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Eccoci qua. Natale e festività ormai alle porte, con tutto il carico del periodo. Ansia da regalo, stress da preparazione in cucina, la maggior parte degli italiani predilige il focolare domestico. Vigilia, pranzo di Natale, veglione di Capodanno, la domanda rimane d’obbligo. Che cosa si beve? Considerato che buona parte della nostra popolazione fatica a distinguere un metodo classico da uno charmat, se non volete chiedere un consiglio all’amico esperto di tuttologia, abbiamo pensato di fare un gioco.
L’alfabeto delle bollicine, cercando di mettere in ordine, rigorosamente alfabetico, alcuni nostri assaggi realizzati nel corso di quest’anno. Per non fare brutta figura quando facciamo saltare il tappo a una bottiglia che abbiamo portato, oppure per non rischiare di fare la scelta sbagliata al ristorante. Un vademecum non solo per neofiti, ma adatto anche a chi vuole trovare delle sorprese o delle conferme.
A – AYALA
Non potevamo che iniziare con uno champagne, ci troviamo ad Ay, nel cuore dell’appelation in una piccola maison che racchiude storia e tipicità. Fondata nel 1860 dal diplomatico colombiano Edmond de Ayala, può contare su una produzione che fa della freschezza e dell’eleganza i suoi punti forti. Consiglio di partire dalla cuvé di base, il Brut Majeur, assemblaggio di 40% pinot nero, 40 % chardonnay 20% pinot meunier. Stessa proprietà di Bollinger, quindi stesso importatore, Meregalli, per il mercato italiano.
www.champagne-ayala.fr
www.meregalli.it
B – BERLUCCHI
Un grande classico, perché anche la tradizione deve essere mantenuta. Per il primo produttore che ha avuto la vision di immaginare la Franciacorta come la conosciamo oggi nel 1961, il consiglio è scegliere tra la linea Berlucchi ‘61. Ora anche millesimato, uve provenienti dalla stessa annata, 2009, si possono gustare dopo cinque anni sui lieviti. Potete anche partecipare al contest #berlucchimood, raccontando con un selfie lo spirito delle feste si possono vincere un week end per dieci persone in una villa in Franciacorta, oppure 15 corsi Ais per sommelier o 400 visite alle cantine.
C – CAZALS
Se siete degli appassionati di Champagne a cui piace fare storytelling, Cazals fa al caso vostro. Famiglia di bottai che a fine ‘800 di trasferisce a Mesnil sur Oger. Tre generazioni di Vigneron a cui piace inventare, tanto che Claude Cazals è stato colui che ha introdotto il Gyropalette, la macchina per il reumage automatico. Cazals, oggi guidato dalla figlia Delphine, fa degli ottimi prodotti, imperdibile il Clos Cazals Extra Brut 2004, un cru con le vigne a due passi da una chiesetta vicino all’abitazione della famiglia.
www.champagne-claude-cazals.net
D – D’ARAPRÍ
Un indirizzo sicuro nel sud Italia per uno spumante metodo classico che alla cieca sembra uno champagne, oppure un vino di altre zone d’Italia più blasonate. Ci troviamo a San Severo in Puglia, qui hanno capito le potenzialità di spumantizzazione del bombino bianco da tempo. Da provare il Pas Dosé, il prodotto più secco della cantina che non aggiunge il liquer d’expedition. Vitigni bombino bianco e Pinot Nero.
