Un’ombra si profila all’orizzonte per gli amanti della birra: un possibile sciopero dei lavoratori dei birrifici di AB InBev potrebbe iniziare a marzo, causando una carenza significativa di birra. Questo scenario si delineerà qualora le richieste dei 5.000 operai, rappresentati dal sindacato Teamsters, non vengano soddisfatte entro i prossimi 10 giorni.
I lavoratori, impiegati in 12 birrifici di AB InBev negli Stati Uniti, chiedono aumenti salariali, sicurezza del lavoro, e miglioramenti nei piani di pensionamento e benefici. In assenza di un accordo entro il 29 febbraio, data di scadenza del loro attuale contratto, è previsto uno sciopero.
Le richieste arrivano in un momento in cui AB InBev, produttore di marchi come Budweiser, Bud Light, Michelob Ultra, Busch e Stella Artois, ha segnalato profitti per oltre 32 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2023, con un incremento dell’1,97% rispetto al 2022. Questo, nonostante un calo nelle vendite negli Stati Uniti, conseguente al boicottaggio seguito alla promozione sui social media con l’influencer transgender Dylan Mulvaney. Dopi il boicottaggio AB InBev USA ha anche annunciato il tagliato diversi posti di lavoro ed ha disinvestito da 8 birrifici artigianali e da Tilray Brands, una società specializzata in prodotti a base cannabis.
La società ha, inoltre, annunciato un’iniziativa di riacquisto di azioni del valore di 1 miliardo di dollari e ha firmato contratti di alto profilo, tra cui un accordo ingente per diventare partner mondiale delle Olimpiadi fino al 2028.
Sean O’Brien, presidente del Teamsters, ha accusato AB InBev di “avidità aziendale”, sottolineando che i lavoratori “non saranno lasciati affogare”. Ha esortato l’azienda a “fare la cosa giusta”, piuttosto che “continuare a bruciare centinaia di milioni di dollari in enormi sponsorizzazioni, riacquisti di azioni e pacchetti di retribuzione per i CEO”.
Nonostante gli sforzi del Teamsters National Negotiating Committee di raggiungere un accordo, AB InBev è rimasta silenziosa sulle proposte e sulle trattative. Jeff Padellaro, direttore della conferenza dei Teamsters, ha evidenziato il fallimento dell’azienda nel venire al tavolo per affrontare le questioni dei lavoratori.
Un portavoce di AB InBev ha dichiarato che l’azienda è “consapevole del voto di autorizzazione allo sciopero del Teamsters” e ha sottolineato che è prassi comune durante le negoziazioni. Ha assicurato che la società ha “una lunga storia di raggiungimento di accordi” e attende con impazienza la ripresa delle trattative.
In conclusione, la minaccia di uno sciopero nei birrifici di AB InBev pone una seria preoccupazione per il mercato della birra a livello globale. L’outcome delle negoziazioni nelle prossime settimane sarà decisivo per evitare una potenziale crisi della birra a partire da marzo.
Fonte: www.thedrinksbusiness.com/2024/01/ab-inbev-workers-threaten-beer-drought-from-march/