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Coronavirus o no, rimane per fortuna cosa nota: la cultura italiana dell’aperitivo è inarrivabile, si tratti di prodotti specifici o dell’esperienza vera e propria. Da nessuna parte come nel Belpaese il bicchierino pre-pasto vive di luce propria, anche grazie a brand e proposte che hanno fatto la storia del consumo. Internazionale e non: liquor.com, voce più che autorevole del settore beverage, ha infatti stilato una top 5 degli aperitivi italiani, da quelli tradizionali alle intuizioni moderne.

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ITALICUS ROSOLIO DI BERGAMOTTO – Vi avevamo già proposto un’intervista esclusiva al patron Giuseppe Gallo, dopo l’accordo con Pernod Ricard: l’obiettivo rimane la conquista degli USA, dove è sbarcato nel 2017. Freschezza e luminosità, contenuto alcolico non eccessivo (20%) e sensazione setosa al palato, con note vegetali, agrumate e l’inconfondibile bergamotto. Arriveranno gli imitatori, ma al momento il “nuovo rosolio italiano” fa categoria a sé, con enorme successo.

L’APERITIVO NONINO – Non solo grappa e liquori strepitosi: la famiglia Nonino è da sempre all’avanguardia anche nel concetto di parità di genere. Nel 1928 Silvia Nonino divenne la prima distillatrice di grappa in Italia, e oggi sono le nipoti Antonella, Elisabetta e Francesca a reggere il timone dell’azienda. Sono loro ad avere ricreato la ricetta dell’aperitivo che la nonna era solita preparare: lanciato nell’autunno del 2019, L’Aperitivo Nonino reca note di fiori e agrumi, risultato di diciotto botaniche selezionate che includono rabarbaro e genziana. Perfetto per una rivisitazione di classici come Negroni (bianco ovviamente) e Martini.

LUXARDO BITTER BIANCO – Duecento anni di storia, da quando nel 1821 gli italiani Girolamo e Maria Luxardo aprirono la loro distilleria in Dalmazia, iniziando con quello che ancora oggi è il prodotto di punta dell’azienda, il maraschino. Sono passati secoli, letteralmente, e Luxardo mantiene lo status di nome altisonante nel campo di aperitivi e digestivi. Nel 2017 è stato rilanciato il Bitter Bianco, sulla scia del rinnovato amore per gli amari che specialmente oltreoceano si è fatto sentire: una ricetta degli anni ’30 basata sul predecessore Luxardo Bitter, ma con vino bianco e i caratteristici aromi di timo, menta, scorza d’arancia, che in questo caso vengono distillati e non macerati.

Bitter bianco Luxardo

MARTINI&ROSSI BITTER 1872 – Già solo il colore dovrebbe lasciar intendere l’uso principale del prodotto: un twist sul classicissimo Spritz. Il 1872 è in bilico dolceamaro tra Aperol e Campari, rendendolo un’ottima soluzione per sperimentazioni moderne, specialmente per soluzioni leggermente più secche. Ottimo anche in Negroni e Boulevardier.

MARTINI&ROSSI RISERVA SPECIALE AMBRATO – Ricco, lucente e a serie limitata. Base di Moscato d’Asti, fresco e fruttato, che sebbene solitamente richiami vini dolci, qui si presenta con eleganza e “morso” amaricante. In miscelazione si presta benissimo, ma resta perfetto per bevuta assoluta, in ricordo della Bella Vita.

fonte: Liquor.com

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