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ACQUE STRANIERE IN BOTTIGLIA: curiosità sulle etichette e la presentazione del prodotto


Un confronto tra alcune etichette per mostrare non solo le caratteristiche di composizione, estremamente differenti, ma anche e soprattutto l’effetto che le legislazioni, in particolare quelle dei paesi fuori dalla Comunità Europea, hanno sulle informazioni in esse riportate.

 

Spunti di riflessione ed alcune curiosità di un settore, quello delle acque in bottiglia, che assume forme diverse nei vari paesi del mondo. La scelta delle etichette è stata fatta tra le migliaia presenti sul sito web : www.acqueinbottiglia.fondazioneamga.org

Juvina (Austria)

Un’acqua è chiamata fossile quando rimane nel sottosuolo per un periodo molto superiore al normale ciclo dell’acqua; ciò avviene quando i mutamenti geologici modificano lentamente l’acquifero sigillandolo, ovvero impedendone le ricariche dall’esterno. E’ il caso di questa acqua minerale austriaca il cui tempo di permanenza nel sottosuolo è di 37.600 anni, e la cui etichetta riporta un mammut… Un’acqua che ha origini molto antiche e che ha la particolarità di essere totalmente priva di qualsiasi inquinante di natura antropica.

Hayat (Egitto)

Diversamente da quanto si crede il sottosuolo del continente africano è ricco d’acqua, che spesso però si trova in acquiferi profondi e per questo è difficilmente raggiungibile. E’ il caso dell’acqua oligominerale Hayat, che viene estratta dal più profondo pozzo egiziano: 1000 metri.

Pure Icelandic (Islanda)

Pure Icelandic è un’acqua minerale imbottigliata in Islanda, un paese dove la legislazione non prevede che in etichetta vengano riportate certe informazioni, almeno quelle a cui siamo normalmente abituati a vedere sulle etichette italiane, infatti per questa marca non si riporta nessun dato (interessante) riguardante la composizione salina, mentre vengono riportate alcune indicazioni (inutili e ovvie) sull’assenza di calorie, grassi e proteine.

St.Yorre (Francia)

Si tratta di un’acqua ben nota e apprezzata in Francia, dal gusto deciso dovuto alla consistente presenza di sali minerali. Diversamente da quanto accade in Italia, dove a parte qualche caso raro sono le acque leggere le più pubblicizzate e diffuse sul mercato, in Francia, come in molti altri paesi, vengono apprezzate le acque ricche di sali minerali, per l’elevata disponibilità di alcuni elementi essenziali quali sodio, bicarbonati e potassio oltre che per il loro potere idratante. Un’acqua molto particolare, indicata per il recupero dello sportivo ma sconsigliata all’iperteso visto che la concentrazione di sodio supera i 1700 mg/L e il residuo fisso i 4700 mg/L. Nel nostro paese un’acqua con queste caratteristiche verrebbe venduta in farmacia e consumata su indicazione medica, in Francia viene invece venduta tranquillamente nei supermercati.

Volscianka (Russia)

Le etichette delle acque minerali russe, come peraltro quelle degli altri paesi dell’ex Unione Sovietica, hanno una caratteristica molto particolare, che non si riscontra in nessun’altra: per i vari elementi disciolti non vi è associato un valore di parametro bensì un intervallo, e anche molto ampio. Nel caso della presente acqua per esempio lo ione bicarbonato viene indicato come compreso tra 500 e 700 mg/L, i solfati e il calcio compresi tra 100 e 250 mg/L.

 

Smart water (USA)

Un’acqua statunitense che nulla a che vedere con le tradizionali acque minerali, se non il fatto che è messa in una bottiglia e ha un’etichetta. L’acqua in questione viene purificata tramite distillazione, quindi il vapore viene addizionato di sali minerali ma per dare un “gusto” all’acqua non per l’importanza fisiologica che rivestono. Infatti non viene riportata nessuna concentrazione salina in etichetta, solo informazioni inutili e fuorvianti riguardanti le informazioni nutrizionali che evidenziano l’assenza di grassi, carboidrati e proteine.

