Un’istituzione romana il ristorante Rinaldi Al Quirinale, già dal nome si possono intuire tante cose di questa insegna capitolina, che da cinquant’anni prende per la gola tutta la Roma che conta a livello politico e non solo. Un ristorante di famiglia dove la tradizione viene portata avanti dai fratelli Vincenzo e Daniele, con la supervisione del patron, il papà Antonio Rinaldi. Un locale capace di farsi conoscere anche grazie ai social, dove nel seguitissimo account di Vicenzo Rinaldi che abbiamo intervistato, si possono vivere momenti di alta ristorazione, dove non mancano le bottiglie e i piatti.
La storia di Rinaldi Al Quirinale?
Oggi siamo impegnati nella gestione diretta dell’attività io e mio fratello Daniele, insieme a nostro padre Antonio che è il fondatore ed è stato uno dei pionieri della ristorazione romana di una Roma degli anni ’60 tutt’ora attivo. Ancora oggi si diletta stando davanti al Quirinale, un locale istituzionale dove è passato il jet set internazionale e ovviamente tutta la politica degli ultimi cinque decenni.
Qual è la vostra clientela tipo e cosa preferisce bere a tavola?
Molto italiana e istituzionale vista la posizione privilegiata in cui ci troviamo, senza dimenticare anche un target internazionale che cerca la tipica cucina italiana. Molto spesso ci ritroviamo al tavolo alcune delegazioni di ambasciate mischiate ai turisti che stanno a Roma e vogliono passare una serata o un pranzo differente. La scelta del vino prevalentemente cade sul territorio italiano, con una preferenza per le zone più blasonate senza dimenticare anche le piccole denominazioni.
Potremmo definire l’Amarone della Valpolicella Classico Bertani un ambasciatore del territorio?
Assolutamente senza ombra di dubbio, si tratta di una di quelle cantine storiche che hanno un pubblico molto affezionato. Ci sono dei clienti che provano annate particolari e magari bloccano la loro cassetta per farsi una cantina privata dentro il nostro caveaux, dove stanno in ottima compagnia di vini provenienti dalla Francia, siamo molto forniti dalle etichette di Borgogna e Bordeaux, ma la nostra vera forza rimane l’Italia e non abbiamo nulla da invidiare.
La vostra cantina?
Abbiamo una bella cantina, con una selezione di oltre 3.500 etichette in carta, con un’ampia rappresentazione di tutte le maggiori zone vitivinicole italiane, francesi e delle altre zone più importanti. Noi vendiamo grandi vini rossi italiani, con tanto Piemonte, Toscana, Veneto, vini con struttura importante che hanno una ricchezza spaziale.
Che spazio trova l’Amarone Bertani in questa selezione?
Direi ampio, dal 1967 ad oggi in cantina avevamo quasi tutte le annate, per questo motivo quando ci è stato presentato il progetto The Library abbiamo subito accolto con entusiasmo la notizia. Ci mancava qualche tassello per riuscire a completare tutta la Library completa, da anni collezioniamo etichette prestigiose a livello internazionale partecipando ad aste o rivolgendoci direttamente alle cantine visto che siamo molto amanti delle verticali. Quando è uscito il progetto insieme al nostro agente di fiducia abbiamo subito opzionato quello che ci interessava.
L’annata di Bertani a cui sei più affezionato?
La ’98 è davvero una bella annata, abbiamo la fortuna spesso di poter assaggiare alcuni grandi vini insieme ai nostri clienti che non sono affatto gelosi delle bottiglie che aprono, ma aperti al confronto e alla condivisione. La cosa impressionante che queste grandi bottiglie sono intatte e spettacolari, non hanno difetti e questo è molto importante per un ristoratore, una sicurezza anche nei confronti di chi si approccia.
Abbinamenti consigliati?
Facciamo degustazione e abbinamenti al momento sul desiderio del cliente, cerchiamo di capire le sue esigenze cosa e cosa gli può piacere, se cerchi di indirizzare a cosa uno è abituato a bere, oppure ci sono degli ospiti a cui piace sperimentare e farsi guidare nella scelta di qualche vino o di qualche annata particolare, qualche chicca quando sei al tavolo dove talvolta facciamo anche delle mini verticali. Noi siamo un ristorante prevalentemente di pesce, siamo stati tra i primi a sdoganare l’abbinamento con i vini rossi, forse perché io prediligo i rossi ai bianchi, oppure perché i grandi vini si abbinano molto più facilmente di quanto si possa pensare.
Come sta andando Roma in questo periodo?
Dopo la pandemia ci sono stati intoppi vari che hanno fatto soffrire soprattutto la ristorazione turistica, una dinamica che ci ha toccato relativamente poco visto che la nostra è una clientela prevalentemente abituale. Roma è strapiena e le previsioni sono più che positive, c’è soprattutto molta attesa sulle tante nuove aperture di grande alberghi che nei prossimi mesi e anni daranno ancora più lustro alla città. Con la giusta combinazione e con i servizi che funzionano, questa positività potrà fare ritornare Roma in vetta alle grandi capitali mondiali, con un turismo di livello internazionale e una fascia di clientela sempre più di qualità. Ci sono grandi aspettative, tutto il sistema dell’ospitalità romana dovrà farsi trovare pronto a questa sfida.
Come comunicare l’arte dell’ospitalità attraverso i social?
I social funzionano se fai vivere realmente tu e la tua attività, è inutile inventarsi grandi formule. La nostra quotidianità incuriosisce, così come affascina l’esposizione del pesce sul trespolo, i personaggi, i grandi vini e nel mezzo degli approfondimenti tematici. In privato mi piace relazionarmi più direttamente e rispondere alle domande dei nostri fans, c’è anche chi critica e anche questo aiuta ad aumentare le relazioni. Sono sempre stato autodidatta, il mio stile non sarà perfetto, con le registrazioni vado a braccio e come va va, buona la prima.
Un modo nuovo anche per raccontare la sala?
Siamo e rimaniamo sempre dei camerieri, gestiamo la sala e l’accoglienza, scegliamo i patti nuovi ogni giorno insieme agli chef, ogni variante e cambio del menù a 360° passa tutto dalle nostre mani. Noi non siamo alla moda, ma il classico ristorante tradizionale senza troppi fronzoli, un’esperienza per clienti abituali che vengono e si sentono coccolati. Non si viene solo per magiare, ma si vuole passare un po’ di spensieratezza.
Lo scenario politico di questi anni?
Sono operativo nel ristorante dal 2000, abbiamo visto molti cambi di governo e uno scenario mutevole della politica italiana. Sono convinto che ci stiamo rialzando, il nostro paese può farcela a tornare ai fasti di un tempo. La politica dipende sempre dalle persone, è cambiato il modo di comunicare, il fattore principale sono le idee che sono sempre tante, un giusto compromesso per poter governare una citta e un paese intero.
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