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Settembre è il mese del ritorno a scuola, tra i banchi del vino è il mese per antonomasia del Nebbiolo. Un allievo difficile il vitigno Nebbiolo, come i primi della classe non si fa mancare niente. Tanto precoce, apprende sin da subito quando sboccia tra i filari, gli piace stare con i compagni fino alla fine quando per ultimo affronta l’esame di maturità con la vendemmia generalmente da metà settembre a metà ottobre, ma a volte anche più tardi.
Ma torniamo a questo mese di settembre, un periodo dove in vigna si capitalizza il massimo per il Nebbiolo tra giornate assolate e nottate dove a farla da padrone ci pensa l’escursione termica tipica di fine estate. Un sottile equilibrio dove la maturazione tecnologia e fenologica dell’uva si incontrano, una corrispondenza d’amorosi sensi capace solo con il principe dei vitigni di regalare emozioni uniche che regalano momenti indimenticabili all’assaggio e durano nel tempo, con una longevità con pochi paragoni nell’universo enoico. Sarà anche per questo che il Nebbiolo dà i suoi migliori risultati solo in alcune zone del mondo, non si tratta di uno scolaro facile ma se viene messo sotto l’ala protettiva dei maestri giusti regala risultati straordinari e impareggiabili. Nella nostra carrellata dedicata al Back to Wine School partendo dalla suggestiva Valtellina, abbiamo fatto delle soste in Piemonte tra Barbaresco, Barolo, Gattinara e Boca, alcune delle patrie di elezione del Nebbiolo.
Valtellina Superiore Grumello Sasso Rosso Nino Negri
Danilo Drocco è un piemontese trapiantato in Valtellina, filo conduttore il Nebbiolo che dalle Langhe lo ha attirato in quel di Chiuro nel 2018 al comando della Nino Negri, la realtà più importante della zona dal punto di vista quali-quantitativo. Alla vigilia della sua terza vendemmia siamo andati a trovarlo e ci ha confessato uno dei suoi figli prediletti: il Grumello Sasso Rosso. Un vino che nasce in un fazzoletto di terra nel Cru Grumello, la sottozona del Valtellina Superiore dove sorge l’omonimo Castel Grumello, costruito nel 1373 e distrutto in epoca dei Grigioni nel 1526. La vigna qui scava nella roccia per trovare la linfa visto che terra non ce n’è, una mineralità che si tocca con mano e si ritrova nel bicchiere. Eleganza ed equilibrio, la vinificazione avviene in sole vasche di acciaio, riposo e maturazione in grandi botti di rovere per circa 18 mesi. Nasce così un rosso disteso e armonico, fine e ricco di sfaccettature, capace di accompagnare al meglio la ricca cucina tipica della Valtellina, pizzoccheri e sciatt in pole position.
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Barbaresco Riserva Santo Stefano Castello di Neive
Italo Stupino insieme ai fratelli è il proprietario del Castello e di circa 60 ettari di terreni in Neive. Una famiglia nata e cresciuta a Neive, una storia che ha inizio con l’acquisizione del padre Giacomo di terreni e vigne nelle posizioni migliori che regalano grandissimi vini ed emozioni. Il Barbaresco Riserva Santo Stefano del Castello di Neive è una fantastica espressione emblematica delle Langhe, una vigna monopole in quel gioiello di Neive in un suolo marnoso che vede la presenza anche di una buona percentuale di sabbia. Colore granato intenso con riflessi aranciati, profumo complesso e ampio, bouquet di tabacco, fiori appassiti, spezie e cacao, con note balsamiche e mentolate. Vena minerale e un tannino che si accompagna alla grande con la morbidezza e l’acidità che permette di mantenere un equilibrio per lungo tempo.
Barolo Vigna Rionda Ester Canale Giovanni Rosso
Se gli americani di Wine Enthusiast ti assegnano 100/100 vuol dire che sei un maestro. La cantina Giovanni Rosso oggi è guidata da Davide Rosso, un Barolo Boys che a Vigna Rionda in località Serralunga continua a fare grandi cose come da tradizione familiare, con viti piantate nel 1946. Prima annata di produzione 2007, produzione limitatissima di meno di 2.000 bottiglie. Vitigno 100% Nebbiolo, fermentazione lunga con circa 28 giorni con rimontaggi giornalieri e délestage a metà periodo. Affinamento in botti da 16 hl di rovere di Slavonia, sino a 36 mesi in funzione dell’annata. Naso con note balsamiche, confettura di frutti di bosco, in bocca corpo, morbidezza e struttura, con un tannino intenso che si fa levigare. Abbinamenti importanti, consigliato con un castelmagno blu.
Gattinara Tre Vigne Travaglini
Travaglini è sinonimo di Gattinara, 44 ettari di proprietà coltivati a vigneto. Dal vitigno Nebbiolo si produce il celebre Gattinara, un rosso con grande struttura e longevità, un’azienda a conduzione famigliare in cui l’esperienza e la passione per la qualità cominciata nel 1958 con Arturo Travaglini, ereditata dal figlio Giancarlo, oggi in azienda ci sono la figlia Cinzia con il marito Massimo winemaker. Il Tre Vigne 100% Nebbiolo ha una resa per ettaro massimo a 70 quintali, terreno roccioso, ricco di sali minerali di ferro che conferiscono il tipico colore rossiccio al terreno. Un microclima particolare, le diverse altimetrie, la composizione del terreno ed il lavoro del viticoltore danno origine a una selezione di uve Nebbiolo provenienti da tre vigneti storici che danno il nome Tre Vigne. Al naso ampie sensazioni fruttate, calde e mature di confettura. In bocca riprende vigore dal solido tannino ma soprattutto dalla fresca e sapida scia finale.
Boca Le Piane
Una terra unica quella del Boca, per la bellezza del suo paesaggio, immerso nei boschi del Parco naturale Monte Fenera e per la qualità dei suoi vini. Le Piane un’azienda guida in un terroir strepitoso, con l’impegno di produrre vini che possano rispecchiare al meglio questa antica zona viticola con eleganza e finezza, vini longevi che si sviluppano nel tempo. Parola di Christoph Künzli, che con il Boca le Piane vede un blend di Nebbiolo (85%) e Vespolina (15%), un’uva molto difficile da allevare che conferisce una grande speziatura e sentori floreali. La mineralità dei terreni porfidici e la struttura unica donano un vino pieno ed espressivo. Sentori di violetta, frutti di bosco maturi, liquirizia e tabacco. In bocca potenza ed eleganza, con una coda lunga e lievemente amarognola e grande complessità.
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