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ASSOBIRRA: Il mercato italiano ha un crescente ruolo strategico per il mondo della birra europeo


Secondo gli ultimi dati pubblicati dal’associazione europea The Brewers of Europe, nel Vecchio Continente erano attivi a fine 2014 circa 6.500 birrifici con una produzione di 384 milioni di hl, una occupazione diretta di 136 mila persone (2 milioni se si considera anche l’occupazione indotta) ed una esportazione di quasi 80 milioni di ettolitri di birra. In questo contesto una nota di Assobirra (la federazione dei birrai italiani) sottolinea l’apporto significativo del settore birrario italiano

Il ruolo strategico dell’Italia e’ dimostrato dai 600 impianti produttivi (tra grandi aziende, microbirrifici e malterie) e dal quarto posto nella classifica dei maggiori mercati dopo Regno Unito, Germania e Francia con il 10% del totale. L’Italia e’ anche il 10* Paese per ettolitri prodotti (davanti, a realtà, come l’Irlanda, con una cultura birraria storicamente più radicata) e vede un continuo apprezzamento all’estero per le sue produzioni con circa 2 milioni di ettolitri esportati, il 135% in più rispetto a 10 anni fa, in particolare verso Regno Unito, Usa e Olanda.

“Nel panorama Europeo, l’Italia e’ ormai una realtà consolidata, pur rimanendo l’ultima per consumo pro-capite, con 29,2 litri a testa”, ha affermato Filippo Terzaghi, Direttore AssoBirra. “La ripresa della crescita dell’export, +3,5% nell’ultimo anno dopo un biennio di flessione, riesce a sostenere il settore, nonostante una stagnazione del mercato interno che dura ormai da 10 anni. Sta cambiando però il profilo del consumatore, con un crescente interesse del pubblico femminile: oggi in Italia sempre più donne bevono birra (6 su 10, ma erano 2 su 10 negli anni Ottanta), tanto da avere la più ampia base di consumatrici d’Europa, anche se le italiane mantengono il consumo pro capite piu’ basso, con 14 litri all’anno”.

 

Secondo The Brewers of Europe, il successo del settore e’ ancora fortemente dipendente dal sostegno di politiche economiche mirate, ma cio’ non vale per l’Italia. “Quello delle tasse – ribadisce Terzaghi – e’ un primato di cui avremmo volentieri fatto a meno: per una decisione del passato Governo, in Italia la tassazione sulla birra e’ cresciuta del 30% tra ottobre 2013 e gennaio 2015, limitando la capacità di investimento delle aziende del settore. Negli ultimi mesi il trend di nuove aperture e’ calato, mentre l’occupazione generata dalla birra si e’ ridotta in modo sensibile, fermandosi a 136.000 unità indotto incluso (-5,5% in due anni). Eppure, ogni anno la birra porta circa 4 miliardi di euro nelle casse dello Stato, tra accise, Iva, imposte sui redditi e sui salari, contributi sociali nel settore birrario e provenienti da settori collegati. Con un adeguato sostegno e una riduzione delle accise potremmo sicuramente fare di più e confermare la crescita degli anni passati”.

 

+info: www.assobirra.itwww.brewersofeurope.org/ per accedere ai dati di dettaglio di tutti i mercati europei cfr: Produzione, consumi e commercio estero della BIRRA IN EUROPA e nei singoli Paesi Europei

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