Non sembrano esserci possibilità diverse dalla definitiva chiusura per lo stabilimento dell’acqua Tione di Orvieto. Secondo quanto riferito dalle organizzazioni sindacali della Flai Cgil di Terni e della Camera del lavoro di Orvieto, non c’è stata, infatti, alcuna offerta al bando per l’affitto della società delle acque minerali, scaduto lunedì scorso.
“I lavoratori – sottolineano ancora i sindacati – si troveranno, così, senza copertura economica per oltre sei mesi, cioè dalla data di fallimento, risalente al dicembre 2014, sino alla data di apertura della mobilità, prevedibilmente entro giugno prossimo, visto che in mancanza di una manifestazione di interesse non sarà possibile attivare, anche retroattivamente, la cassa integrazione straordinaria”. “E’ evidente – commentano le due sigle sindacali – che la responsabilità di avere condotto l’azienda al fallimento è della proprietà che, dopo averla acquisita nel 2013, ha operato scelte a dir poco confuse e scarsamente trasparenti, fino al tentativo di cederla attraverso l’apertura del concordato in continuità, poi concluso con il fallimento”.
Ma troppo spesso, come in questo caso, – continuano Flai e Camera del lavoro – “i tempi delle procedure di legge sono distanti dai processi economici poichè è evidente che un’azienda ferma da mesi, depredata dai ladri, priva della linea di imbottigliamento più competitiva, fatichi a trovare pretendenti”. “L’ultima possibilità alla quale ora lavorare”, concludono i sindacati, “è quella di cercare, nella fase di cessione del compendio produttivo, imprenditori interessati al rilancio e non a meri investimenti immobiliari”.