che non è una colpa bere acque minerale al posto magari di altre bevande che contengono coloranti, additivi, cc. Dovremmo essere felici di questa scelta degli italiani. Proprio per questo – non era mai successo dalla fondazione di Mineracqua 20 anni fa – la Federazione è ricorsa ad una campagna istituzionale molto pacata ma molto ferma nei concetti, in cui si illustrano le differenze tra acqua potabile e acqua minerale per dare al consumatore una informazione trasparente da cui possano discendere scelte libere.
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