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Sembrava essere solo questione di tempo, e in effetti il momento è arrivato. Anheuser-Busch InBev, produttore leader mondiale nel settore del beverage, ha infatti definito un’acquisizione a San Diego, California, in netta controtendenza con le sue abitudini. Si tratta infatti della prima annessione di una distilleria, e non di un birrificio come suggerirebbe il portfolio del colosso belga, che apparentemente ha messo gli spirits nelle previsioni del proprio futuro.
La distilleria artigianale in oggetto è la Cutwater Spirits, già costola della Ballast Point Brewing & Spirits e da svariati mesi sulla breccia. Non sono stati diramati i dettagli economici dell’operazione, che dovrebbe chiudersi in primavera. Fondata da Jeff Cherney, Earl Knight e Jim Buechler, e sostenuta da investimenti del proprietario di Ballast, Jack White, Cutwater si serve di una mastodontica distilleria da 50.000 metri quadri nel quartiere di Miramar, San Diego, con annesse sala degustazione e cucina. L’offerta dell’azienda consta di quattordici bevande in lattina (16.99$ per una confezione da quattro) e raggiunge trentaquattro stati in distribuzione. Stando ai dati rilasciati, la produzione prevede anche sedici tipi diversi di distillati.
Brendan Whitworth, vice-presidente vendite di AB-InBev in Nord America, ha sottolineato come questa acquisizione potrà aiutare il colosso a competere anche in categorie che non siano relative alle birre, storicamente punto di forza della compagnia: “Continuiamo a essere per lo più una realtà incentrata sulla birra, ma ci assicuriamo di essere presenti e coprire tutte le richieste dei consumatori. Inclusi segmenti di mercato che sono in via di sviluppo”. Grande entusiasmo anche circa le previsioni che riguardano i cocktail in lattina di Cutwater, simbolo di un approccio innovativo e contro corrente.
Nell’ultimo anno, secondo le stime della casa di statistiche Nielsen, le vendite dei distillati Cutwater hanno fatto registrare un incremento del 203% in valore; pazzesco il +356% dei drink in lattina nello stesso periodo, tutto giustificato dalla strategia di espansione sui rivenditori al dettaglio: “Siamo andati dove i nostri prodotti erano più richiesti: dove ci hanno cercati, ci hanno trovati”. Una specie di tempesta perfetta che adesso vede come passo successivo l’assunzione di altro personale qualificato per continuare a sviluppare idee e progetti, sulla scia del “team magico che già abbiamo”.
Nel 2016 la creazione dell’azienda, nel 2017 l’apertura dei battenti di produzione con distillatori a colonna, aree per invecchiamento in botte, macchinari per imbottigliamento con capacità da 350 lattine e 70 bottiglie al minuto. “Se i miei colleghi volessero, potrebbero affogarmi nell’alcool”, ha scherzato Knight. Cutwater sarà parte della sezione Beyond Beer di AB-InBev, creata a luglio e già fonrita di brand come Ritas, Bon & Viv, Babe Rosé e HiBall. Non ci sono piani immediati circa la distribuzione: “L’obiettivo attuale è quello di mantenere la rotta corrente e ridurre al minimo gli eventuali impatti negativi di questa operazione. Prossimamente contiamo di affinare le nostre strategie di distribuzione, preferiremmo un’attività stato per stato”.
Fonte: brewbound.com
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