Produzione di nicchia, niente plastica, solo vetro; etichetta minimal e un brand fondato sulla qualità. Che è innegabile e riconosciuta ovunque. È la carta d’identità della “nuova” acqua San Carlo. Che sta tornando sui mercati, locali e non, dopo un periodo, di appannamento, Dalla fonte Aurelia poco sopra Massa sgorga un’acqua unica, per caratteristiche chimico-fisiche una delle migliori d’Italia. Era conosciuta dai Romani, la beveva San Carlo Borromeo, vescovo di Milano per curare i suoi calcoli, (da cui il nome). Una risorsa naturale unica, come il marmo apuano: con queste qualità esiste solo qui.
Quando, nel 2007, il gruppo romano Vichi rilevò dalla famiglia Bonini il complesso di San Carlo (oltre alla sorgente, una parco termale, un ristorante, una spa mai terminata), si parlò di grande rilancio. Gli imprenditori romani annunciarono 15 milioni di euro di investimenti, un super-albergo, una beauty farm, 30 posti di lavoro. Finì con i manager e vertici della holding Vichi in carcere (per bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale), impianti abbandonati, nessun investimento. Ora, la rinascita di cui è artefice EmilioTaddeucci, 48 anni imprenditore “polivalente” massese. Il quale, con il socio Massimiliano Dini (46enne, anch’egli massese), ha scelto, al contrario dei predecessori, il basso profilo. Dall’autunno scorso si è messo al lavoro, ha investito 500mila euro nell’operazione e adesso sta raccogliendo i primi risultati. L’impianto di imbottigliamento è stato riorganizzato, ri-collaudato e riportato alla sua capacità di 10mila pezzi l’ora. La produzione è in realtà minore: si imbottiglia, spiega Taddeucci “just in time”, a seconda delle ordinazioni ricevute, riducendo così al minimo lo stoccaggio. Anche i lavoratori sono ancora just in time: continua la Cig ma vengono chiamati al lavoro in base alle esigenze produttive. «Il nostro obiettivo primo è ridare piena occupazione ai nostri sette dipendenti. Il marchio SanCarlo è conosciuto e riconosciuto in Italia e la commercializzazione sta procedendo bene. Siamo già nella grande distribuzione, stiamo penetrando nella ristorazione», spiega Taddeucci.