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Aumenta la spesa alimentare nel I semestre 2017, con frutta, ortaggi, ittici e bevande al top


La spesa delle famiglie per i prodotti alimentari – rilevata attraverso il monitoraggio Ismea-Nielsen – registra nel primo semestre 2017 un incremento del 2,5% rispetto allo stesso semestre 2016. Il segno positivo testimonia il processo in atto di uscita dalla crisi.

Dinamica della spesa per acquisti domestici nazionali di prodotti agroalimentari – Variazioni e quote %*

 

 

Gli ultimi dati sulla congiuntura economica Italiana, infatti, confermano i segnali positivi tipici della ripresa:

A fronte di ciò, i consumatori italiani, nel primo semestre 2017, spendono circa il 2,5% in più per l’acquisto di beni alimentari. Dopo la lieve contrazione del 2016 (-0,6%), la ripresa della spesa alimentare nel primo semestre 2017 è sostenuta non più solo dai prodotti confezionati (+3,2%), ma anche dai freschi (+1,1%).

 

 

Guardando al carrello, va evidenziato come rispetto allo stesso periodo dello scorso anno la spesa sia stata superiore mediamente per tutte le categorie merceologiche con le poche eccezioni dei i prodotti della filiera lattiero casearia. Mentre gli esborsi per derivati dei cereali e olii e grassi vegetali si collocano sui medesimi livelli dello scorso anno. Tra i prodotti che hanno fatto registrare crescite più rilevanti si è distinta la frutta la cui stagione è stata fortemente segnata dal decorso climatico sia per quanto attiene l’offerta sia la domanda. In aumento anche la spesa per gli ortaggi, che per le gelate nei mesi invernali sono risultati contenuti nei volumi, favorendo così l’aumento dei prezzi unitari; in particolare il maggior aumento di spesa si ritrova per gli ortaggi trasformati, proprio per essere stati prodotti sostitutivi, nei periodi di quasi totale assenza di prodotti freschi.

 

Prosegue l’aumento della spesa per i prodotti ittici, per i quali la crescita riguarda in particolar modo il prodotto fresco (+7,4%), seguito da un +4,2% per il congelato. Si conferma in flessione la spesa per il latte e i suoi derivati, malgrado un generalizzato aumento dei prezzi medi di vendita. Fortunatamente il comparto è sostenuto da una buona spinta dell’export, in grado di compensare il momento poco felice in ambito nazionale. In questo segmento a veder scendere la spesa sono quasi tutte le referenze, a partire dal latte fresco (-4%), sempre più spesso sostituito da prodotti alternativi, allo yogurt tradizionale (-3%), per arrivare alle flessioni tra l’1% e il 2% della spesa per i formaggi molli, duri e semiduri.

 

 

In evidenza invece, nei primi sei mesi del 2017, la positiva performance del segmento delle bevande, che pesano sul totale per oltre il 10%, sicuramente favoriti da una situazione climatica favorevole  La crescita della spesa per il comparto delle bevande (+4,5) è da ascriversi in buona parte ai segmenti delle birre e delle acque minerali , con un incremento di oltre 8 punti percentuali rispetto al primo semestre dello scorso anno. All’interno del comparto si rilevano performance positive anche  per le altre bevande analcoliche (+2,4%) e i succhi di frutta (+3,7%)

 

Ripresa anche per i consumi di vino nel primo semestre 2017 con un incremento complessivo della spesa del 3%. La crescita del comparto è sostenuta soprattutto dai segmenti dei vini DOC (+4,9%), delle IGT (+3,7%) e degli spumanti (+6,3%), mentre prosegue la contrazione delle vendite dei vini comuni (-2,9 in volume -3,7 in valore). Dopo che negli ultimi 30 anni i consumi di vino si sono più che dimezzati toccando il minimo storico dall’unità d’Italia, con una stima di 33 litri a persona all’anno, il calo si è ora arrestato anche se i livelli nazionali restano di molto inferiori a quelli della Francia, dove il consumo di attesta sui 45 litri pro-capite.

 

 

ORIENTAMENTO AI PRODOTTI SALUTISTICI, BIO ED ECOSOSTENIBILI

Sui consumi domestici delle famiglie italiane Nielsen ha effettuato una Survey ad hoc, per cercare di individuare quali fossero i “desiderata” in fatto di alimentazione e quali siano i criteri di scelta di un prodotto. È emersa l’immagine di un consumatore curioso ed esigente, che legge le etichette ed è attento agli ingredienti, che apprezza le aziende ecosostenibili (71% degli intervistati) e con modalità di produzione a basso impatto ambientale. Il 67% dei consumatori intervistati si dichiarano attenti agli ingredienti dei prodotti che acquistano, e curiosi e ben disposti a provare nuovi prodotti che potrebbero avere effetti benefici sulla salute.

 

Ne sono una prova le vendite di prodotti arricchiti: ad esempio, quelli con con bacche di goji crescono a doppia cifra (+64%) così come quelli che comunicano di contenere semi di lino (+34%). Anche il free-from (senza grassi, senza zuccheri aggiunti, senza lattosio, ecc.) si conferma un trend in crescita, a totale dimostrazione che eliminando o non inserendo alcuni ingredienti si può aumentare il valore del prodotto. Inoltre, l’assenza/riduzione del contenuto di zuccheri, uno dei principali sub-fenomeni del free-from, rafforza l’immagine di un consumatore sempre più consapevole e orientato alla prevenzione (è interessante sottolineare che il consumo medio di zuccheri è correlato alla variabile reddituale: all’aumentare della disponibilità economica diminuisce il consumo di zuccheri). Altro fenomeno rilevato è legato all’interesse per il comparto Biologico, che negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente e che sta estendendo la propria dimensione trasversalmente alle diverse categorie. Infine, emerge come le etichette stiano diventando un medium sempre più importante attraverso cui rinforzare lo storytelling aziendale.

 

 

Per saperne di più :
www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10149

 

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