“Un brasiliano entra in un bar, e ordina da bere…” . L’inizio di questo articolo sembra l’incipit di una barzelletta, e si, in effetti questa storia è una di quelle storie che fanno veramente ridere. Ma no, nulla di quello che state per leggere è stato inventato, tutti i fatti che stiamo per raccontarvi sono realmente accaduti nelle ultime settimane a Firenze, e molti degli ignari protagonisti scopriranno di essere stati parte di un gigantesco scherzo proprio leggendo quest’articolo.
Ma partiamo dal principio: Un brasiliano entra in un bar, e ordina da bere…questo brasiliano si chiama Andre, è nato a Rio de Janeiro ma vive a Londra. È un uomo intelligente Andre, lavora nella finanza, e ha ormai da tempo assimilato tutti i vantaggi dello smartworking: se come diceva Gordon Geko “i soldi non dormono mai”, lui può trasferirsi a qualsiasi fuso orario e continuare la propria attività serenamente. La sera il nostro giramondo ama andare a farsi un aperitivo, magari anche due, e per sua fortuna (o sfortuna) nella sua nuova città d’insediamento, Firenze, ha scoperto un bar che gli piace davvero tanto: il MAD Soul e Spirits.
È proprio al bancone del MAD che Andre incontra il secondo protagonista di questa storia: Julian Biondi.
Se esiste un’incarnazione vivente della tradizione goliardica fiorentina, quella che ispirò il film “Amici Miei”, questa persona è Julian Biondi. L’eredità culturale di quel film scorre nelle sue vene insieme a cultura e Mezcal, in un mix che gli consente azzardi umoristici che fatti da altri sarebbero di cattivo gusto, ma nelle sue mani diventano straordinarie supercazzole dalle quali non si può esimersi dal ridere e di riconoscerne la genialità.
Ben presto i due diventano ottimi amici, e in loro matura un’idea tanto folle da essere realizzabile: perché non realizzare un guest bartender internazionale nell’anno delle frontiere chiuse? Si tratta in fondo della possibilità di far vivere una piccola evasione dal quotidiano ai clienti, la possibilità di fargli scoprire gusti nuovi e di offrire divertimento per una serata. Ed è così che nasce l’identità di Andre Copacabana, celebre bartender del Secret Bar Le Giraffe di Rio de Janeiro, il quale durante la Florence Cocktail Week (ovviamente l’evento non è parte del programma della manifestazione, ma in una settimana così ricca, confondersi nella folla è facile) farà di sabato sera una nightshift dietro il bancone del MAD. Ma come rendere la cosa credibile? Mettete di sottofondo la colonna sonora di Ocean Eleven, che stiamo per raccontarvelo:
Fase 1: La creazione del Brand
Qui entra in scena una verissima e serissima agenzia di comunicazione, l’Ergonauth, che ha creato per amicizia la pagina Instagram ed il logo di La Giraffe (per altro, fatta meglio di molte pagine di bar reali, a mio parere personale). Sfondo rosa, follower acquistati per quel che basta a rendere credibile il tutto, ed il gioco è fatto. Ora se lo cerchi, lo trovi!
Fase 2: l’addestramento
Rocky, Kill Bill e Karate Kid messi insieme non bastano a spiegare l’incredibile lavoro di Lorenzo Aiosa e Francesco de Rosa per trasformare un colletto bianco in un barman credibile in meno di una settimana; La scelta è facile, Andre proporrà solo un cocktail il “Rabo de Galo”, a base di Cachaça e Sweet Vermouth. Detto così sembra una passeggiata, ma bisogna pure far sembrare credibile e disinibito Andre nei movimenti, nell’uso della strumentazione e nella gestualità. Un lavorone, ma chi ha visto il risultato sa che ne è valsa la pena.
Fase 3: la credibilità
Ed è qui che lo schema si allarga, con una serie di complici italiani ed internazionali pronti a fare video di endorsement per Andrè. Da Mario Farulla a Luca Picchi, da Mauro Uva a il Little Red Doors di Parigi, tutti si sono prestati per raccontare la loro stima ed amicizia di lunga data con il celebre bartender brasiliano.
Addirittura Rinaldi non solo ha sostenuto la parte con un video del Marketing Director Gabriele Rondani, ma ha anche sponsorizzato la serata con Cachaça e Vermouth.
Fase 4: la serata
La conclusione è stata un tale successo che a raccontarla non ci si può credere, bisogna esserci stati. In un locale pieno di clienti venuti per lui, Andre è stato nella parte alla perfezione con una mascherina giraffata sul volto a versare cocktail e a divertirsi come un matto. Nessuno ha sospettato nulla, e lui è stato fantastico con tutti (i suoi drink un pochino meno, ma glielo perdoniamo, in fondo era la sua prima volta).
Qual è il senso di questa storia? Non lo so, magari nessuno, come nelle migliori supercazzole vuol solo suscitare una risata, ma a me piace pensare che ci sia di più dietro. Intanto è stata l’occasione per fare squadra per i tanti bartender in un modo o nell’altro coinvolti, ha permesso a tutti noi per una serata di ritrovare quel gusto di normalità internazionale dietro al banco a cui siamo stati costretti a rinunciare, e cosa non meno importante ci ha fatto riscoprire il Rabo de Galo. Già, il cocktail servito da Andre non è inventato come tutto il resto, si tratta anzi di uno dei drink più amati in Brasile. Come già detto nelle vene di Julian Biondi scorre tanta cultura, ed il vero scherzo è stato farvi imparare qualcosa di nuovo senza che voi ve ne siate accorti. E questo è veramente divertente!