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Aumento IVA su beni erogati dalle VENDING MACHINE per finanziare gli ecobonus


Se pur indispensabile per le sue ricadute positive sul risparmio energetico, sull’occupazione e sul rilancio dell’edilizia, il varo dell’Ecobonus comporterà, secondo quanto annunciato dal Governo, un aumento dell’IVA sulle bevande e alimenti venduti nei distributori automatici. Il finanziamento dell’Ecobonus si scaricherà inevitabilmente su oltre 20 milioni di italiani, che dal 1 Gennaio 2014 avranno l’amara sorpresa di un rincaro dei prezzi di tutti i prodotti presenti nelle macchinette che distribuiscono, bibite, caffè, ecc..


Il nostro è un settore – dice Lucio Pinetti – Presidente Nazionale di CONFIDA Associazione Italiana Distribuzione Automatica – che per oltre un decennio è stato capace di mantenere inalterati i prezzi al consumo, nonostante il passaggio dalla lira all’euro e il costante aumento dei costi di gestione di questi anni. Oggi, per legge, la distribuzione automatica sarà costretta ad aumentare i prezzi. Sorprende come lo Stato abbia voluto colpire proprio queste fasce di consumo che, in particolare in questi anni di crisi, grazie al favorevole rapporto qualità-prezzo, hanno finora trovato nel distributore automatico una valida soluzione di acquisto. Vengono così colpite piccole e medie imprese che invece andrebbero sostenute e rilanciate.
 L’incremento dell’IVA sui prodotti somministrati attraverso i distributori automatici comporterà un aumento di almeno 5 centesimi sul caffé e le bevande calde e di circa 10 centesimi sulle bevande fredde e gli snack.

Ancora una volta – afferma Pietro Giordano Presidente Nazionale di ADICONSUM – un provvedimento che rischia di comprimere ulteriormente i consumi. Il Paese ha certamente necessità di riforme, ma strutturali e capaci di rilanciare l’economia, mentre questo provvedimento, colpirà ancora una volta i “soliti noti” imponendo l’ennesimo orpello ai tanti lavoratori e alle famiglie che in uffici, fabbriche, scuole, ospedali, luoghi destinati alle collettività trovano ristoro nelle pause o in attesa del responso di un medico. Si smetta di far pesare l’intera bolletta energetica verde sui redditi familiari, come già accade per le bollette di luce e gas– continua Giordano – e si recuperi il fabbisogno per l’Ecobonus lasciando invariate tutte le aliquote IVA al 4% che qualificano beni di largo consumo e di prima necessità. Si operi, invece, aumentando l’aliquota IVA al 25% per i beni di lusso, spostando cioè l’imposizione fiscale dalle fasce deboli alle fasce più forti del Paese, che in periodi di crisi diventano sempre più forti.

 +info: www.adiconsum.it/area_stampa/comunicati.php?id=470

 

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