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La Spagna è un Paese con buona tradizione casearia. La produzione di latte vaccino supera di poco i 6,3 milioni di tonnellate e l’allevamento ovino è di notevole importanza, tanto che la principale Dop casearia è il Queso Manchego, formaggio di pecora che rappresenta poco meno della metà delle 22.000 tonnellate di formaggi Dop prodotti dal Paese iberico.

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Gli spagnoli bevono molto latte – il consumo pro capite supera gli 80 litri l’anno – ma mangiano poco formaggio, circa 9,3 kg ogni dodici mesi. La produzione nazionale non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno interno e le importazioni, che superano le 240.000 tonnellate, sono di gran lunga superiori alle esportazioni.

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Questi numeri di base permettono di dire che – situazione economica permettendo – la Spagna può essere un mercato interessante per i nostri formaggi. La serie storica delle nostre esportazioni mette però in luce andamenti discontinui. Tra il 2000 e il 2010, l’export verso Madrid è cresciuto in modo importante e i volumi sono triplicati, passando da poco più di 5.000 a circa 15.000 tonnellate. Nel 2010 è arrivata la crisi economica, che ha congelato la situazione fino al 2014, quando abbiamo finalmente assistito a un’improvvisa ripresa. Così, in un solo anno, i volumi dei nostri formaggi sono cresciuti del 16% circa, superando le 18.000 tonnellate e un fatturato di 100 milioni di euro. Numeri importanti, quindi, e incrementi tra i più alti registrati in Europa.

Anche i dati relativi al primo trimestre di quest’anno parlano di una crescita tumultuosa: l’export è salito del 33% e in tre mesi abbiamo venduto quello che una decina d’anni fa esportavamo in 365 giorni. I formaggi italiani più venduti in Spagna sono Grana Padano e Parmigiano Reggiano, che sfiorano le 850 tonnellate in tre mesi, la Mozzarella, che totalizza 682 tonnellate, i formaggi fusi (611), il provolone (444), e il Gorgonzola (224).

Se questa tendenza sarà confermata, la Spagna potrebbe diventare un partner molto importante per le nostre aziende. E non ci sarebbe da sorprendersi. In primo luogo perché si tratta di un Paese mediterraneo, cha ha una cultura alimentare simile a quella italiana ed è quindi capace di apprezzare le nostre specialità alimentari.

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In secondo luogo, come abbiamo già segnalato, la Spagna importa molti formaggi e la quota dei formaggi italiani è solo il 7,5% del totale. Infine, aspetto da non trascurare, soprattutto dalle aziende meno strutturate, la Spagna è un Paese comunitario. Il che permette di superare i mille problemi che i nostri esportatori incontrano quando decidono di affacciarsi sul mercato mondiale.

 

Fonte Assolatte del 15/10/2015:

www.assolatte.it/it/home/news_detail/i_mercati/Febbre_spagnola_per_nostri_formaggi_mondo_latte

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