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Pronti per il nuovo anno: 12 drink tipici per brindare al 2020


Ovunque siate nel mondo, l’arrivo del nuovo anno è sinonimo di festeggiamenti. Tempo con gli amici, buon cibo e soprattutto brindisi a go-go per salutare i dodici mesi appena trascorsi. Ecco una dozzina di drink provenienti da ogni latitudine, per aggiungere un tocco internazionale alle vostre feste.

WASSAIL, REGNO UNITO – Originariamente parte di un rituale medioevale, per il quale le persone giravano di porta in porta cantando e offrendo da bere da un calderone, in cambio di regali e oboli. Una tazza di questo sidro di mele con chiodi di garofano e cannella riscalderà qualsiasi notte, a prescindere dalla vostra volontà di volerlo effettivamente condividere con i vicini. Si facessero i Wassail loro, eventualmente.

CAVA, SPAGNA – Vino frizzante sinonimo di festività in Spagna, particolarmente comune durante le vacanze di Natale. La tradizione vuole che si brindi con il cava all’ultimo dell’anno, e si mangino dodici acini d’uva, uno per ogni fortunato mese dell’anno in arrivo.

POPPY SEED MILK, LITHUANIA – Solitamente utilizzato dai lituani per brindare al Solstizio d’Inverno, si prepara affogando semi di papavero in acqua tiepida, prima di frullarli e filtrarli in un composto di zucchero e mandorle. Da gustare fresco e soprattutto senza pensieri.

GLUHWEIN, GERMANIA – L’idea tedesca di vino caldo, probabilmente il primo (e migliore) acquisto che fareste andando a visitare i leggendari mercatini di Natale della Germania. Ed è semplicissimo da fare a casa. Vino rosso, spezie (chiodo di garofano e cannella sono quelle ideali), arance, tutto a macerare sul fuoco per il tempo necessario. Punto bonus: funge perfettamente da aroma per la casa.

GLÖGG, SCANDINAVIA – Il cugino nordico del Gluhwein, butta nella mischia del Porto e del Brandy, rendendolo di fato un bicchierino di vino piuttosto alcolico. Comune la pratica di aggiungere frutta (ovviamente preventivamente affogata in qualcosa di alcolico), uvetta e noci, da servire con un cucchiaino per poter gustare il tutto.

SAHLEP, TURCHIA – Direttamente dal Bosforo, la soluzione perfetta per i mesi invernali, una bevanda a base di latte caldo e spezie. Tradizionalmente composta di polvere di sahlep, che si ottiene dall’orchidea, ha visto nel tempo modificare la ricetta a causa del diradarsi della popolazione della flora. Basterà una polvere aromatica simile, e la magi rimarrà intatta.

UZVAR KOMPOT, RUSSIA – Frutta, zucchero e acqua a bollire: e per frutta intendiamo QUALSIASI frutto, considerando che questa bevanda nacque come metodo per preservare le coltivazioni dai terrificanti inverni sovietici. Quindi siate fantasiosi.

COLA DE MONO, CILE – Letteralmente si traduce coda di scimmia, per non meglio specificati motivi. Una sorta di caffè cremoso con un bel trucco alcolico, l’aguardiente cileno, pressoché impossibile da trovare al di fuori dei confini nazionali, perciò sostituibile con rum o brandy. C’è conflitto sull’origine del nome, i più romantici sostengono che sia perché un paio di bicchieri potrebbero bastare a volerti appendere a un ramo come una scimmia. 

SORREL PUNCH, JAMAICA – Colore e sapore da imputare ai germogli di acetosa, una specie di hibiscus anche conosciuto come Roselle. Un tocco di zenzero, zucchero, lime e rum, per un bicchiere rinfrescante e festoso; peccato che il fiore sia reperibile quasi esclusivamente nei Caraibi. Ma sono dettagli.

EGGNOG, STATI UNITI – Da secoli uno dei bibitoni preferiti dagli americani, a base di latte e uova. Si discute sulle esatte origini del composto, per quanto appaia come una variante del punch medievale britannico. Quando la bevanda arrivò negli US c’era abbondanza di fattorie, perciò di mucche e galline, fornitrici degli ingredienti essenziali. Almeno sei uova sono necessarie, da mescolare con latte e bourbon, e festeggiare il festeggiabile.

PONCHE NAVIDEÑO, MESSICO – Punch di Natale, e tanto basta per capire che ha come scopo unico la celebrazione. Acqua, frutti vari (tamarindo, prugne, guava, uvetta, mele, arance, qualsiasi cosa il vostro cuore desideri), hibiscus e spezie, da addolcire con il piloncillo. E può essere anche analcolico, ma vi conviene?

COQUITO, PUERTO RICO – La risposta isolana all’eggnog, fatta con latte di cocco, crema di cocco e rum portoricano. Da generazioni si discute sulla necessità di aggiungere uova, è ben certo che la sfera bianca e marrone sia regina di questo bel drink vellutato e alcolico.

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