Nel 20111 è stato superato il limite dei 100 milioni di bottiglie prodotte. Un grosso contributo alla crescita delle vendite è venuto dal Moscato d’Asti docg, un tempo fratello minore dell’Asti spumante docg, ora invece sempre più protagonista del mercato. Inoltre alcune case vinicole e marchi noti rientrano nell’area consortile. E’ stato infine approvato il nuovo statuto consortile e verso la primavera 2012 è previsto il riconoscimento ministeriale dell’erga omnes, cioè del ruolo guida dell’ente di tutela. Sono le novità più importanti discusse nell’assemblea straordinaria del Consorzio dell’Asti docg e del Moscato d’Asti docg che si è svolta il 20 dicembre scorso.
Per quanto riguarda la produzione 2011, in vista del consueto picco di vendite delle feste di fine anno, il presidente del Consorzio, Paolo Ricagno, ha annunciato il superamento, tra le due tipologie Asti docg e e Moscato d’Asti docg, della soglia dei 100 milioni di bottiglie imbottigliate; 106, per la precisione. Ricagno ha pure annunciato il ritorno in Consorzio di due aziende importanti che mesi fa avevano deciso di uscire dal sodalizio. Si tratta della Michele Chiarlo, di Calamandrana, con vigneti anche a Barolo; e della Spinetta di Castagnole Lanze, controllata dalla famiglia Rivetti, che mesi fa ha rilevato la Contratto di Canelli.Non è escluso che a questi “rientri” ne seguano altri. Chiarlo e Rivetti erano usciti dal Consorzio dopo l’uscita di due marchi storici, Gancia e Martini & Rossi insieme a case vinicole minori.
L’assemblea straordinaria del Consorzio ha quindi approvato il nuovo statuto consortile, adeguato al decreto legge 61 che regola il mondo del vino e l’attività dei consorzi di tutela. Questo consentirà al Consorzio di ricevere dal Ministero il via libera all’erga omnes, cioè di avere la possibilità e i compito, sanciti per legge, di decidere politiche e regole di produzione che dovranno essere rispettate da tutti i produttori di Asti docg e Moscato d’Asti docg, anche da quelli che sono fuori dal sodalizio.
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INFOFLASH/ASTI E MOSCATO D’ASTI DOCG
La zona di produzione del vino “Moscato d’Asti” è compresa nei territori di 52 Comuni delle province di Asti, Cuneo e Alessandria. Prodotto quasi esclusivamente da aziende di dimensioni medio piccole o da cantine cooperative che trasformano solamente le uve dei propri vigneti, il Moscato d’Asti ha raggiunto livelli qualitativi straordinari grazie alla diffusione della moderna tecnologia enologica, in particolare quella del freddo, che ha consentito di mantenere nel vino gli aromi ed i sapori del frutto e, nello stesso tempo, di stabilizzare il prodotto permettendone la conservazione ed il trasporto. La denominazione di origine controllata e garantita “Asti” (unico disciplinare) è riservata a due vini:
a) il vino spumante (“Asti” o “Asti spumante”);
b) il vino bianco non spumante (“Moscato d’Asti”).
Il Consorzio dell’Asti tutela l’Asti (o Asti spumante) ma anche il Moscato d’Asti che, pertanto, è sottoposto agli stessi controlli da sempre messi in atto sull’Asti Spumante. +info: www.astidocg.it