Agua Pura Vida (Costarica)

Questa rara etichetta, proveniente da molto lontano, evidenzia due caratteristiche del prodotto. Una è molto positiva e moderna e indica che il materiale con cui è costituita la bottiglia è 50% R.PET, ovvero PET riciclato, una scelta ecologica che nei paesi della Comunità Europea (Italia compresa) fa fatica a decollare; l’altra è invece meno pregevole e riguarda le informazioni in etichetta del contenuto salino, che sono assenti mentre si ricorda al consumatore che quell’acqua (come se fosse una proprietà esclusiva di quella marca e non la normalità) non contiene grassi, proteine, carboidrati e zuccheri!

Ciel (Messico)

L’acqua minerale, in Messico, è praticamente inesistente e quella del rubinetto non la beve nessuno, per questi motivi vi è un grande commercio di “agua purificada”, ovvero acqua che, indipendentemente dalla sua provenienza, viene sottoposta ad un processo di “depurazione” costituito da demineralizzazione e rimozione inquinanti tramite osmosi inversa e successiva remineralizzazione controllata. E’ il caso della presente etichetta, che viene prodotta in Messico dalla Coca Cola, che è la proprietaria del marchio.

Source (Botswana)

Questa rarissima etichetta proveniente dall’Africa del Sud (Repubblica del Botswana), appartiene ad un’acqua minerale di elevata qualità, estratta da un acquifero profondo situato in una riserva indisturbata da milioni di anni. Un’etichetta semplice ed essenziale, che contiene tutte le informazioni d’interesse per il consumatore riguardanti il prodotto (ovvero contenuto salino e provenienza dell’acqua) e nessuna superflua (commerciali e fuorvianti indicazioni nutrizionali). Un’etichetta che, a dispetto della sua provenienza, appare per molti aspetti più avanzata e corretta rispetto ad altre commercializzate nei più avanzati paesi del mondo.

Biborteni (Romania)

Una delle più famose acque rumene, dal contenuto salino ragguardevole, non eccessivo ma sufficiente per essere classificata “acqua ricca di sali minerali”. L’etichetta non presenta indicazioni commerciali ma solo informazioni circa le caratteristiche dell’acqua e della fonte. Con “Forte” o “Lejera” vengono evidenziati due differenti livelli di gasatura.

Mont Fuji (Giappone)

Mont Fuji è una famosa acqua minerale giapponese caratterizzata, come tutte quelle provenienti da quel paese, da una mineralizzazione molto bassa. Le indicazioni in etichetta sono indecifrabili per chi non conosce la lingua, tuttavia i sali disciolti vengono riportati con la simbologia chimica, grazie a ciò è possibile capire che si tratta di un’acqua minimamente mineralizzata, con residuo fisso pari a 32 mg/L, ovvero confrontabile con le nostre marche più “leggere”.

Cardò (Spagna)

Una caratteristica comune delle etichette spagnole è la dicitura che evidenzia la bassa mineralizzazione “mineralizaciòn débil” delle acque minerali. In realtà si tratta di una caratteristica enfatizzata un po’ per tutte le acque, anche in quelle che proprio leggere non sono, come la presente marca in cui il contenuto di bicarbonato è pari a 412 mg/L.

 

articolo a cura del Dott. Giorgio TEMPORELLI Consulente Tecnico Aziendale e Divulgatore Scientifico

©riproduzione riservata
Giorgio TEMPORELLI Esperto in igiene, normativa e tecnologie per il trattamento delle acque. Laureato in Fisica, dalla metà degli anni ’90 si occupa professionalmente di tematiche riguardanti le acque destinate all’alimentazione. In ambito industriale opera come consulente tecnico per gestori d’acquedotto, società di imbottigliamento di acque minerali e per aziende produttrici di impianti di potabilizzazione e trattamento dell’acqua; settore in cui ha avuto esperienze come Responsabile della Qualità e del Servizio di Prevenzione e Protezione. Come divulgatore scientifico svolge un’intensa attività di conferenziere ed è autore di numerosi libri diffusi a livello nazionale.

 

+info:
www.giorgiotemporelli.it

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