Al via Anteprima Amarone, focus sull’annata 2015 quella che in molti hanno definito come quella dei record. Millesimo caldo, ricco, definito “dei record” per qualità e quantità contraddistinto da un importante anticipo vegetativo, caratteristiche rispecchiate negli assaggi en primeur fatti il 2 febbraio nella giornata dedicata alla stampa in cui si sono trovati vini di grande espressività e di bella carica aromatica. Complice il cambiamento climatico c’è da segnalare il cambio degli uvaggi con percentuali maggiori di Corvina per vini con caratteri più speziati e vegetali.
Oggi protagonisti i Wineloverws ancora una volta nello splendido Palazzo della Gran Guardia nel cuore di Verona, location scelta per ospitare la manifestazione in programma fino al 4 febbraio organizzata dal Consorzio di tutela della Valpolicella. Giornate di degustazione indirizzate al pubblico di appassionati e agli operatori del settore che avranno l’opportunità di scoprire l’ultima annata prodotta dalle 65 aziende presenti appena introdotta nel commercio. Statistiche alla mano quello dell’Amarone è un trend positivo, anche e soprattutto nel mercato italiano grazie alla crescita dell’enoturismo e il +4% di vendite dato dall’aumento della domanda interna di wine bar, enoteche e vendite dirette proprio in cantina. Le presenze registrate nel triennio 2015-2017 infatti son cresciute ben del 21%. Quanto ai numeri di mercato, il re della Valpolicella vanta un giro d’affari di 334 milioni di euro ma un saldo negativo complessivo del 6% rispetto al 2017 per effetto anche del -4,6% imbottigliato nel 2014. Una flessione che si riflette anche nella performance della Germania (-40%) andata a pareggio con l’ottimo +45% del 2017 e relativi stock ancora da esaurire. E se Cina e Giappone continuano a crescere, seppur la quota di mercato sia di appena del 5%, l’Amarone vola nel Regno Unito con un +15% a valore. Buoni i risultati anche per gli Usa, secondo mercato estero con + 3%, mentre si segnala un leggero calo della Svizzera (-5%), Canada (-4%) e Svezia (-6%). In buona sostanza se si sono perse delle quote nei mercati tradizionali, se ne sono guadagnate in quelli emergenti ed importanti per la denominazione su tutti, l’Asia. I numeri della Valpolicella invece parlano di 2.302 i viticoltori, 1.736 i produttori soci del Consorzio tutela vini Valpolicella, 8.187 gli ettari di vigneto e quasi 14 milioni le bottiglie di Amarone prodotte nel 2015. Circa 600 milioni di euro il giro d’affari stimato per la Doc Valpolicella, oltre la metà per le vendite di Amarone 65% la quota export in valore dell’Amarone, oltre 500 mila euro a ettaro il valore fondiario nelle aree pregiate Germania, Usa, Svizzera e Regno Unito e Svezia i principali Paesi buyer dell’Amarone. Ecco i migliori assaggi scelti da Beverfood.com all’Anteprima Amarone di quest’anno.
Secondo Marco: a Fumane continua il sorprendente percorso individuale di Marco Speri. Pur se campione da botte il suo 2015 appare ghiotto di frutti al naso, potente e al contempo sottile nella fibra ma di grande energia. Da lasciare in cantina invece il 2012, all’esordio in questa anteprima.
Tenuta Santa Maria: continua a migliorare la cantina privata della famiglia Bertani. In quel di Arbizzano di Negrar oltre ad avere progettualità c’è molto senso critico e umiltà. Sensazionali il 2012 oggi e di bellissimo sviluppo il 2015, tutto ancora stretto nel legno e nel tannino sussurra una capacità evolutiva da ricordare.
Corteforte: è il nome del sistema difensivo di torri del centro di Fumane, poi diventato azienda vinicola con vini nati in terreni vulcanici. E se il 2015 è esplosivo, speziato e di bella vibrazione l’Amarone 2012 Vigneti di Osan si palesa con punte di tabacco e un corpo decisamente setoso e decisamente elegante.
Zymē: nata nel 2003 con 30 ettari di vigne integra nel suo Amarone 2013, affinato per 5 anni, tre vigne diverse per offrire il più classico dei classici. Equilibrio, ampiezza, densità con una trama morbida e sempre fresca. La 2015 impatta per la sua ampiezza già presente sempre in equilibrio.
Accordini Stefano: azienda familiare fondata nel 1990 nota oggi per le sue produzioni di montagna, a quota 550 metri s.l.m a Cavalo e Mazzurega. C’è un 2015 materico e godurioso con tannini sempre presenti che agevolano una chiusura secca. Si esce oggi con l’Amarone Il Cornetto 2011 di bella tensione ed intensità.
F.lli Degani: fondata nei primi anni del 1900 l’azienda è da sempre a conduzione familiare con vini che mirano all’eccellenza agevolati anche dalla matrice prettamente calcarea della zona di Marano. I vini L’Amarone 2015 La Rosta (la vigna più bella) è un concentrato di tannini e succo dolce con una trama rocciosa a far avanzare il sorso.
Cà dei Frati: siamo al confine della denominazione, non distanti dalla piccola e colorata Sirmione con un’azienda storica del 1939 fondata da Felice Dal Cero. Nella vigna Luxinum nasce il vino dedicato al figlio Piero. Che se nella 2015 appare compatto largo, vibrante e progressivo nel 2011 è tutto in freschezza, teso con un succo che riaffiora via via. Un vino immortale a sentirlo oggi.
Capurso: fondata nel 1896, dei 15 ettari di proprietà se ne vinificano, con propria etichetta, solo tre. Già al naso è stratificato, con viola e note terrose ma anche più speziate. Avvolgente la polpa e di energia graduale con una concentrazione elegante e sempre in ripartenza.
Gamba: tre fratelli in questa cantina di Marano dove i suoli si caratterizzano per il pH molto basso a 300 metri s.l.m. Quattordici gli ettari di vigne terrazzate tutte destinate alla produzione delle denominazioni della Valpolicella. L’Amarone Classico e la Riserva si producono con le uve del miglior vigneto, il Campedel. Nel 2015 c’è volume, elettricità e velocità mentre nella Riserva 2010 sono l’equilibrio e la morbida fragranza a catturare il palato.
Fattori: fondata all’inizio del 900 con 72 ettari si percepisce l’esperienza della lavorazione. Sia nella 2015 che nella 2013 il fascino e la grandezza a scalare di energia si misurano con una densità di polpa sempre commisurata e in equilibrio.
Cà dei Maghi: il nome è perché si dice “che ci sono i Maghi nel paese” e difatti questa piccola azienda non distante dal centro di Fumane rende molto riconoscibili i propri vini, ma senza magie. Affinamento di 3 anni in legno e 3 in bottiglia per il Classico 2015 mentre sei di botte seguiti da uno in bottiglia per l’armonico 2012, di freschezza e tannini puntanti ma charmeuse.