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Che confusione, sarà perché ti amo…Potrebbe essere questo il leit motive a fare da sottofondo alla serata organizzata da WineMi, “Alla scoperta dei tesori del Douro”. Due ciceroni d’eccezione, Massimo Sagna, dell’omonima società di distribuzione che lavora con Porto Graham’s da oltre trent’anni, insieme ad Andrea Loi, sommelier del ristorante Seta del Mandarin Oriental di Milano.
L’universo Porto, un mondo intriso di fascino e di storia, un mondo che spesso non viene capito dal consumatore per via della confusione che sta dietro alla tipologia di uvaggio e di invecchiamento. “Ma una volta che uno conosce il Porto se ne innamora!” – sentenzia Andrea Loi, trentatre anni, esperienza da vendere e una passione sfrenata per questo vino. Un professionista che al ristorante Seta del Mandarin sbicchiera una bottiglia di Réhoboam da 4.5 litri di Graham’s a settimana, ma prima del suo arrivo non si vedevano cosi tante bottiglie di Tawny o Vintage. “Ho introdotto un prodotto come il Porto perché mi piace, ma prima di tutto per apprezzare questi vini bisogna saper la storia che sta dietro”.
CENNI STORICI Pochi prodotti come il Porto sono legati alla storia di una nazione, fra scambi e legami, politica e religione. Una serata dove prima di mettere naso e bocca nel bicchiere Andrea Loi fa quello che forse non ti aspetti da un sommelier. Sintetizza 2.000 anni di storia, tra passaggi importanti della genesi dei Portogallo, al Porto utilizzato come merce di scambio. Inglesi e portoghesi uniti dal trattato anglo-portoghese, un accordo internazionale del 1373 siglato tra Edoardo III d’Inghilterra e Ferdinando I ed Eleonora di Portogallo. Esso sancì “amicizie, unioni e alleanze perpetue” tra le due nazioni, e costituisce il più antico trattato di pace ancora valido del mondo. Se qualcuno è stato almeno una volta da quelle parti sa che il piatto principale è il baccalà. Un passaggio importante del trattato ha di fatto messo le basi per far pescare i portoghesi nel mare del nord, in cambio delle spedizioni di vino. E quando c’è stato un surplus di pesce per le condizioni di povertà, si crea un altro piatto tipico come la trippa e le frattaglie. Nel medioevo il vino è un mezzo di scambio, all’epoca non era ancora fortificato, un’intuizione per il trasporto in mare verso l’Inghilterra. Con la semplice aggiunta di alcol il vino poteva conservarsi. Figure mitiche, come quella nel 1756, dell’allora capo del governo portoghese Sebastião José de Carvalho Marchese di Pombal, che creò la “Companhia para a Agricultura das Vinhas do Alto Douro” introducendo i primi meccanismi di organizzazione e controllo della qualità legati al territorio, creando nella valle del Douro una delle prime zone vinicole al mondo ad essere certificata per qualità. Un personaggio che ha influenzato non solo il mondo del vino, ma tutta la storia moderna del Portogallo, dall’agricoltura all’istruzione alla religione.
PORTO GRAHAM’S E’ il turno di Porto Graham’s, per raccontare al meglio questo glorioso marchio la palla passa a Massimo Sagna. Un oratore nato, con il suo tono di voce baritonale e sabaudo al tempo stesso potrebbe raccontare qualsiasi cosa, incantando gli uditori. Non è la solita degustazione, si racconta la storia, gli aneddoti. Viene voglia di andare nella Valle del Douro. Prende in mano la cartina, mostra le montagne che difendono il Porto. Sono tre le zone di produzione e Graham’s ha solo (si fa per dire) 2.250 ettari vitati. Nel 1970 i fratelli Graham’s decidono di vendere il loro patrimonio esclusivo alla famiglia Symington, produttori e commercianti di Porto da più di quattro generazioni, hanno anche loro vigne e appezzamenti”. ” Sapete qual è il paese dove è più alto il consumo di Porto? – chiede Massimo Sagna- La Francia, perché era il primo paese più ricco dove le famiglie della media borghesia avevano una colf portoghese. Hanno portato con loro il Porto, di bassa qualità e basso prezzo, facendo comunque una promozione del prodotto”. Graham’s, una Quinta fondata nel 1820, è stata una delle aziende portuali a investire nei propri vigneti nelle Valle del Douro nel 1890, oggi è ancora all’avanguardia per quanto riguarda l’innovazione nelle tecniche di vinificazione.
