La politica passa dall’Assemblea Nazionale di Coldiretti, con alcuni dei principali leader che sono intervenuti nel corso dell’assise di giovedì 28 luglio. “La campagna elettorale non fermi gli interventi necessari per garantire la sopravvivenza delle imprese agricole, gli investimenti per ridurre la dipendenza alimentare dall’estero e assicurare a imprese e cittadini la possibilità di produrre e consumare prodotti alimentari al giusto prezzo” – l’appello lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini, all’Assemblea Nazionale della Coldiretti. Il rischio è di perdere 35 miliardi di fondi europei per l’agricoltura italiana nei prossimi cinque anni, ma anche la necessità di attuare al più presto le misure previste dal Pnrr.
Sulla Politica agricola comune bisogna superare le osservazioni di Bruxelles e approvare in tempi stretti il Piano strategico nazionale, senza il quale non sarà possibile far partire la nuova programmazione dal 1° gennaio 2023. Una dotazione finanziaria di 35 miliardi per sostenere l’impegno degli agricoltori italiani verso l’innovazione, la sostenibilità e il miglioramento delle rese produttive, tanto più vitali in un momento dove la guerra in Ucraina ha mostrato tutta la strategicità del cibo e la necessità per il Paese di assicurarsi la sovranità alimentare. “Lo sforzo di modernizzazione e la digitalizzazione dell’agricoltura italiana e dell’intero Paese – continua Prandini – non può fare a meno del Pnrr, dove serve il massimo impegno di tutti per non rischiare di perdere quella che è un’occasione irripetibile. Dopo la pubblicazione del bando filiere serve accelerare anche su quello del fotovoltaico, che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine senza consumo di suolo, contribuendo alla transizione green e riducendo la dipendenza energetica del Paese. Anche il bando sulla logistica è fondamentale per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese”.
L’agroalimentare nazionale rappresenta il 25% del Pil ed è la prima ricchezza del Paese, un settore che dovrà essere sostenuto nella prossima legge di bilancio con misure per tutelare il reddito delle aziende agricole, anche a livello di tassazione. Misure indispensabili anche per fronteggiare il drammatico aumento dei costi, con punte del +250%, aumenti che vanno dal +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +250% dei concimi. Al prossimo Governo Coldiretti chiederà anche un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della legge 157 del 1992 per ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette. La siccità secondo Coldiretti, ha ulteriormente ad aggravato il deficit alimentare dell’Italia che produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento. Gli agricoltori sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni, dove è scomparso un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati.
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