E – ETYSSA
Se vi piace scommettere sui giovani, si potrebbe pensare di stappare una bottiglia di Etyssa, la Cuvéè N.1 di questa cantina nata nel 2009 da quattro amici. Quello che era un sogno è diventato realtà. Chardonnay in purezza in grado di esaltare la vititcoltura trentina di montagna. Ci troviamo nel comune di Trento, sulle pendici del Monte Calisio a 500 mt sul livello del mare tra le località di Mojà, Tavernaro e Villamontagna. Per la distribuzione si sono appoggiati a Pellegrini, quindi siamo sicuri che nei posti giusti questo vino non mancherà.
www.etyssaspumanti.it
www.pellegrinispa.net
F – FERRARI
Ambasciatore delle bollicine trentine in Italia e nel mondo. Un produttore in grado di emozionare, se siete sempre aggiornati sul mondo delle bollicine, provate l’ultimo arrivato in casa Lunelli. Ferarri Perlé Bianco 2006 presentato solo qualche mese fa, insieme a un restyling della grafica della bottiglia e un affinamento sui lieviti più lungo. Un blanc de blancs in grado di accompagnare a tutto pasto un cenone a base di pesce, magari conversando su cosa stavate facendo quel 2006 quando l’Italia si laureava campione del mondo di calcio.
G – GAROFALI
L’Italia può contare su tanti vitigni, e molti si prestano alla spumantizzazione. E’ il caso del Verdicchio dei Castelli di Jesi, che nella versione spumante di Garofali con metodo charmat può essere ideale come aperitivo. Il classico bicchiere di apertura, magari in piedi a sgranocchiare qualche snack nell’attesa che arrivino tutti e ci si sieda.
H – CHARLES HEIDSIECK
Maison che ha la sede a Reims, poco distante da una delle cattedrali gotiche più belle d’Europa. Andiamo sul Rosé Reserve Charles Heidsieck, il colore di questo champagne con riflessi oro chiaro e ciliegia, ci ricorda la tonalità delle vetrate della cattedrale al tramonto. Un vino per sedurre con la vista, ma state sicuri che non deluderete nemmeno al naso e in bocca. Charles Heidsieck è importato in Italia da Philarmonica.
www.charlesheidsieck.com
www.philarmonica.it
I – I GESSI
Dal gesso della Champagne, passiamo a “I Gessi” dell’Oltrepò. Non è un caso che questa azienda che si trova tra le colline di Montalto Pavese e Casteggio prenda proprio il nome dal gesso che è la base del terroir della zona. La patria del Pinot Nero, il Maria Cristina Brut Metodo Classico, un Blanc de Noirs in grado di reggere qualsiasi tipo di confronto, anche a tavola, magari per sgrassare cotechino e lenticchie.
L – LA MONTINA
Il vero segreto della Franciacorta sta tutto nel terreno. E’ il caso de La Montina, nel comune di Monticelli Brusati, colline moreniche e argillose, in un territorio incastonato tra il Lago d’Iseo e la montagna. Un microclima ideale, in grado di dare soddisfazioni nel bicchiere. Come il Franciacorta Saten, 100% Chardonnay, passaggio in legno per esaltare ancor di più la cremosità. Da abbinare anche a una dolce, l’odore di pasticceria è lo stesso.
M- MURGO
Il primo spumante ottenute con uve a base di Nerello Mascalese. Se la zona dell’Etna sta facendo innamorare il mondo del vino con questi vitigni, sappiate che anche la versione spumante è vulcanica. Un giallo paglierino che al naso richiama note di pasticcera, in bocca è lungo, come l’Italia. Da abbinare a crudité di mare.
N – NICOLAS FEUILLATTE
Lo Champagne numero uno in Francia, per consumi e per diffusione, il terzo champagne più bevuto al mondo. Tutti sappiamo del buon gusto dei nostri cugini d’oltralpe, quindi non fatevelo scappare, magari nella versione speciale gift box di Brut Réserve in confezione termica ricoperta di stelle e arabesch. Un’ottima idea regalo.
O – OPERA
La Valdicembra è una valle laterale del Trentino, dove la viticoltura ha una funzione sociale, per la tenuta e manutenzione del territorio. In valle soffiano venti tutto l’anno. Fohn, Tramontana, Ora del Garda, generando condizioni asciutte ideali per il vino. Puntiamo sul Millesimato Nature, dedicato a coloro che amano anche la sostenibilità di tutta la filiera.
