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Quali le prospettive del vino italiano alla luce dei dati del 2013 e alla vigilia di importanti sfide come l’Expo 2015? Ne hanno discusso a Roma all’Assemblea di Federvini (Federazione italiana industriali, produttori esportatori, importatori di vini, acquaviti, liquori, sciroppi e affini) il presidente uscente, Lamberto Vallarino Gancia (nella foto, a sinistra), e Sandro Boscaini (nella foto, a destra), amministratore delegato e presidente di Masi Agricola, al suo esordio pubblico alla guida della federazione. Al dibattito, moderato dal giornalista Isidoro Trovato, sono intervenuti anche Andrea Oliviero, vice ministro del ministero delle Politiche agricole e il suo omologo del ministero dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.

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«I settori rappresentati da Ferdevini – ha detto Vallarino Gancia – hanno raggiunto nel contesto del nostro mercato agroalimentare un valore di 132 miliardi di euro. È un dato che ci spinge a proiettarci ancora di più verso l’estero per controbilanciare il trend nazionale negativo. Nel 2013 il valore dell’export è stato per l’86,5% di vini e mosti (+7,3 rispetto all’anno precedente), per il 6,1% liquori (+3,1%) e per il 3,4% di acquaviti (+4,7%). Siamo al primo posto nel mondo come produttori con 20,8 milioni di ettolitri superando la Spagna (18,1%) e la Francia (14,8%). C’è una discesa del volume dell’export compensata però da un +8,8% in valore. Bilancio positivo, dunque, che significa anche che è la qualità a vincere e che il consumatore internazionale è disposto a spendere di più per il nostro prodotto. Ma ci sono anche ombre: la più preoccupante è il decrescente consumo interno, dimezzato negli ultimi 20 anni, e la crescente pressione fiscale». Per far ripartire il mercato italiano, troppo penalizzato ed eccessivamente tassato, per Federvini le istituzioni dovrebbero agire sull’informazione e sulla prevenzione e non sul proibizionismo perché questi consumi fanno parte della nostra cultura mediterranea. La via da seguire è il modello del bere responsabile, della consapevolezza.

 Il neo presidente Sandro Boscaini ha sottolineato come anche il consumo degli spiriti sia legato alla nostra cultura. «Negli spiriti – ha detto – c’è una territorialità più forte che nei vini, dal genepy alle grappe fino agli amari, tutte varietà che rappresentano stili di vita e un modo di rappresentare le proprie erbe con un approccio medicamentale. Vale anche per gli aperitivi, tipici delle abitudini italiane, e per gli aceti, alcuni oggetto di desiderio come il Tradizionale di Modena». Il fronte fiscale resta però un nervo scoperto i cui effetti finiscono per essere controproducenti per un settore che dà lavoro ad oltre 1,2 milioni di addetti, quando sul prezzo di una bottiglia il 40-60% è rappresentato da tasse. «Abbiamo avuto – ha detto ancora Vallarino Gancia – negli ultimi mesi due decreti legge che a fronte di alcune voci di spesa portavano a copertura l’aumento delle accise sugli spiriti e sui prodotti intermedi. Questi interventi sono stati realizzati quando i settori hanno dovuto fronteggiare tre aumenti di importa con un minacciato nuovo intervento dal 1 gennaio 2015».

 + info: www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=34939

 FEDERVINI

La Federazione Italiana Industriali Produttori, Esportatori ed Importatori di Vini, Vini Spumanti, Aperitivi, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti ed Affini (Federvini) nasce nel 1917 e conta associati tra gli imprenditori nei differenti comparti delle bevande alcoliche, esclusa la birra, e in quelli degli aceti, degli sciroppi e dei succhi d’uva. Federvini è tra i membri fondatori di Federalimentare, la Federazione tra le associazioni nazionali di categoria del comparto alimentare, e come tale fa parte di Confindustria, la Confederazione Generale dell’Industria Italiana. Scopi della Federazione sono la tutela degli interessi e l’assistenza della categoria in tutte le sedi istituzionali, nazionali, comunitarie ed internazionali. +INFO: www.federvini.it/

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