Il momento economico è piuttosto critico e recuperare risorse per proseguire le proprie attività imprenditoriali è difficile. Forse è proprio da questa riflessione e dall’esigenza di tagliare costi e spese che l’Alaskan Brewing Company, un birrificio dell’Alaska ha deciso di provvedere al proprio fabbisogno energetico nella produzione della birra proprio a partire dagli scarti di produzione della birra stessa. L’azienda si è avvalsa del programma REAP, nato dal Dipartimento americano per l’Agricoltura ed Energia rurale, ed ha utilizzato i 450.000 dollari di sovvenzione per costruire una sorta di caldaia a vapore alimentata con i prodotti di scarto della produzione della birra. In questo modo dalla caldaia si produce con buona efficienza energia che riesce a coprire il fabbisogno dell’azienda.
L’Alaskan Brewing Company è famosa per la sua birra artigianale. Il co-fondatore dell’azienda, Geoff Larson, ha dimostrato il suo impegno per migliorare l’impatto del birrificio sulla comunità locale e l’ha fatto sfruttando un biocombustibile: “La nostra impresa, per crescere qui in Alaska e continuare ad avere un impatto positivo sulla comunità, ha dovuto guardare al di là delle tradizioni così da adottare un processo produttivo più innovativo. Questo è servito a ridurre il consumo energetico della nostra azienda, un passo fondamentale per preservare le bellezze del luogo in cui viviamo.” Secondo il birrificio, con l’introduzione di questo biocombustibile, l’azienda taglierà l’impiego di combustibili fossili di oltre il 50 per cento.
+info: www.ideegreen.it/biocombustibili-dalla-birra-16935.html – www.alaskanbeer.com/home.html