P – POJER E SANDRI
Rimaniamo sempre in Trentino, possiamo pescare tra la sconfinata gamma di prodotti di Pojer e Sandri, andiamo sullo Zero Infinito. Con questo stupirete tutto e tutti. Vitigno Solaris, vino bianco frizzante col fondo, dal colore giallo paglierino. Se lo scaraffate potete servirlo in una versione limpida, se invece lo lasciate in bottiglia e vi piace la tendenza al naturale, lo potrete servire torbido. Ma sappiate che da questo viaggio verso l’infinito non si torna più indietro.
Q- QUAQUARINI
Un grande interprete del Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese. Con il Classese una bella versione per un vino dal rapporto qualità prezzo molto competitivo. Sfido a trovare qualche cosa di meglio a certe cifre, intorno ai 15 euro a bottiglia per questa bollicine finissima che riposa 60 mesi sui lieviti.
R – ROEDERER
Chapeau, direbbero i francesi. Siamo di fronte a un produttore mitico, in Italia ce lo ha fatto conoscere l’importatore Sagna. Il Brut Nature 2009 nasce da un blocco di vigneti a Cumières condotti rigorosamente con il principio della biodinamica. Habillage disegnato da Philippe Starck, etichetta creata dal designer che ha legato il suo nome a questo Champagne. Il più innovativo e moderno degli Champagne di Roederer, ideale per chi ama rompere gli schemi. Il 2009 l’annata perfetta, uve fragranti e fresche che esprimono nel bicchiere tutta la territorialità.
www.louis-roederer.com
www.sagna.it
S – ENRICO SERAFINO
Da queste parti sono stati tra i primi a spumantizzare in Italia nei primi anni del ‘900, tra i precursori la cantina Enrico Serafino. Una denominazione quella dell’Alta Langa, recuperata grazie a un progetto nato con la vendemmia del 2002 che sancisce il riconoscimento della Doc, nel 2010 è arrivata la Docg. Un fenomeno che può contare sul traino dei grandi vini rossi, perché sempre di Langa si tratta e Piemonte nel mondo significa eccellenza.
T – TARLANT
Chiudiamo qui la nostra selezione di champagne, con una dinastia che ha più di 400 anni di storia. In Italia ce lo ha fatto scoprire Maurizio Cavalli, Tarlant, un produttore della Valle de la Marne dal rapporto qualità prezzo molto interessante. Da segnalare per le cuvée della linea Terroir Revelations, con l’etichetta La Vigne d’Or, 100% Pinot Meunier.
www.tarlant.com
www.mauriziocavallidistribuzione.com
U – UBERTI
Avete un amico che si chiama Francesco? Perchè non rendergli omaggio e portare in tavola per un veglione di Capodanno il Francesco I? Noi l’anno scorso l’abbiamo fatto e non siamo rimasti delusi. Una grande espressione di Franciacorta, uvaggio Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero, un vino a tutto pasto.
V – VALDOBBIADENE
Non ci stavamo dimenticando il Prosecco, ecco allora che alla lettera V ce ne sono molti di produttori che ci vengono in mente da Valdobbiadene. Caliamo un tris d’assi. Valdo, Val d’Oca,Villa Sandi. Magari potete dire che questo l’avete bevuto anche dall’altra parte del mondo, perché il successo del Prosecco è tale che davvero si trova ovunque…
www.valdo.com
www.valdoca.com
www.villasandi.it
Z – ZENI
Alcuni dicono che il Bardolino Chiaretto Brut sia la prossima frontiera della spumantizzazione. Zeni un produttore che rappresenta al meglio storia e tradizione di una zona vocata alla coltivazione di vitigni come Corvina, Rondinella e Molinara alla base di questo vino. Chiude qui il nostro alfabeto, ma se fossimo a cena bisognerebbe iniziare con questo vino, al top come aperitivo.
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