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Acqua e svezzamento: qual è il momento giusto per iniziare ad idratarsi correttamente?


Il nostro corpo è composto principalmente di acqua, un elemento essenziale per la sopravvivenza e il benessere delle persone, soprattutto per i neonati che entrano in contatto con questo elemento durante lo svezzamento, intorno ai 6 mesi di vita. In questa fase, vengono introdotti per la prima volta cibi diversi dal latte materno, tra cui l’acqua, che assume un ruolo ancora più cruciale nel supportare la crescita e lo sviluppo del bambino.

Fino a quando il bambino è allattato al seno, non è necessario integrare ulteriori liquidi, mentre con l’inizio dello svezzamento, è consigliabile scegliere acque povere in contenuto minerale, con un residuo fisso inferiore a 50 mg/L e quelle oligominerali (che ne contengono tra 50 e 500 mg/L). È importante leggere attentamente l’etichetta e controllare la loro composizione, poiché acque con un alto contenuto di sali minerali e fluoro potrebbero mettere sotto sforzo i reni, che non sono ancora pienamente sviluppati in questa fase di crescita.

Per i più piccoli, comunque, comprendere la necessità di idratarsi e riuscire a comunicarla può essere complicato. È per questo motivo che, con l’inizio dello svezzamento, è compito dei genitori proporre l’acqua al bambino senza aspettare che manifesti esplicitamente la sete.

“L’acqua costituisce una parte significativa della struttura molecolare del bambino, rappresentando circa il 75-85% della sua massa corporea – evidenzia il Professor Alessandro Zanasi, esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino e membro della International Stockholm Water FoundationQuesto sottolinea l’importanza di instaurare corrette abitudini alimentari durante lo svezzamento, poiché influenzeranno positivamente il suo benessere futuro. Una corretta idratazione gioca infatti un ruolo cruciale in questo processo, guidando il bambino verso uno stile di vita sano anche in età adulta. Riguardo alla quantità di liquidi consigliati, tra il sesto mese e i tre anni di età, si raccomanda un’assunzione giornaliera di 600-900 ml di acqua. È importante però considerare che la quantità e la qualità dell’acqua da assumere dipendono non solo dall’età del bambino, ma anche da fattori come la salute, la dieta, la temperatura e l’umidità ambientale.

Durante questo periodo di transizione, è fondamentale quindi anche prestare attenzione a segnali che possono indicare una scarsa idratazione, come mucose secche, sonnolenza e pannolini che rimangono frequentemente asciutti.

 

Fonti
Alessandro Zanasi; Guida alle acque minerali in bottiglia; Ed. Gm Servizi; 2023
Victora, Cesar G et al; Breastfeeding in the 21st century: epidemiology, mechanisms, and lifelong effect; 2016

 

+info: www.sanpellegrino-corporate.it

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