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Decine di migliaia di visitatori, centinaia di formaggi da tutto il mondo e “Cheese Lab” affollati da appassionati hanno trasformato il capoluogo orobico nell’epicentro dell’arte casearia. Le premesse c’erano tutte. L’incanto di una delle più belle città italiane, un gioiello medievale intatto, la passione per i formaggi che si tramanda da generazioni, la provocazione di Luxury Cheese, la prima rassegna mondiale dei formaggi più rari e preziosi.

 

Forme formaggi

 

È questo in sintesi quanto successo durante i tre giorni di “Forme, Bergamo capitale europea dei formaggi”, la manifestazione che ha animato con eventi aperti al pubblico i principali luoghi di interesse della città. La risposta del pubblico ha superato le aspettative. A partire dall’inaugurazione, venerdì 20, gli spazi dedicati alla manifestazione sono stati occupati da un pubblico attento, molto spesso competente e soprattutto goloso. È grazie alle parole del Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori che emerge l’importanza del contesto per un evento che unisce al gusto per la gastronomia quello per la cultura, l’arte e la storia: «Forme è un appuntamento che consente alla nostra città e al nostro territorio di valorizzare quel che di importante sa produrre, ma anche un’occasione che permette a Bergamo di proporsi per quel gioiello che è».

 

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I numeri della tre giorni parlano chiaro: 8mila visitatori alla mostra Luxury Cheese, 35mila persone hanno transitato alla piazza mercato del formaggio, 500 partecipanti hanno assitito ai laboratori cheese lab, luxury cheese lab e ai momenti di formazione, 50 espositori di formaggi D.O.P e tipici, 15mila chili di formaggio degustati e venduti nella piazza mercato del formaggio. Forme è stata anche l’occasione per dare spazio alla solidarietà: in occasione delle finali di Italian Cheese Awards sono stati raccolti 5mila euro a favore della Fondazione A.R.M.R. – Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare, mettendo all’asta i 10 formaggi vincitori insieme a uno degli scranni della mostra “Luxury Cheese”. Le finali di Italian Cheese Awards sono state uno dei momenti salienti della manifestazione. La kermesse ha incoronato i migliori formaggi italiani, divisi in 10 categorie, oltre ad alcuni importanti premi speciali tra cui il premio “Fomaggio dell’anno”, vinto dalla Stracciata Molisana del Caseificio Di Nucci di agnone (IS), il premio “Eccellenza East Lombardy” vinto dal Caseifico Giovanni Invernizzi di Pontirolo Nuovo (BG) e il premio “Donne del latte” assegnato ad Amelia Nibbi, del Caseificio Casale Nibbi di Amatrice (RI). Un premio importante per una donna che la cui azienda è stata distrutta dal terremoto.

 

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Oltre all’aspetto puramente gastronomico i tre giorni di Bergamo hanno dato un segnale importante anche per tutta la filiera che si muove attorno al formaggio, come sottolinea il Ministro delle politiche ambientali, agricole e forestali Maurizio Martina, che così sintetizza gli obiettivi di “Forme”: «Far conoscere la grande varietà delle produzioni lattiero-casearie che le nostre comunità locali sono in grado di esprimere è un’azione fondamentale per tutto il made in Italy. Raccontare il lavoro che parte dall’attenzione alla qualità dei nostri allevatori, fino all’esperienza degli artigiani e degli imprenditori che ne fanno forme straordinarie. Valorizzare sempre di più il legame tra territorio, origine ed eccellenza». Un altro punto di notevole afflusso è stata la Piazza Mercato del Formaggio, riedizione moderna delle antiche piazze dedicate a specifici mercati. Qui si potevano acquistare i migliori caci da tutta Italia, oltre naturalmente a quelli locali. Come dichiara Gianni Fava, Assessore Regionale all’Agricoltura, incontrato durante la mostra-mercato: «La grande tradizione casearia bergamasca e in genere delle Orobie trova in questa manifestazione la sua massima espressione divulgativa. Visitando il mercato, si ha l’impressione che Bergamo possa ambire a diventare la capitale mondiale dei formaggi». Un concetto ribadito da Paolo Malvestiti, Presidente della Camera di Commercio di Bergamo, che afferma: «Il formaggio è legato al territorio di appartenenza ed è il risultato di tradizioni secolari e di filiere uniche: un prodotto importante per la nostra agricoltura. Il primato nazionale (delle nove DOP casearie bergamasche ndr) assume ancora più valore se pensiamo alla qualità dei sette formaggi “Principi delle Orobie” prodotti a cavallo tra Bergamo e la Valtellina». Messaggi che fanno pensare a un futuro ancora più ambizioso per il formaggio a Bergamo, in tutte le sue forme.

 

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