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C’è come un senso di richiamo in una voce soffusa che ti porta fuori dai tuoi confini, a sfidarti, che inevitabilmente, poi, ti far tornare all’origine. A lasciarti trasportare dagli eventi, a seguire i tuoi desideri e trasformarli in attività redditizie, virtuosismi che prendono forme, anche scomode, spigoli inaspettati, ma d’animo pionieristico. Progetti che solo i grandi uomini, di chiara visione prospettica, sanno trasformare in realtà. Come un credo. E questi stessi uomini sono anche quelli più umili, che chiedono scusa per il “disturbo” a una presentazione di una sua nuova creatura. È il Bagnadore Pas Dosé Riserva.
Per chi mastica Franciacorta stiamo parlando di Barone Pizzini e della figura di Silvano Brescianini, direttore generale della cantina e Presidente del Consorzio della Franciacorta.
E lui, che a 17 anni si butta nella ristorazione, passando dalla sala alla cucina, aveva e ha quella convinzione di chi sa che avrebbe fatto qualcosa di grande, di pratico. Un utile gusto. Convinzione ritratta negli occhi, quando racconta del suo passato. E si emoziona ancora.
Lui, che con coraggio sfida gli allora capi e si fa spedire a New York.
Lui, che è riuscito in poco tempo a lavorare in due dei migliori ristoranti con doppia stella dello Stivale.
Lui, di origine bresciana, questo amore per la cucina, non lo ha mai dimenticato.
Lui, che approda alla Barone Pizzini negli anni novanta e insieme a una cordata di produttori la compra – d’altra parte non aveva nulla da perdere – speranzoso di aprire anche un angolo di ristoro tutto suo.
Ma le cose sono andate diversamente.
Lui, è tra i primi (vent’anni fa) a credere nel bio e alla biodinamica. Come nel voler studiare l’Erbamat (uva autoctona Lombarda) e far vigneti sperimentali, oggi punti di riferimento per tutta la denominazione.
Lui, che crede nei bianchi, punta sul verdicchio. Gli riesce di acciuffare la Tenuta di Pievalta, nei Castelli di Jesi, anch’essa in bio, con millesimi d’antan, oggi, commoventi per capillarità espressiva e palato profondo.
Lui – che il palato lo ha, costruito sul campo – si immagina e imposta lo sviluppo della cantina Pizzini per portarla ad esser così come la conosciamo oggi: un brand di qualità e di successo nel mondo (con quella Grande Mela ad essere una delle principali piazze) quando si parla di spumanti italiani.
Lui, non parco, cede alla sua curiosità e si dirige nelle Langhe – era solo questione di tempo – e diventa Cavaliere dell’Ordine del Tartufo. Il fascino del castello di Grinzane dove si riuniscono è la location adatta, in autunno, per presentare l’ultimo Bagnadore nato in una grande annata, la 2011.
Franciacorta Bagnadore Pas Dosé Riserva 2011
Nasce solo nelle migliori annate in una singola vigna di due ettari, portata in dote al momento dell’acquisto della Pizzini da un socio. Una predestinata, dal principio, a un progetto del tutto particolare. Le radici in questo Grand Cru della Franciacorta si alimentano delle piante in depositi morenici, sabbiosi, profondi con substrati ciottolosi, ricchi di scheletro.
Oltre alla eccezionalità dell’annata (fresca e di grande equilibrio) ci sono le scelte in cantina: affinamento di 8 mesi in barrique di rovere francese con frequenti bâtonnage e 70 mesi sui lieviti. Maggiore la percentuale di chardonnay (60%) narrante tutta la stoffa di questo terroir.
In forma scioccante per le sue fondamenta, fatte di acidità graffianti, quasi piccanti, di mineralità solidificata nella roccia, con uno strato di sale che non solo allarga la beva ma ne conferma il ritmo. Incessante. E se si apre un 2004 il ritornello ritorna con un calore più intenso dato dall’evoluzione. Una spinta e design gustativo che riescono a sopportare un uovo con tartufi e fonduta preparato da chef Marc Lanteri Al Castello.
+info: baronepizzini.it
www.franciacorta.net
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