La notizia dell’ acquisizione ha fatto il giro dell’Italia e non solo, rimbalzando tra le cronache locali del Novarese e Vercellese ed anche in Langa. Il Barolista Roberto Conterno, proprietario dell’azienda fondata da nonno Giacomo a Monforte d’Alba ha acquisito il 90% della cantina Nervi di Gattinara.
La storica cantina fondata nel 1906, nota anche all’estero per i sempre premiati Gattinara (Molsino e Valferana) e non solo. La cordata di imprenditori Norvegesi capitanati da Erlig Astrup ha ceduto l’azienda all’ amico trattenendo per sé il restante 10%. L’evento ha avuto una risonanza importante per gli addetti del settore e non, principalmente per due motivi: il primo è il valore economico perchè un’azienda vitivinicola pagata milioni di euro è un evento eccezionale anche per una regione vocata come Gattinara. Il secondo motivo è di tipo strategico: Roberto Conterno è il primo “Langarolo” a comprare un’ azienda già affermata e solida nel nord Piemonte. A questo punto tutti gli esperti, veri o presunti, (io appartengo alla seconda specie lo so tranquilli ndr), appena svanito lo stupore dello scoop da prima pagina, ci siamo posti molte domande.
Proprio per fugare molti dubbi, e armati di poche certezze, siamo andati a trovare il nuovo proprietario in quella che sarà la sua “casa” per i prossimi anni e dalla lunga chiacchierata sono emersi particolari non scontati che hanno stupefatto anche noi, primi sostenitori delle terre del Supervulcano.
Il Capitale Umano
Rivoluzione Nervi?
Purtroppo, amanti del vino e non, quello che vediamo di un’azienda che produce vini è il suo prodotto: il vino. E giudichiamo l’azienda, (anche se non siamo in grado, ma ci arroghiamo il diritto di farlo), solo per quello che è fruibile per noi. Dimentichiamo che quello che arriva sul nostro tavolo è solo una minima parte dell’enorme e costante lavoro tramandato da generazioni, che necessita per arrivare a quel risultato. Inoltre se parliamo di vini eccellenti (Vedi Barolo Monfortino 2010 il primo esempio che mi viene in mente ndr), non possiamo che immaginare che il lavoro profuso per ottenerlo sia enorme. Dobbiamo parlare di anni di ricerca e sviluppo per migliorare dettagli che fanno la differenza come la selezione di lieviti o del miglior tappo per quel vino. Problemi che moltissime aziende neppure prendono in considerazione. Alla Conterno Giacomo sì. Questo immenso bagaglio di conoscenze sarà a disposizione della cantina Nervi ed a mio avviso non solo visto che Roberto Conterno, in passato, non si è risparmiato di mettere a disposizione di tutti alcune sue piccole ma grandi scoperte. Per il futuro della Nervi non dobbiamo parlare di rivoluzioni ma di miglioramenti continui, costanti e quotidiani. L’azienda Nervi non era in vendita ma Erling Astrup voleva vederla crescere perché credeva di avere ancora potenziale inespresso. Per farlo non ha esitato a farsi da parte ed affidare il timone a chi, secondo lui, l’avrebbe migliorata investendo e credendo nel territorio e nei suoi vini. Investimenti anche strutturali certo, ma tutti volti ad elevare già da subito l’esistente. Secondo la nuova proprietà, l’acquisizione è solo la partenza di un progetto strutturato e ponderato che avrà già inizio nei prossimi mesi. Non verrà stravolto il passato con un colpo di spugna perché Roberto Conterno sa benissimo che cambiare tutto vorrebbe dire non cambiare nulla. E non è questo il caso.
L’ Alto Piemonte
“Non avrei investito in nessuna altra parte d’Italia se non in questa…”
Non posso aggiungere altro. Ritengo che questo concetto vada oltre alle parole (misere ndr) che potrei trovare per esprimere la sua idea e la fiducia che ripone in questo territorio.
Roberto Conterno si è dimostrato, già oggi, profondo conoscitore, dell’azienda acquistata, del territorio e ovviamente dei vini. Ma anche dei viticoltori locali e delle loro necessità per raggiungere l’obbiettivo comune di sviluppo. L’Alto Piemonte è un territorio unico anche sotto questo aspetto e riconoscere le differenze che lo distinguono da altre zone vitivinicole è il primo passo per farlo prosperare. Se vogliamo crescere come territorio, comparto e indotto il primo passo è crederci e non avere paura, ve lo dico da questo sito che dei soli vini dell’Alto Piemonte ha costruito un progetto ed un’ Azienda.
I vini
Le parole d’ordine saranno: “qualità, ricerca, miglioramento continuo”. Con questi obbiettivi il numero di bottiglie si assesterà intorno alle 100.000/120.000 al massimo ma con solo 3 tipologie di Gattinara mantenendo i cavalli di battaglia Molsino e Valferana (i fans ringraziano). Non potrà mancare un rosèsul quale Roberto Conterno punta molto anche come carattere distintivo di un’azienda ai piedi del Monte Rosa. La nota dolente come già intuibile, a fronte di così cospicui investimenti sarà la crescita dei prezzi dei vini che raggiungeranno il loro reale potenziale, ancora sottostimati secondo il nuovo produttore.
Ma è davvero una nota dolente? Se i prezzi dei vini e anche delle vigne intorno a Gattinara saliranno sarà davvero un evento così funesto? O sarà un modo per il valorizzare territorio, aziende e capacità produttiva? Non dimentichiamoci di allargare gli orizzonti e ricordiamoci che Roberto Conterno proviene da una zona vitivinicola dove oggi il valore per ettaro di un terreno, sempre che sia in vendita, ha raggiunto valori tra i più alti al mondo, portando ricchezza e sviluppo per tutti, vignaioli e non.
Oggi ho visto davanti a me un imprenditore affermato ma non fermo che, parole sue, è venuto per imparare, che crede più di molti altri nei vini prodotti in questo territorio. Un uomo innamorato di un vitigno patrimonio del Piemonte intero che è il Nebbiolo e che adesso è pronto ad interpretare qui, a casa nostra con i migliori auspici del caso.
Quindi dopo questa incontro almeno una certezza l’ho raggiunta. La domanda mai posta “Perché un Barolista ha comprato un’azienda a Gattinara?” ha generato in me non una risposta ma una certezza: “Ma perché diavolo non lo ha fatto prima?!”
Da Gattinara per adesso è tutto, ma solo per adesso…
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