MERCATO DEL PORTO Con enotecari del calibro dei nomi che compongono il circuito WineMi, sorge spontanea loro una domanda: che mercato hanno questi vini? La risposta è similare, tutti ravvisano una crescita del prodotto tra gli eno-appassionati con un palato più evoluto. Basta solo fargli conoscere il prodotto e se innamorano. Al Casello di Porta Venezia una platea attenta e appassionata, non vola una mosca. “Questi vini stanno passando da un consumo stagionale durante il periodo natalizio ad essere consumati tutto l’anno, magari organizzando delle serate con gli amici, in abbinamento a un sigaro o in poltrona”. Un progetto del tutto innovativo nel panorama italiano quello di WineMi che nasce dall’unione di cinque enoteche storiche di Milano, tutte realtà radicate nel costume e nel vissuto cittadino, che puntano a creare un nuovo punto di riferimento per il vino e più in generale per l’enogastronomia della città. La Cantina di Franco, Cantine Isola, Enoteca Eno Club, Enoteca Ricciardi, Drogheria Radrizzani Enoteca, unite per la valorizzazione del vino di qualità come stasera per il Porto. Dalla sala si leva un mormorio, segnalano che sembrerebbe sia arrivata al Mandarin Seta una bottiglia di Graham’s del 1882, una delle rarissime etichette dell’epoca, con tanto di viaggio blindato per assicurarne il valore.
DEGUSTAZIONE Una bella carrellata di vini in degustazione, tre Tawny di 10-20-30 anni, un LBV, al secolo Late Bottled Vintage e un Vintage vero. Si parte con un Tawny 10 anni, questi vini che fanno un passaggio di 3 anni botti grandi e si passa alla barrique per stimolare la maturazione del vino. Nel legno piccolo il vino si ossigena molto più velocemente e si tinge di profumi speziati, che certo non devono mai essere troppo marcati. I Tawny di Graham’s hanno tutti dei sentori tostati e di frutta secca al naso, le uve usate sono gli uvaggi portoghesi classici, come il Touriga Nacional, Touriha Francesa, Tinta Barroca, Tinta Roriz e Tinto Cao. La fermentazione viene svolta con lieviti naturali, quando viene ridotto il grado zuccherino si provvede ad aggiungere acquavite d’uva a 77° alcool, nella proporzione di circa 80% mosto e 20% d’acquavite. Il Tawny 20 anni è il prodotto che secondo il sommelier Andrea Loi può essere indicato per fare conoscere meglio il prodotto, per fare avvicinare gli appassionati. Il passaggio al Tawny 30 anni è un’accelerata, una rasoiata come se fosse una scarpata sulle colline del Douro. Ampiezza, complessità, equilibrio. Una profondità in bocca, lunghissimo, come lo scorrere del Douro. LBV cambia completamente il panorama. Più vinoso, è sempre una tipologia di Porto Ruby ma nato da un’annata eccezionale, solo che ha passato più tempo in botte. Fu “inventato” a metà del 1900 per caso, perché per quanto buono, non si riuscì a venderlo e quindi rimase in botte per ulteriori anni, fu invecchiato 4-5 anni e poi è pronto. Gran finale con il Vintage 2000, vino prodotto solo in annate eccezionali, il top della piramide della produzione di Porto, un mix fra dolcezza e ed eleganza. E’ il vino più blasonato della casa, l’annata 2000 un millesimo stellare, grande concentrazione prodotto in quantità limitate. Blend delle migliori uve provenienti dalle Quinta Malvedos (41%), Tua (25%), Vale de Malhadas (18%) e Vila Velha (16%). Con il riscaldamento globale dicono potrebbe aumentare la produzione di Vintage, intanto godiamoci questo bicchiere dal colore rosso rubino scuro, al naso sentori di mora matura, in bocca si sentono sentori di frutta matura, sottile equilibrio fra dolcezza e lunghezza.
I vini di Graham’s sono distribuiti in Italia dalla società Sagna S.p.A.
INFO: www. sagna.it
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