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A cura di Alfredo Pratolongo, Vicepresidente di AssoBirra

Nel 2020 la reputazione della birra in Italia è risultata fra le più alte in Europa, salita al terzo posto, battendo tutti i Paesi a grande tradizione birraria, inclusa la Germania, ad eccezione di Polonia e Romania.

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LA BIRRA: IMPORTANTE GENERATORE DI VALORE AGGIUNTO

 Analizzando i dati della ricerca pan-europea svolta ogni due anni dai Brewers of Europe, la birra in Italia spicca per la sua capacità di abbinarsi a sapori diversi e per la varietà di gusti e stili, icona della socialità e trasversale alle classi sociali e demografiche. Ma in questi ultimi anni, oltre a crescere in reputazione, la birra in Italia è diventata soprattutto una realtà produttiva, e anche durante la pandemia il ruolo della birra è diventato centrale come importante generatore di valore aggiunto per il canale del fuori casa.

La produzione è passata da 12,8 milioni di ettolitri nel 2010 a oltre 15,8 nel 2020 (+23,4%) con un impatto occupazionale crescente e soprattutto esteso. La birra crea infatti opportunità lavorative non solo all’interno dei birrifici, ma soprattutto a valle e a monte della produzione. Ogni persona occupata in produzione genera ben 31,4 posti di lavoro lungo la filiera brassicola, che abbraccia il comparto agricolo, i trasporti, la distribuzione e vendita nella grande distribuzione e, soprattutto, nei punti di consumo del fuori casa, quali bar, ristoranti, pizzerie e locali.

LA PERDITA DI VALORE E OCCUPAZIONE DELLA BIRRA NELL’HORECA DURANTE LA PANDEMIA

Proprio questa ultima parte della catena del valore è stata la più colpita dalla pandemia, con una stima di oltre 20.000 posti di lavoro persi nel solo primo semestre 2020 in Italia. Fino al 2019 la birra aveva generato un valore condiviso di 5,9 miliardi di euro nel solo canale Ho.Re.Ca.; nel primo semestre 2020 si evidenzia un decremento di 1,3 miliardi di euro, rispetto alle stime bruciando quasi tutta la crescita sviluppata negli ultimi 4 anni. La birra costituisce, infatti, uno dei prodotti che incide con una quota media tra il 7% ed il 27%, nei ricavi finali, siano essi ristoranti, pub, bar o pizzerie, e ha un ruolo fondamentale nell’economia dei distributori di bevande, dove pesa mediamente per oltre il 30% nei volumi e del 40% del fatturato.

 

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LE CONDIZIONI PER UNA RAPIDA RIPRESA

Ma chi si occupa di birra, per indole oltre che per mestiere, tende a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, e quindi, al posto di elencare ulteriormente le dolorose ferite ancora oggi aperte nella catena del valore della birra nel 2020, in questa sede è utile riflettere sul futuro, e sul ruolo che la birra può avere nella fase di ripresa del nostro Paese. Perché la birra può avere un ruolo trainante e un impatto positivo proprio nei luoghi della socialità e della convivialità, dove la birra è di casa.  Mai come ora ridurre l’eccessiva fiscalità che storicamente grava sulla birra può consentire alle imprese e ai punti di consumo di investire sul proprio business nel prossimo biennio. Dopo oltre un anno con i locali sostanzialmente chiusi per le restrizioni da Covid-19, le cosiddette riaperture sconteranno per parecchio tempo un numero di clienti molto minore rispetto al passato, che potrà essere compensato aumentando la marginalità. Quindi diminuire l’eccessiva tassazione che grava sul comparto birrario diventa uno stimolo positivo per riavviare il business.

UN SOSTEGNO FOCALIZZATO SULLA BIRRA ALLA SPINA

Diversamente l’inevitabile aumento dei prezzi al consumo diventerà un ostacolo alla velocità della ripartenza, soprattutto nel medio periodo, passata l’euforia iniziale, AssoBirra propone un sostegno immediato e focalizzato sulla birra alla spina, attraverso la concessione di un credito di imposta di pochi centesimi a litro, ma destinato diretta mente ai punti di consumo. Supportare la birra alla spina consentirebbe di agire in modo mirato aiutando chi è stato più colpito, cioè oltre 140 mila esercizi commerciali con impianti spina, incluse circa 80.000 pizzerie per le quali la birra è un elemento commerciale prioritario. Una misura pratica e applicabile nell’immediato che consentirebbe agli esercenti di migliorare i margini durante la ripartenza. Inoltre, aiutare la birra in fusto vuole dire anche aiutare i piccoli birrifici e artigianali, che vendono una percentuale di birra alla spina di circa il 70%, molto superiore alla media del mercato.

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RIDUZIONE DELL’ACCISA SULLA BIRRA

Ma ad una proposta di emergenza, immediata, va affiancata una misura strutturale che consenta di proseguire il percorso virtuoso di riduzione dell’accisa sulla birra, che avrebbe l’effetto di stimolare gli investimenti in tutta la filiera e quindi generare crescita. Questo percorso era già stato intrapreso con successo nel triennio 2017-2019, di fatto interrompendosi con la pandemia. Una diminuzione delle accise di circa 2 punti percentuali ha generato un effetto leva, stimolando in Italia investimenti in impianti e nuovi prodotti, aumentando la varietà e proponendo innovazione con nuove birre locali e speciali, sostenute da politiche commerciali espansive da parte delle aziende. Il risultato finale è stato una crescita dei consumi del 9%, lo sviluppo delle piccole realtà imprenditoriali e uno stimolo alla filiera agricola nazionale.

Nel nostro Paese, la birra è l’unica bevanda da pasto a pagare le accise. Un’anomalia che incide in maniera significativa su tutta la filiera e che in questa situazione non può essere ignorata, in considerazione del fatto che colpisce tutti: produttori, distributori e consumatori. Si tratta di una tassa regressiva e dunque ha un’incidenza maggiore sulle birre più popolari e un peso inferiore su quelle di fascia alta. Inoltre, la tassazione della birra in Italia è tra le più alte d’Europa e penalizza le aziende che investono e producono nel nostro Paese. Per questo, AssoBirra chiede al Governo e alle Istituzioni di riprendere e accelerare il percorso di riduzione delle accise con un intervento triennale che consenta la crescita di una filiera strategica per l’economia e per l’industria agroalimentare italiana

 

Fonte: Report “2020 www.assobirra.it

 

Scheda e news:
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